Cedolare secca al 26 per cento per tutti gli affitti brevi. Stop alla tassazione ridotta sulla prima casa. Cosa c'è nella bozza della Legge di Bilancio 2026

Stop alla tassazione più bassa sulla prima casa: la cedolare secca sale al 26 per cento per tutti gli affitti brevi.
Lo prevede una norma contenuta nella bozza della Legge di Bilancio 2026 e salvo modifiche dal prossimo 1° gennaio non ci saranno più distinzioni in base al numero di case locate per brevi periodi.
La novità si applicherà anche agli intermediari e alle piattaforme di intermediazione, rendendo più gravosa la ritenuta applicata agli host.
Sale la cedolare secca per tutti gli affitti brevi dal 1° gennaio 2026
Un regime unico, senza differenziazioni, a partire dal 1° gennaio 2026. Nel tentativo di porre un freno al fenomeno degli affitti brevi, la bozza della Legge di Bilancio restringe le maglie della tassazione ridotta, modificando ancora una volta quanto previsto dal decreto legge n. 50/2017.
A cambiare sarà, salvo passi indietro, la disciplina che fino al 31 dicembre di quest’anno prevede un doppio binario sul fronte della cedolare secca per chi affitta per brevi periodi uno o più immobili.
Se attualmente sulla locazione di una casa per periodi non superiori a 30 giorni si applica la cedolare secca del 21 per cento, la stessa prevista per gli affitti di immobili con finalità residenziale, dal prossimo anno l’aliquota salirà di cinque punti e arriverà quindi al 26 per cento, equiparandosi alla tassazione più gravosa che per il momento si applica solo per gli affitti brevi di più immobili.
Ritenuta al 26 per cento per chi affitta tramite portali online, sale la “tassa Airbnb e Booking”
In parallelo, la bozza della Manovra 2026 adegua anche le regole per gli affitti brevi stipulati per il tramite di intermediari o piattaforme online.
La ritenuta operata in fase di pagamento del corrispettivo sale dal 21 al 26 per cento. Sarà considerata a titolo di imposta qualora si opterà per la tassazione del reddito conseguito con il regime della cedolare secca, mentre diventerà un acconto sull’imposta complessivamente dovuta in caso di tassazione ordinaria IRPEF.
Dal punto di vista pratico gli obblighi per intermediari e portali partiranno dal 1° febbraio 2026, data che per gli host, ossia per chi loca appartamenti per brevi periodi tramite l’intermediazione di terzi, segnerà il rialzo di quella che è comunemente nota come “tassa Airbnb e Booking”.
Il tutto ovviamente salvo passi indietro nel corso dell’iter parlamentare di discussione della Legge di Bilancio 2026 e, inevitabilmente, il tema si appresta ad essere uno dei più caldi.
Non si sono fatte attendere le reazioni su quanto previsto dalla bozza, e in particolare è il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, a dichiararsi contrario alla nuova stretta sugli affitti brevi come via per incentivare le locazioni di lunga durata. Un intervento normativo che non era stato anticipato nel corso delle interlocuzioni con il Governo e che arriva quindi “a sorpresa”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cedolare secca, affitti brevi tassati al 26 per cento dal 1° gennaio 2026