Quali sono le novità in arrivo per le pensioni con la Legge di Bilancio 2026? Il cantiere è ancora aperto, il DdL ha cominciato l'iter parlamentare e potrebbero arrivare sorprese
                                    
                                    
                                Nessuna conferma per due degli attuali canali per la pensione anticipata: Quota 103 e Opzione Donna e aumento dell’età pensionabile.
Nel cantiere della Legge di Bilancio 2026 il capitolo dedicato alla previdenza è tra quelli che scottano di più.
Accantonata anche per quest’anno una riforma importante dell’interno sistema, il piatto principale della nuova Manovra riguarda la limitazione dell’aumento dell’età per andare in pensione, che scatterà dal 2027.
L’aumento ci sarà ma sarà graduale: un mese in più dal 2027 e altri 2 dal 2028. Sterilizzazione solo per chi svolge lavori gravosi e usuranti.
Dovrebbe essere confermato senza novità solo uno dei canali di pensionamento anticipato, l’Ape Sociale. Proroga anche per il bonus Maroni, l’incentivo al posticipo del pensionamento.
Novità anche per la rivalutazione delle pensioni minime.
Pensioni, dall’aumento dell’età alle conferme: le possibili novità per il 2026
Cosa cambia per le pensioni con la Legge di Bilancio 2026? I lavori per la stesura della nuova manovra sono entrati nel vivo e nella lista dei desideri ci sono anche degli interventi dedicati alla previdenza che, come per le altre proposte, dovranno fare i conti con le effettive risorse a disposizione, 18,7 miliardi.
L’intervento principale, e il più discusso finora, del “pacchetto pensioni” nella Legge di Bilancio 2026 riguarda il blocco dell’aumento dell’età pensionabile che scatterà dal 2027.
A gennaio del 2027 è, infatti, previsto l’aumento di tre mesi dei requisiti previdenziali per via dell’adeguamento alla speranza di vita che porterà la soglia per l’accesso alla pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi d’età.
Ad aumentare sarà anche il requisito contributivo per la pensione anticipata ordinaria che passerà a:
- 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini;
 - 42 anni e 1 mese di contributi per le donne.
 
Il blocco totale dell’aumento promesso a inizio anno da alcuni esponenti di Governo è ormai irraggiungibile considerato il costo troppo elevato: l’intervento costerebbe circa 3 miliardi di euro, troppi.
Lo stesso Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione sul Documento programmatico di finanza pubblica (DPFP), aveva precisato che si tratterà di una “sterilizzazione selettiva” dell’aumento.
In pratica, dal 2027 l’aumento scatterà come previsto ma sarà graduale. L’età pensionabile salirà di un solo mese nel 2027, per poi aumentare di altri due mesi dal 2028.
Dal 2027, dunque, per andare in pensione serviranno 67 anni e un mese d’età. Stesso incremento anche per la pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne.
Lo stop all’aumento riguarderà solo determinate categorie di lavoratori, cioè chi svolge mansioni gravose e usuranti. Come si legge nella DdL Bilancio 2026, si tratta delle seguenti categorie:
- lavoratori dipendenti che svolgono le professioni indicate all’allegato B della Legge di Bilancio 2018. La professione deve essere svolta, al momento del pensionamento, da almeno 7 anni negli ultimi 10 o da almeno 6 anni negli ultimi 7. Inoltre, devono aver versato almeno 30 anni di contributi;
 - lavoratori addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, elencate all’articolo 1, comma 1, lettere a), b), c) e d), del decreto legislativo n. 67/2011, e sono in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni.
 
Pensione anticipata: nessun rinnovo per Quota 103 e Opzione Donna
Sul capitolo pensione anticipata ci sono invece delle sorprese. Nel testo del DdL di Bilancio 2026 non c’è il rinnovo di due dei principali canali di uscita anticipata con Quota 103 e opzione Donna.
Le due misure sono in scadenza a dicembre e stando così le cose non saranno rinnovate. Dal 2026, pertanto, non sarà più possibile accedere alla pensione anticipata con Quota 103 e Opzione Donna.
La prima, ricordiamo, consente ai dipendenti di accedere alla pensione con 62 anni d’età e 41 di contributi versati, mentre Opzione Donna rappresenta il canale di uscita anticipata dedicato alle donne in particolari condizioni (caregiver, dipendenti o licenziate da imprese in crisi o invalide al 74 per cento) che maturano 61 anni d’età e 35 anni di contributi.
Entrambe sono state pesantemente modificate nel corso degli ultimi anni, limitando di molto l’accesso.
Ad essere confermato sarebbe solamente l’anticipo pensionistico (Ape Sociale). La misura, però, è disponibile solo per alcune specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici (chi svolge mansioni gravose, invalidi civili, caregivers e disoccupati), i quali possono accedere alla prestazione che viene erogata fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata dopo aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi d’età e maturato i requisiti contributivi richiesti.
Conferma anche per il bonus Maroni, conosciuto anche come bonus Giorgetti. Si tratta dell’incentivo al posticipo del pensionamento che riconosce un aumento di stipendio ai dipendenti che decidono di restare al lavoro nonostante abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Quest’anno poteva essere richiesto anche da chi ha maturato i requisiti per Quota 103.
La rivalutazione degli assegni nel 2026
Come ogni anno, anche per il 2026 l’importo della pensione dovrà essere rivalutato in adeguamento all’inflazione.
L’intervento viene effettuato sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo che quest’anno, secondo le previsioni, dovrebbe risultare pari all’1,7 per cento.
Adeguamento che si tradurrebbe in aumenti esigui ma comunque maggiori di quelli del 2025 dove la rivalutazione è stata dello 0,8 per cento.
Pensionati e pensionate riceveranno un aumento fino a un massimo dell’1,7 per cento (o comunque pari a quello che sarà il valore definitivo individuato) dell’importo spettante.
Come noto, secondo il meccanismo di rivalutazione attuale, i valori variano in base all’importo del trattamento riconosciuto. L’aumento parametrato all’inflazione, infatti, non è sempre pieno: solo gli assegni più bassi possono beneficiare della rivalutazione piena, negli altri casi invece l’incremento si riduce.
Dopo i tagli del 2023 e del 2024, quest’anno l’indicizzazione delle pensioni è tornata ad essere effettuata secondo lo schema precedente, organizzato su tre fasce di reddito, ed è questo schema che si prospetta verrà confermato anche per il 2026:
- 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
 - 90 per cento per quelli tra 4 e 5 volte il minimo;
 - 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.
 
Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (603,40 per il 2025) pertanto riceveranno un aumento corrispondente al 100 per cento e dunque all’intera quota dell’indice di variazione che, come detto, dovrebbe essere pari all’1,7 per cento.
Quelle di importo superiore avranno invece un incremento ridotto come indicato nella tabella seguente.
| Fasce trattamenti complessivi | Percentuale indice perequazione da attribuire | Aumento del | 
|---|---|---|
| Fino a 4 volte il trattamento minimo (TM) | 100 | 1,7 per cento | 
| Tra 4 e 5 volte il TM | 90 | 1,53 per cento | 
| Oltre 6 volte il TM | 75 | 1,2 per cento | 
Per le pensioni minime, come previsto dalla Legge di Bilancio 2025 è prevista una rivalutazione straordinaria dell’1,3 per cento.
Aumenti in arrivo anche pe chi riceve il trattamento di assegno sociale (ex pensione sociale).
A partire dal 1° gennaio 2026, l’assegno delle pensioni riconosciute ai soggetti in particolare condizioni di difficoltà economica aumenterà di 20 euro mensili per 13 mensilità, per un totale di 260 euro annui. L’importo dell’assegno per il 2025 è pari a 538,69 euro.
Ad aumentare è anche il limite di reddito che consente l’accesso all’assegno sociale (7.002,97 euro per i non coniugati e 14.005,94 per i coniugati). Tali soglie saranno incrementate di 260 euro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni: le novità attese (e non) nella Legge di Bilancio 2026