Manovra 2026: taglio IRPEF fino a 50.000 euro

Rosy D’Elia - Irpef

Arrivano le prime notizie ufficiali sulla Manovra 2026: confermata la riduzione della seconda aliquota IRPEF. Ma, stando alle cifre, il taglio non arriverà a 60.000 euro

Manovra 2026: taglio IRPEF fino a 50.000 euro

Il taglio IRPEF per il ceto medio, come promesso, apre la Manovra 2026: la conferma arriva con le prime notizie ufficiali che arrivano dal Governo al termine del Consiglio dei Ministri del 14 ottobre.

Entro fine settimana l’Esecutivo approverà anche il Disegno di Legge di Bilancio: il calcolo dell’imposta a partire dal prossimo anno sarà basato su una seconda aliquota più leggera. Ma con le risorse stanziate, circa 9 miliardi in tre anni, la riduzione si ferma a 50.000 euro reddito.

Per ora sfuma l’ipotesi di estendere la riduzione fino a 60.000 euro, tornata in campo negli ultimi giorni.

“Il Ministro (dell’Economia) ci ha detto che ci possono essere dei margini perché si superi la soglia dei 50.000 euro”, aveva la segretaria generale CISL Daniela Fumarola parlando del confronto con Giancarlo Giorgetti che si è tenuto il 10 ottobre a Palazzo Chigi.

Aliquote IRPEF 2025Scaglioni di reddito
23 per cento Fino a 28.000 euro
35 per cento Da 28.001 a 50.000 euro
43 per cento Da 50.001 euro

Prime conferme sull’IRPEF 2026: il taglio si ferma a 50.000 euro

L’apertura sembrava coerente con le intenzioni dichiarate ancora una volta nei giorni scorsi anche dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che, tra le fila del Governo, ha sostenuto con forza la causa del taglio IRPEF al ceto medio.

“Dobbiamo abbassare la pressione fiscale. Dobbiamo fare in modo che le tasse diminuiscano. Ci stiamo impegnando perché l’IRPEF diminuisca, passi dal 35 al 33 per cento. Vogliamo allargare la base imponibile, speriamo di arrivare a 60.000 euro.

Aveva detto il 10 ottobre il vicepremier e leader di Forza Italia, intervenendo a Firenze a un evento elettorale per le elezioni regionali in Toscana, sottolineando anche la volontà di detassare i premi di produttività.

Ma nonostante il bacino di risorse complessivo sia arrivato a 18 miliardi di euro, due in più delle previsioni iniziali, non sembra possibile un ulteriore passo avanti sull’IRPEF.

IRPEF 2026, aliquota più bassa fino a 50.000 euro: l’ipotesi dei benefici fino a 200.000 euro

Sebbene il taglio per il ceto medio rappresenti la necessità primaria, per una questione di equilibri e credibilità, l’intervento deve fare i conti con le altre misure da mettere in campo: dal pacchetto di novità sugli stipendi a quello che riguarda la famiglia e la povertà, a cui vanno rispettivamente altri 2 e 3,5 miliardi di euro (nel triennio).

La coperta è corta. E toccare l’IRPEF ha un prezzo alto, la riduzione di due punti percentuali che porta risparmi fino a 440 euro ha un costo di partenza di 2,5 miliardi di euro, mentre l’ipotesi di estendere lo scaglione a 60.000 euro raddoppia la voce di spesa.

In un panorama ancora in via di definizione, visto che un primo impianto della Manovra è atteso per venerdì, il taglio IRPEF con una riduzione di due punti percentuali dell’aliquota che si applica fino a 50.000 euro è una delle poche certezze.

Ma anche in questo caso i contorni restano ancora sfumati: stando alle anticipazioni, accanto al taglio sarà definito anche un meccanismo per neutralizzare i benefici che ne derivano per i redditi più alti, con un intervento simile a quello introdotto con l’accorpamento dei primi due scaglioni a partire dal 2024.

Oltre i 50.000 euro si applica un taglio di 260 euro alle detrazioni fiscali per compensare i benefici che derivano dall’applicazione dell’aliquota più bassa del 23 per cento.

In questa nuova revisione dell’IRPEF le prime anticipazioni fissano la soglia per l’accesso ai benefici a 200.000 euro, molto in alto se si considera che dai 120.000 euro di reddito in poi gli sconti fiscali si riducono progressivamente fino ad azzerarsi arrivando a 240.000 euro.

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