Tra le novità che potrebbero entrare nella prossima Manovra una tassa sull'oro che offre la doppia chance di un nuovo condono e di una grande opportunità di fare cassa. Che cos'è e come funziona la rivalutazione proposta da Lega e Forza Italia?
Chi trova una nuova tassa agevolata trova un tesoro: è così che si potrebbe riassumere la proposta della tassa sull’oro da inserire nella Manovra 2026, che arriva da Lega e Forza Italia.
La novità, infatti, non consiste in un nuovo prelievo, ma in una sorta di condono di lingotti e monete che non hanno tutte le carte in regola per circolare. Ed è proprio nella possibilità di regolarizzare l’oro da investimento, applicando un’aliquota del 12,5 per cento anziché del 26 per cento, che si trova l’opportunità di fare cassa.
E se gli emendamenti che hanno un costo hanno vita difficile, più semplice potrebbe essere il percorso verso il testo della Legge di Bilancio 2026 per le novità che portano potenzialmente circa 2 miliardi di euro nelle casse dello Stato.
Tassa sull’oro: il condono fiscale che può davvero favorire le casse dello Stato
L’occasione, in effetti, è preziosa: in estrema sintesi, per facilitare l’emersione e la circolazione di oro fisico da investimento Lega e Forza Italia propongono l’accesso a una procedura di rivalutazione, applicando un’aliquota agevolata del 12,5 per cento. Sulla falsa riga di quanto già previsto in passato per le criptovalute.
Si chiamano in causa anche operatori professionali in oro vigilati, dottori commercialisti e avvocati per il riallineamento del costo fiscale dell’oro da investimento detenuto da cittadini e cittadine, nel caso in cui manchi la documentazione storica attestante il valore originario di acquisto.
Chi ha formulato la proposta pensa, ad esempio, al metallo prezioso ricevuto in dono o in eredità, senza essere accompagnato dai documenti richiesti, come tripla opportunità:
- mettere in campo una sorta di condono, con una disciplina straordinaria e temporanea per mettersi in regola beneficiando di una imposta e tempi di pagamento agevolati;
- recuperare, in questo modo, nuove entrate: con una percentuale di adesione ipotizzata al 10 per cento l’incasso va da 1,6 a 2,08 miliardi di euro;
- agevolare la circolazione e potenziale tracciabilità dell’oro anche nel rispetto della normativa antiriciclaggio.
| A quale tipo di oro si riferisce la proposta? |
|---|
| Articolo 1, lettera a), della Legge 17 gennaio 2000, n. 7 L’oro da investimento, anche destinato a successiva lavorazione, intendendo per tale l’oro in forma di lingotti o placchette di peso accettato dal mercato dell’oro, ma comunque superiore ad 1 grammo, di purezza pari o superiore a 995 millesimi, rappresentato o meno da titoli; le monete d’oro di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine, normalmente vendute a un prezzo che non supera dell’80 per cento il valore sul mercato libero dell’oro in esse contenuto, incluse nell’elenco predisposto dalla Commissione delle Comunità europee ed annualmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee, serie C, nonché le monete aventi le medesime caratteristiche, anche se non ricomprese nel suddetto elenco; con decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica sono stabilite le modalità di trasmissione alla Commissione delle Comunità europee delle informazioni in merito alle monete negoziate nello Stato italiano che soddisfano i suddetti criteri. |
Tassa sull’oro nella Manovra 2026? Come potrebbe funzionare la novità
Più nel dettaglio, l’emendamento da discutere e approvare prima di entrare nella Manovra 2026 prevede che i contribuenti che, alla data del 1° gennaio 2026, possiedono oro da investimento in mancanza di documentazione sul relativo costo o valore di acquisto, possano presentare istanza di rivalutazione fiscale entro il 30 giugno 2026.
Con le norme attuali, vengono tassate le plusvalenze derivanti dalla cessione dell’oro da investimento: si applica una imposta del 26 per cento sulla differenza tra il prezzo di vendita e il costo di acquisto, nel caso in cui risulti adeguatamente documentato.
L’assenza della documentazione di acquisto comporta, al momento della cessione, la tassazione piena sull’intero valore dell’oro ceduto, anziché sulla sola plusvalenza effettivamente realizzata.
Con la procedura proposta, si applicherebbe l’aliquota agevolata del 12,5 per cento a una base imponibile determinata in funzione del valore dell’oro da investimento, calcolato in linea con le regole dell’art. 9 del TUIR, con riferimento a una data compresa tra il 1° gennaio 2026 e il 30 giugno 2026, e certificato da una società iscritta al Registro degli Operatori Professionali in Oro presso l’Organismo Agenti e Mediatori.
Per ora si tratta solo di una proposta: il lavoro sugli emendamenti non è stato ancora avviato. Ma nella tassa sull’oro, Lega e FI potrebbero aver trovato un tesoretto utile a far quadrare i conti e a trovare un po’ di pace, non solo fiscale.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tassa sull’oro, un “condono” da due miliardi