Dal bonus elettrodomestici a 5 annualità di reddito di libertà, le misure che si potrebbero finanziare con una sterilizzazione efficace dei benefici del taglio IRPEF
A che serve un euro al giorno in più a chi guadagna oltre 200.000 euro all’anno? A poco. O meglio: a niente. Eppure anche i redditi più alti, che dovrebbero essere esclusi dai benefici del nuovo taglio IRPEF, avranno un risparmio medio di 379 euro all’anno.
Com’è possibile? Da un lato il Disegno di Legge di Bilancio ha fissato la soglia di accesso al risparmio fiscale, dall’altro ha delineato un meccanismo inefficace di sterilizzazione dei guadagni che derivano dalla riduzione dell’imposta.
Il risultato è un mancato risparmio per le casse dello Stato pari a più di 65 milioni di euro, una cifra utile a finanziare, ad esempio, più di 5 anni di reddito di libertà nella formula prevista attualmente.
Taglio IRPEF: perché il limite al risparmio d’imposta non funziona
L’impianto attuale del Disegno di Legge di Bilancio 2026 prevede dal 1° gennaio 2026 una riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33 per cento: cala, quindi, il peso dell’imposta sullo scaglione di reddito da 28.000 a 50.000 euro.
Viste le modalità di calcolo dell’IRPEF, il risparmio interessa anche chi supera ampiamente questa soglia e può beneficiare appieno del taglio dell’aliquota, con uno sconto, rispetto al sistema attuale, di 440 euro.
Per circoscrivere i benefici che ne derivano, il testo della Manovra ha inserito nel sistema anche un taglio delle detrazioni dello stesso valore di 440 euro per coloro che superano la soglia di 200.000 euro di reddito.
L’idea di tagliare le detrazioni per eliminare il risparmio d’imposta per chi è più ricco nei fatti, però, non funziona. E la ragione è semplice: la novità si aggiunge a una serie di limiti alle detrazioni già esistenti per chi è più ricco, con la conseguenza che rimane ben poco da tagliare e il risparmio che deriva dalla riduzione dell’IRPEF rimane intatto.
Taglio IRPEF con benefici anche per i più ricchi: un mancato risparmio di 68 milioni per lo Stato
Un corto circuito che non è a costo zero e rischia di indirizzare in maniera inefficace una parte, anche se piccola, della spesa che deriva dalla nuova IRPEF.
A confrontare il risparmio possibile, con una riduzione efficace dei benefici, e il risparmio effettivo è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio nell’analisi delle misure della Manovra 2026:
“L’ammontare complessivo delle risorse recuperate risulta sensibilmente inferiore rispetto a quello potenziale derivante dalla piena sterilizzazione degli effetti della riduzione dell’aliquota al di sopra dei 200.000 euro, stimabile in 79,2 milioni. Le maggiori entrate effettive ammontano a circa 11 milioni, pari al 14 per cento del totale potenziale”.
Il risultato è un importo di 68,2 milioni di euro impiegati in maniera infruttuosa.
Si tratta di una cifra piccolissima se paragonata, ad esempio, all’intero gettito IRPEF, 197 miliardi di euro per il 2025, ma può essere importante, se confrontata con gli stanziamenti di risorse previsti per una serie di misure sociali.
Con il mancato risparmio IRPEF più di 5 anni di reddito di libertà
Lo stesso Disegno di Legge di Bilancio che modifica l’IRPEF prevede anche un incremento sulla dotazione di risorse necessaria per erogare il reddito di libertà, il contributo destinato alle donne vittime di violenza maschile. Per il 2026 l’aumento è di 500.000 euro e a partire dall’anno successivo è pari a 4 milioni, con l’obiettivo di continuare ad avere un bacino di 11 milioni anche in futuro.
È questa la cifra stanziata ogni anno: con un risparmio IRPEF, dato da un limite a 200.000 euro efficace, si potrebbero pagare 5 anni di reddito di libertà.
O, ancora meglio, si potrebbe estendere la misura a nuove beneficiarie: con la dotazione attuale si garantisce un supporto, per un importo complessivo pari a massimo 6.000 euro, a meno di 2.000 donne ogni anno, un platea troppo ristretta se si considera che nel 2024 nei centri antiviolenza sono state accolte 24.000 donne (Dati Di.Re.).
Ma non solo, sono infinite le possibilità di impiego del mancato risparmio IRPEF, se si guarda alle dotazioni messe in campo per le misure sociali adottate negli ultimi anni.
Dal bonus psicologo al reddito di libertà: tutto quello che si può finanziare con il mancato risparmio IRPEF
Con questo tesoretto si potrebbero pagare, ad esempio, due annualità del bonus sport per le famiglie con ISEE fino a 15.000 euro che la scorsa Manovra ha previsto e che attualmente il Disegno di Legge di Bilancio non conferma.
Altro grande assente è il bonus elettrodomestici, un contributo fino a 200 euro, sempre previsto dall’ultima Legge di Bilancio con una dotazione di 50 milioni di euro: anche in questo caso si potrebbe confermare e ampliare il raggio d’azione.
E ancora, sempre guardando all’ultima Manovra, si potrebbe strutturare in maniera adeguata un Fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola che, dopo un anno resta ancora fermo, e può contare solo su 500.000 euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 e su 1 milione di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
Se, poi, si va più indietro nel tempo emblematico è anche il bonus psicologo, il contributo per le sessioni di psicoterapia. Nel 2024 sono state presentate più di 400.000 domande e in campo c’erano 12 milioni di euro, una cifra utile a soddisfare dalle 8.000 alle 24.000 richieste, considerando l’importo massimo di 1.5000 o minimo di 500 euro.
Le risorse previste per quest’anno e per i prossimi oscillano tra gli 8 e i 9 milioni: con il risparmio IRPEF si potrebbero raddoppiare i fondi del bonus psicologo per sette anni.
68,2 milioni di euro nell’economia complessiva della Manovra non sono tantissimi, ma anche il valore del denaro è relativo: non servono a niente, se utilizzati per dare un euro al giorno a chi ha un reddito di oltre 200.000 euro, mentre possono cambiare tutto, se indirizzati verso chi ne ha veramente bisogno.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Dal bonus psicologo al reddito di libertà: le misure che si potrebbero finanziare con un taglio IRPEF efficace