Bonus mamme 2026: importo più alto, ma esonero rimandato

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Il Governo ha annunciato un potenziamento del bonus mamme 2026, ma la nuova riscrittura che porta l'attuale contributo a 60 euro rimanda ancora l'esonero contributivo. La novità nella bozza della Manovra

Bonus mamme 2026: importo più alto, ma esonero rimandato

Il bonus mamme, il contributo fino a 480 euro previsto per la fine di quest’anno, nasce da una promessa fatta con la Legge di Bilancio dello scorso anno: un esonero contributivo parziale per le lavoratrici madri con almeno due figli o figlie, sulla falsa riga di quello totale adottato in via sperimentale nel 2024.

Oggi, avviando i lavori per la costruzione della prossima Manovra, il Governo parla di un bonus mamme rafforzato per il 2026: l’aiuto dovrebbe passare da 40 a 60 euro mensili, come si legge anche nella prima bozza in circolazione del Disegno di Legge di Bilancio.

Si tratta, senza dubbio, di una buona notizia ma anche dell’ennesimo cambiamento in corsa per un’agevolazione che nasceva con un’altra natura.

La novità prevista per il 2026, infatti, rimanda di un altro anno il debutto della decontribuzione prevista inizialmente e rimasta inattuata: le stesse regole operative dovevano essere scritte lo scorso gennaio, ma non hanno ancora trovato la luce.

Bonus mamme 2026: importo più alto, ma la decontribuzione non arriva

L’aiuto che le lavoratrici madri con un reddito fino a 40.000 euro attendono di ricevere a fine anno dall’INPS, per un totale di 480 euro, è stato messo in campo con il DL n. 95 del 2025 che di conseguenza ha rimandato l’operatività dell’esonero contributivo.

Per il 2026 si va verso una conferma dello stesso schema con una variazione su tema. Si prospetta un aumento da 40 a 60 euro del contributo mensile, che spetta alle donne con le seguenti caratteristiche e un reddito fino a 40.000 euro:

  • lavoratrici dipendenti, a tempo determinato o indeterminato, autonome e professioniste con due figli o figlie (con il più giovane under 10);
  • occupate a tempo determinato, autonome e professioniste con almeno tre figli o figlie (con il più giovane under 18).

La buona notizia è innegabile: il contributo cresce, ma questa nuova riscrittura delle regole accende i riflettori sulla distanza tra aspettative e realtà.

Un anno fa si prometteva alle lavoratrici madri un esonero contributivo parziale sulla stessa lunghezza d’onda di quello totale, per un importo massimo di 3.000 euro, riconosciuto a chi ha tre figli o figlie e un contratto a tempo indeterminato.

Sul piatto inizialmente sono stati messi 300 milioni di euro: per passare dalla teoria alla pratica la dotazione è stata portata a 480 milioni di euro, con una colletta di risorse che arrivavano da più fronti, segno che i fondi stanziati inizialmente risultavano insufficienti per mettere in campo una misura adeguata.

Bonus mamme 2026: il nodo dell’attuazione e il nuovo rimando per l’esonero

L’agevolazione contributiva per le madri con almeno tre figli o figlie è pari al 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.

C’è una distanza importante tra le due misure, anche se si considera la prospettiva più generosa del 2026.

E nonostante il nuovo bonus mamme apparisse già sulla carta, con le disposizioni della Manovra 2025, meno vantaggioso e più esteso, la riscrittura dell’agevolazione, associata alla necessità di recuperare risorse da più fronti per garantire un contribuito massimo di 480 euro e al ritardo sul decreto, lascia intravedere una difficoltà di attuazione di quanto previsto in principio, che persiste anche per il prossimo anno.

Per il secondo anno consecutivo, poco o niente resta dell’esonero promesso ed è legittimo il dubbio che ancora una volta sia necessario riscrivere la norma e rimandare la decontribuzione per difficoltà legate a tradurre in pratica quanto previsto in teoria, probabilmente anche per la quantità di risorse stanziate.

Per il 2026 si parte sempre da una base di 300 milioni di euro, che la Manovra dovrà in ogni caso incrementare in maniera importante per garantire il contributo di 60 euro.

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