Si attende il parere UE sulla Legge di Bilancio 2026: a Bruxelles la pace fiscale non piace. La sfida sulla rottamazione quinquies supera i confini nazionali
Si attende a giorni, entro il 30 novembre, il parere della Commissione Europea sul Documento Programmatico di Bilancio 2026, l’ossatura della Manovra che il Governo ha inviato a Bruxelles.
Nel ciclo di Bilancio è un appuntamento fondamentale: Esecutivo e Parlamento devono considerare la linea dell’UE prima dell’approvazione definitiva del pacchetto di novità.
Un’attenzione particolare merita la rottamazione quinquies. Da Palazzo Berlaymont potrebbe arrivare un nuovo monito sull’utilizzo degli strumenti di pace fiscale, nonostante l’assenza totale di riferimenti alla nuova definizione agevolata delle cartelle nel testo trasmesso.
Entro fine mese il parere dell’UE sulla Legge di Bilancio 2026: occhi puntati sulla rottamazione
D’altronde, anche in passato la linea dell’UE su tregua e pace fiscale è stata chiara: non in linea con le raccomandazioni fatte al nostro Paese.
Nel 2022 l’Esecutivo Meloni, appena insediato, prende il testimone dal Governo Draghi e mette a punto la sua prima Legge di Bilancio. L’occasione è utile e tempestiva per mantenere le promesse elettorali appena fatte.
Nella Manovra, costruita e approvata con un iter eccezionale proprio per la concomitanza delle elezioni con il periodo clou del ciclo di Bilancio, prende forma la tregua fiscale, un pacchetto di circa 10 strade diverse per mettersi in regola con il Fisco.
Tra queste anche la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro, che Bruxelles boccia senza mezzi termini e su cui il Governo tira dritto.
Fra le misure incluse nel documento programmatico di bilancio che non sono in linea con le citate raccomandazioni specifiche per paese si annoverano in particolare le seguenti:
i) innalzamento del massimale delle operazioni in contanti dagli attuali 2 000 EUR a 5 000 EUR nel 2023;
ii) provvedimento equivalente a un condono fiscale che consente la cancellazione dei debiti fiscali pregressi fino a 1 000 EUR relativi al periodo 2000-2015;
iii) possibilità di rifiutare il pagamento elettronico di importi inferiori a 60 EUR senza incorrere in sanzioni;
iv) rinnovo nel 2023 dei regimi di accesso anticipato alla pensione in scadenza a fine 2022, con inasprimento dei criteri di etàUn estratto del parere UE del 2022.
Dalla tregua alla pace fiscale: le novità in cantiere con la Legge di Bilancio 2026
La tregua effettivamente non è bastata per risolvere la questione annosa dei debiti non pagati da cittadini e cittadine e si tenta nuovamente la via della pace. Dallo scorso inverno la Lega ha lavorato per inserire nella Legge di Bilancio 2026 la rottamazione quinquies, una rateizzazione lunga 9 anni per il pagamento delle cartelle fino al 2023.
E mentre, in vista dell’apertura del cantiere della Manovra, in Italia i due vicepremier Salvini e Tajani si rendevano protagonisti di un derby fiscale, con il taglio IRPEF per il ceto medio contrapposto alla nuova pace fiscale, l’UE si esprimeva ancora una volta a chiare lettere sui condoni fiscali.
Nelle ultime raccomandazioni, a cui il Documento Programmatico di Bilancio deve essere conforme, si legge:
“Le recenti misure assimilabili a condoni fiscali rischiano di rivelarsi controproducenti in termini di adempimento fiscale e il sistema di concordato preventivo tra l’amministrazione e le piccole imprese in merito ai loro debiti fiscali richiede un monitoraggio attento. I valori catastali non sono ancora allineati ai correnti valori di mercato in quanto manca ancora un aggiornamento completo e generalizzato”.
La partita doppia della rottamazione quinquies e non solo: atteso il parere dell’UE
A distanza di tre anni la questione è cambiata e si fa più sottile. Il parere potrebbe ribadire ancora una volta le posizioni di questa estate, metro di paragone per valutare le novità inserite nel Documento Programmatico di Bilancio.
E anche se la rottamazione quinquies nel DPB non c’è, e quindi non ci possono essere critiche dirette, le posizioni dell’Europa non si potranno ignorare, anche e soprattutto nell’ultima fase dei lavori sulla Manovra. E non solo sulla pace fiscale.
Un altro leit motiv dell’UE è la necessità di progredire nel percorso di riforma del catasto, mentre negli ultimi giorni la discussione si è accesa su un emendamento che riguarda la riapertura di un vecchio condono edilizio, potenzialmente interessante per i territori della Campania che nel prossimo fine settimana si trova a eleggere il suo nuovo presidente.
La partita è doppia: interna, dove non si smette mai di fare politica e di trovare dei punti di equilibrio, ed esterna, di credibilità e stabilità economica.
La priorità vera di questa Manovra in lavorazione non è né il taglio IRPEF né la rottamazione: l’obiettivo è far quadrare bene i conti per uscire in anticipo dalla procedura di infrazione UE per deficit eccessivo. E anche in questo caso la posta in gioco è doppia: al risultato economico corrisponde una carta da giocare anche sul terreno politico in vista delle competizioni elettorali.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Atteso il parere UE sulla Legge di Bilancio 2026: il nodo della rottamazione