Legge di Bilancio 2026: tempesta di emendamenti sul testo

Rosy D’Elia - Fisco

Una tempesta di oltre 5.500 emendamenti sulla Manovra: si entra nel vivo del percorso di approvazione della prossima Legge di Bilancio. Per le modifiche si parte dal testo del DDL: una panoramica dei punti chiave

Legge di Bilancio 2026: tempesta di emendamenti sul testo

La priorità della Legge di Bilancio 2026, da 18,7 miliardi di euro, è una sola: tenere in ordine i conti pubblici. E il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nelle scorse settimane è stato chiaro: con i lavori del Parlamento la Manovra può cambiare, ma tutte le novità devono essere a saldo zero.

Nonostante ciò, sul testo messo a punto dal Governo si è abbattuta una tempesta di emendamenti: più di 5.500, di cui oltre 1.600 proposte dai gruppi parlamentari della maggioranza.

La revisione del testo del Disegno di Legge di Bilancio 2026 è ai nastri di partenza: maggioranza e opposizione hanno avuto tempo fino a venerdì 14 novembre alle ore 10 per presentare gli emendamenti e modificare, integrare, correggere i 154 articoli che attualmente compongono l’impianto della Manovra.

L’iter parlamentare, che dovrà concludersi con l’approvazione del testo entro il 31 dicembre da parte di Camera e Senato, entra sempre più nel vivo.

E il Parlamento sarà la sede dove trovare un equilibrio sulle novità, anche per il Governo che le misure le ha scritte: dalla tassa sull’oro, un nuovo condono che promette un incasso di due miliardi di euro, a nuovi accordi sugli affitti brevi e sui dividendi, così come sulla rottamazione quinquies, il lavoro non è finito.

Legge di Bilancio 2026: la tempesta di emendamenti è ai nastri di partenza

Una cosa è certa: sul Fisco, e non solo, ci saranno modifiche ma non stravolgimenti. Si fanno i conti con le poche risorse a disposizione e con la prima esperienza, dopo tanto tempo, di programmare senza fare deficit. Si chiede aiuto a banche e assicurazioni, ma anche ai Ministeri.

Dimentichiamoci i bonus e gli aiuti inseriti in corsa, come è accaduto negli ultimi anni.

In ogni caso la dote per le modifiche è ristretta, circa 100 milioni anche per le opposizioni, e la priorità della prossima Legge di Bilancio resta quella di tenere i conti in ordine.

Accanto al limite alla spesa, c’è anche quello ai lavori della Commissione Bilancio da considerare: i partiti potranno segnalare e quindi richiedere una maggiore attenzione su un massimo totale di 414 emendamenti, meno del 10 per cento delle proposte presentate.

Emendamenti in arrivo sulla Manovra 2026: cosa prevede il testo del disegno di Legge di Bilancio

Con una raffica di nuovi desiderata dei partiti, la Manovra 2026 comincia ufficialmente il suo percorso e dovrà essere approvata da entrambi i rami del Parlamento entro fine anno.

Dal taglio IRPEF alla rottamazione, passando per il pacchetto di novità su famiglia e pensioni, i lavori (ri)partono dal testo del Disegno di Legge messo a punto dal Governo.

Il testo ufficiale del Disegno di Legge di Bilancio 2026
Trasmesso il 22 ottobre 2025

Legge di Bilancio 2026: si parte dal taglio IRPEF

Al netto delle novità che arriveranno, la Manovra 2026, parte dal taglio IRPEF per il ceto medio.

Anche il prossimo anno il calcolo dell’imposta si baserà su tre scaglioni e tre aliquote, confermate in via strutturale con l’ultima Legge di Bilancio, ma la seconda aliquota passerà dal 35 al 33 per cento.

Aliquote IRPEF 2025Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001 euro

Ma guardando alla cifra stanziata, 2,8 miliardi all’anno, non si potrà applicare il taglio oltre i 50.000 euro, come ipotizzato nei mesi scorsi.

L’intervento sull’imposta ha un prezzo alto e per questo il progetto lo scorso anno è rimasto fermo. Si parte da un costo minimo di 2,5 miliardi di euro che cresce in maniera esponenziale alzando l’asticella dei benefici e la platea di cittadini e cittadine interessate.

Oggi, però, più che una scelta per l’Esecutivo rappresenta una strada obbligata: l’intervento, infatti, era stato annunciato lo scorso anno per poi arenarsi a causa dell’insuccesso del concordato preventivo biennale e dall’inizio del 2025 dal Governo sono arrivate continue rassicurazioni sul taglio per il ceto medio.

Accanto a una aliquota più leggera, che garantisce risparmi fiscali fino a 440 euro all’anno, si introduce un meccanismo di sterilizzazione dei guadagni per chi supera la soglia dei 200.000 euro che però rischia di rivelarsi inefficace.

Per effetto della stratificazione delle norme, però, il taglio delle detrazioni inserito nella Manovra ha ben poco da tagliare e quindi, in alcuni casi, lascia intatto il risparmio fiscale anche ai più ricchi: un malfunzionamento che ha come effetto un mancato risparmio pari a 68,2 milioni di euro.

Legge di Bilancio 2026: aumenta la cedolare secca

Sempre sul fronte fiscale, però, non mancano le sorprese: in aumento la cedolare secca sugli affitti brevi dal 1° gennaio per chi si affida a piattaforme e intermediari.

La riduzione dell’aliquota al 21 per cento sul primo immobile non si potrà più applicare “in caso di contratti aventi ad oggetto tale unità immobiliare tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”.

È questa la modifica di compresso dopo lo scontro interno alla maggioranza, ma in realtà si continua a cercare un accordo e si parla di una aliquota del 23 anziché del 26 per cento per ammorbidire la novità da inserire durante l’iter parlamentare.

Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, intervendo al question time alla Camera subito dopo la chiusura del testo del DDL Bilancio, ha motivato l’aumento dell’imposta con queste parole:

“Uno degli elementi che in questi ultimi anni hanno contribuito ad accrescere la difficolta’ a trovare alloggi, soprattutto nelle grandi città, è risultato essere l’incremento di casi di affitti brevi, soprattutto a fini turistici. Per questo si è ritenuto di inserire nel Disegno di legge di bilancio un’apposita disciplina in materia fiscale avente oggetto le locazioni concluse tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici”.

Legge di Bilancio 2026: rottamazione quinquies in elaborazione

Sempre in tema di equilibri di maggioranza, con la Manovra arrivano conferme anche sulla rottamazione delle cartelle, che insieme all’IRPEF, ha dato vita a un derby fiscale tra i partiti di Governo nei mesi scorsi.

Nonostante l’assenza nel Documento Programmatico di Bilancio, la Manovra porterà una nuova stagione di pace fiscale.

Nel testo del Disegno di Legge di Bilancio i primi punti fermi:

  • libero accesso a chi ha presentato la dichiarazione dei redditi, anche in caso di adesione ad altre definizioni agevolate, compresa la quater in caso di decadenza fino al 30 settembre scorso;
  • incluse le cartelle fino alla fine del 2023;
  • a disposizione 9 anni per pagare: 54 appuntamenti bimestrali a partire dal 31 luglio 2026;
  • non ci sarà alcun ticket d’ingresso, ma si parte da un importo minimo della rata di 100 euro;
  • la decadenza arriva dopo due mancati pagamenti, ma con un “meccanismo maggiormente punitivo rispetto alle precedenti edizioni”, aveva anticipato Giorgetti. Le sue parole si traducono nell’esclusione dalla possibilità di richiedere nuove rateizzazioni ordinarie del debito.

Anche in questo caso l’obiettivo, almeno per la Lega, sarà quello di continuare ad allargare un po’ il canale di accesso alla definizione agevolata delle cartelle, intervenendo sulla quota degli esclusi e sugli interessi che nella prima impostazione sono al 4 per cento, il doppio di quelli previsti per la rottamazione quater.

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Nella Legge di Bilancio 2026 anche un pacchetto stipendi

Accanto alle necessità imposte dagli equilibri politici, nella lista di priorità della prossima Legge di Bilancio non mancano le esigenze dettate dai tempi.

Nonostante la Manovra approvata lo scorso anno, abbia investito 14 miliardi per il taglio del cuneo fiscale e contributivo la difesa degli stipendi e del poter d’acquisto di cittadini e cittadine resta prioritaria per l’economia del Paese.

Stando ai dati ISTAT, le retribuzioni reali restano più basse di 9 punti percentuali rispetto al 2021.

Non può mancare per il 2026 un pacchetto stipendi: si provare a rendere più leggero il Fisco su alcune voci della busta paga.

In campo c’è un miliardo e 900 milioni di euro che saranno utilizzati per diversi interventi:

  • riduzione dal 5 all’1 per cento dell’imposta sostitutiva sui premi di produttività elevando anche la soglia per l’applicazione da 3.000 a 5.000 euro;
  • detassazione degli straordinari legati a turni, notturni e festivi, con novità ad hoc per il settore turistico;
  • flat tax al 5 per cento per i rinnovi contrattuali del 2025 e del 2026, ma con un meccanismo selettivo: solo per i redditi fino a 28.000 euro.

A questo elenco si aggiunge anche una esenzione più generosa per i buoni pasto: il limite passa da 8 a 10 euro.

Non ha trovato spazio, invece, il rinnovo automatico dei contratti nazionali che risultano scaduti da 24 mesi per adeguarli all’indice dei prezzi al consumo. E non sembrano esserci novità all’orizzonte anche per le soglie di esenzione dei fringe benefit, i bonus erogati dal datore di lavoro, che fino al 2027 sono fissate a 1.000 euro e 2.000 euro per chi ha figli o figlie.

Sul fronte contributivo, invece, arriva la conferma, con qualche innovazione, anche per i bonus assunzione che riguardano giovani, donne e regioni della ZES Unica Sud e riguardano, però, i datori di lavoro.

Legge di Bilancio 2026: le novità per le famiglie

In linea di continuità con gli interventi sugli stipendi, non può mancare nella Manovra uno spazio dedicato alle famiglie e al contrasto della povertà che, però, rimane risicato.

Il 14 ottobre mentre il Governo lavorava sulla Legge di Bilancio 2026, l’ISTAT ha pubblicato i dati sulla povertà in Italia nel 2024: le difficoltà assolute riguardano oltre 2,2 milioni di famiglie, l’8,4 per cento dei nuclei residenti.

In campo ci sono in totale per il triennio 3,5 miliardi di euro e anche in questo caso il lavoro da fare è chirurgico. Le due misure chiave individuate dal Governo assorbono già una parte importante delle risorse a disposizione: la conferma della carta dedicata a te, anche per il 2027, e la revisione del calcolo dell’ISEE valgono in totale un miliardo all’anno.

Il testo del Disegno di Legge di Bilancio conferma le ipotesi in circolazione da mesi sulla modifica della scala di equivalenza e sull’estensione del raggio d’azione dell’esenzione della prima casa: fino a 91.500 euro resterà fuori dall’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Le novità, adottate in attesa di una riforma più profonda, avranno un perimetro ristretto e saranno rilevanti solo per l’accesso e il calcolo di quattro prestazioni:

  • assegno di inclusione;
  • assegno unico;
  • bonus nido;
  • bonus nuovi nati.

Alla voce famiglia c’è anche il potenziamento del bonus mamme, che oggi arriva a un massimo di 480 euro e dovrebbe salire a 720 euro. Più che di un potenziamento dell’attuale contributo, però, si dovrebbe parlare di una ulteriore riscrittura della misura prevista lo scorso anno.

Per ora non trova conferma la proroga dei tre mesi di congedi parentali all’80 per cento: l’unica novità riguarda l’età limite di figli e figlie per l’accesso al periodo di astensione che dovrebbe passare da 12 a 14 anni.

Anche la casa avrà il suo spazio nella Manovra: saranno prorogate per il 2026, alle stesse condizioni previste per l’anno 2025, le regole per accedere alla detrazione delle spese sostenute per interventi edilizi. Senza un intervento in questo senso, ad esempio il bonus ristrutturazioni passerebbe al 36 e al 30 per cento dal 2026.

Legge di Bilancio 2026: il nodo dell’età pensionabile

Tra i capitoli più spinosi della Legge di Bilancio 2026 c’è, poi, quello delle pensioni.

Quest’anno il nodo da sciogliere riguarda l’aumento dell’età pensionabile di tre mesi dal 2027 e che dovrebbe, quindi, passare a 67 anni e 3 mesi.

Ad aumentare sarà anche il requisito contributivo per la pensione anticipata ordinaria che passerà a:

  • 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini;
  • 42 anni e 1 mese di contributi per le donne.

Congelare i requisiti costerebbe 3 miliardi di euro, una cifra troppo alta. L’aumento prenderà forma in via graduale . E il blocco riguarderà chi svolge attività usuranti e gravose.

La conferma sul meccanismo per gradi era arrivato dallo stesso Ministro Giorgetti al termine del Consiglio dei Ministri sul DDL Bilancio: “(la sterilizzazione) è confermata con un mese in più dal 2027 e altri due mesi dal 2028”.

Sempre il numero uno di via XX Settembre aveva annunciato anche l’incremento di 20 euro per le pensioni minime per chi si trova in condizione di difficoltà.

Accanto alla revisione del requisito dell’età, però, c’è anche la necessità di confermare le varie strade per la pensione anticipata: ma, per ora, la bozza in circolazione tiene in vita solo l’Ape sociale, lasciando fuori Opzione donna e quota 103.

Verso la Legge di Bilancio 2026: novità anche per le imprese

Infine, arrivano anche per le imprese le prospettive per il 2026:

  • reintroduzione di super e iperammortamento;
  • rifinanziamento del credito d’imposta per le zone economiche speciali (ZES) che arriva a 2,3 miliardi;
  • 100 milioni vanno, invece, alle zone logistiche semplificate (ZLS);
  • conferma anche per la Nuova Sabatini;
  • nuovo blocco per plastic e sugar tax per tutto il 2026.

Destinata alla pensione dopo solo un anno di vita, invece, l’IRES premiale.

Quando arriva la Legge di Bilancio 2026?

Dall’IRPEF alle pensioni è bene ricordare che tutte le novità di cui si parla in questa fase possono ancora cambiare forma. Se è vero che la Manovra non potrà essere del tutto stravolta per ragioni di equilibrio, economico e politico, gli oltre 5.500 emendamenti porteranno, in ogni caso, una ventata di novità sull’impianto attuale.

Fondamentali, quindi, saranno i lavori del prossimo mese con le discussioni in Parlamento e il parere atteso dall’UE a novembre.

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