Legge di Bilancio 2020: quali imposte aumentano e quali diminuiscono

Aumento tasse ed imposte in Legge di Bilancio 2020: ecco quali aumentano e quali quelle (poche) che diminuiscono.

Legge di Bilancio 2020: quali imposte aumentano e quali diminuiscono

L’aumento di tasse ed imposte è uno degli effetti collaterali della Legge di Bilancio 2020 che, mai come quest’anno, si presenta particolarmente complessa per via dell’elevata dote di risorse da stanziare per evitare l’aumento dell’IVA.

Sono diverse le tasse che aumenteranno: dalla cedolare secca sugli affitti, fino al taglio alle detrazioni fiscali Irpef, per alcuni contribuenti l’effetto delle novità previste dalla Legge di Bilancio 2020 sarà quello di un incremento del conto anno dovuto allo Stato.

Il cammino è ancora in divenire, ma il carico da novanta riguarda i titolari di partita IVA che, a partire dal 1° gennaio 2020, dovranno fare i conti con la stretta all’uso in compensazione dei propri crediti fiscali. Ad Irpef, Ires ed Irap sarà esteso lo stesso meccanismo già previsto per l’IVA, che subordina il diritto all’uso dei crediti in compensazione alla preventiva presentazione della dichiarazione dei redditi.

Sempre per i titolari di partita IVA, non è ancora chiaro quale sarà il destino del regime forfettario, l’imposta del 5% o del 15%. La possibile introduzione di nuovi limiti comporterà per molti la necessità di valutare la possibilità di permanere o no nel regime fiscale agevolato.

Dall’aumento della cedolare secca sugli affitti a canone concordato, fino alle imposte dovute per chi compra casa, passando per la nuova stretta alla tassa del 15% per le partite IVA, le novità in arrivo con la Legge di Bilancio 2020 sono davvero molte.

A fare i conti con un aumento delle tasse dal 2020 saranno quasi certamente i contribuenti con redditi elevati: l’addio alla possibilità di portare le spese dell’anno in detrazione fiscale porterà ad un incremento delle imposte sui redditi dovute.

Non si salveranno però nemmeno i titolari di redditi bassi: l’aumento delle imposte dal 2020 sarà “democratico” e colpirà tutte le categorie di contribuenti e consumatori.

Legge di Bilancio 2020: quali sono imposte e tasse che aumentano

Numeri e dettagli sono messi nero su bianco nel Documento Programmatico di Bilancio, il quale delinea il percorso che il Governo intende seguire all’interno della Manovra finanziaria.

Messi da parte i 23 miliardi di euro necessari per evitare che aumenti l’IVA, le possibilità a disposizione del Governo sono limitate, ed è proprio questo il motivo alla base dei tanti piccoli ma rilevanti balzelli su tasse ed imposte vigenti.

Come accade di frequente, la casa diventerà uno dei primi bersagli. Sia chi affitta che coloro che acquistano la prima o una seconda abitazione dovranno fare i conti con l’aumento di tasse ed imposte dal 2020.

Nello specifico, con la Legge di Bilancio 2020 ad aumentare sarà:

Anche l’introduzione di limiti di reddito per fruire delle detrazioni Irpef del 19% avrà come effetto quello di portare ad un incremento della pressione fiscale sui contribuenti con redditi più elevati. L’addio ai rimborsi Irpef su spese sanitarie, veterinarie, così come spese scolastiche, universitarie o per l’assistenza di anziani e disabili, ha come obiettivo quello di riequilibrare la tassazione e fare ordine tra le tax expenditures.

Il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 prevedeva nella sua prima versione l’aumento della tassa sulla fortuna, ovvero l’imposta dovuta sulle vincite a Gratta e Vinci e Superenalotto. La nuova bozza di testo pubblicata lo sostituisce con l’aumento del prelievo su slot machine e video lottery.

Porterà verosimilmente ad un aumento dei prezzi dei beni alimentari la plastic tax, che dovrebbe partire dal mese di giugno 2020 ed esser pari ad 1 euro per kg di plastica utilizzata per l’imballaggio di prodotti alimentari. A questa si aggiunge la surgar tax, che dovrebbe colpire le bevande zuccherate.

Al vaglio del Governo vi è, tra l’altro, l’ipotesi di aumento delle accise sul gasolio, mossa che porterebbe ad un rialzo dei prezzi e a maggiori entrate per l’erario pari a 2,25 miliardi di euro

Tasse e imposte in Legge di Bilancio 2020
Cosa aumentaCosa diminuisce
Imposta ipotecaria e catastale, da 50 a 150 euro ciascuna
Imposta ipotecaria e catastale (vendite con IVA), da 200 a 150 euro ciascuna
Cedolare secca affitti dal 10% al 12,5%
Cedolare secca già fissata al 15% dal 2020, l’aliquota del 12,5% è tecnicamente una riduzione
Cedolare secca 21% affitti commerciali, senza proroga si torna alla tassazione Irpef
Tassa sui giochi (slot machine e video lottey
Taglio del cuneo fiscale, solo per lavoratori dipendenti
Aumento tassazione partite IVA con riduzione forfettario
Sterilizzazione aumento Iva
Stretta alle compensazioni tra imposte e crediti
Plastic Tax, 1 euro al Kg
Sugar Tax su bevande zuccherate
Taglio detrazioni 19% per redditi alti
Accise sul gasolio

Aumento tasse per le partite IVA dal 2020? Tira e molla sul regime forfettario

Il regime fiscale agevolato per le partite IVA è terreno di scontro all’interno del Governo.

La nuova riforma del regime forfettario per le partite IVA rappresenterebbe, gioco forza, un ulteriore elemento del piatto della bilancia che “pesa” l’aumento delle imposte dal 2020. A questo si aggiunge l’abrogazione della flat tax per le partite IVA dai 65.001 euro ai 100.000 euro.

Stando alle ultime dichiarazioni, rilasciate dal Viceministro al MEF Antonio Misiani e dal Premier Conte durante l’Assemblea Confesercenti del 22 ottobre 2019, il Governo farà un passo indietro: dovrebbe quindi restare invariato il regime forfettario anche per il 2020.

Si ipotizza però l’introduzione di una sorta di doppio scaglione, con regole ed obblighi fiscali differenziati per le partite IVA fino a 30.000 euro e per quelle che superano tale soglia.

Al netto delle indiscrezioni, i numeri del taglio al forfettario e l’effetto in termini di maggiori entrate ed aumento d’impose sono già messi nero su bianco nel Documento Programmatico di Bilancio 2020:

MisuraEffetti finanziari % PIL 202020212022
Riforma regime forfettario e abolizione flat tax partite IVA 0,014 0,104 0,073

L’incremento delle entrate per lo Stato è stimato considerando ill ripristino dei limiti per l’accesso al regime di tassazione agevolato per le partite IVA, ovvero:

  • la reintroduzione del limite di 20.000 euro relativo al valore dei beni strumentali;
  • l’introduzione del limite per i compensi ai dipendenti, che passerà tuttavia da 5.000 a 20.000 euro;
  • l’ipotesi di reintroduzione il limite di 30.000 euro di reddito da lavoro dipendente o pensione.

Assume i contorni di un vero e proprio prestito forzoso la nuova stretta alle compensazioni sopra i 5.000 euro che, oltre a contrastare le frodi, renderà di fatto impossibile per imprese e professionisti utilizzare i crediti Irpef, Ires e Irap prima della presentazione della dichiarazione dei redditi (la cui scadenza è fissata il 30 novembre).

MisuraEffetti per il 2020 (milioni di euro)
Riduzione compensazioni indebite 836
Slittamento 248
Totale effetti per il 2020 1.084

Tra tanti aumenti, alcune diminuzioni: le tasse che si ridurranno nel 2020

Accanto ai tanti aumenti, il 2020 sarà anche un anno di lievi diminuzioni. Un’amara consolazione, della quale potranno però beneficiare soltanto alcune categorie di contribuenti.

Nell’elenco è sicuramente necessario menzionare l’IVA, che resterà così come ad oggi e non salirà al 13% ed al 25%.

A beneficiare della riduzione delle imposte saranno poi i lavoratori dipendenti destinatari del taglio al cuneo fiscale, anche se ad oggi è difficile ipotizzare sia quali saranno i reali beneficiari della misura che a quanto ammonterà il taglio delle tasse in busta paga.

Si riducono anche le imposte ipotecaria e catastale sulla vendita di immobili soggetti ad IVA: da 200 euro si passerà a 150 euro cadauna.

È controversa invece la questione della cedolare secca: se da un lato è vero che si va verso un aumento del 2,5% dell’imposta dovuta sui redditi relativi alle locazioni a canone concordato, è pur vero che si tratta in realtà di una riduzione rispetto a quello previsto a normativa vigente. A partire dal 1° gennaio 2020 infatti l’aliquota oggi fissata al 10% sarebbe dovuta salire al 15%.

Un dettaglio che non cambia lo scenario: il conto in arrivo per il 2020 è salatissimo.

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