Superbonus: novità allo studio su scadenze, ripristino della cessione e sblocco dei crediti incagliati

Tommaso Gavi - Irpef

Novità in arrivo sul superbonus e sulla questione dei crediti incagliati. Le modifiche a scadenze e cessione del credito potrebbero arrivare al termine dell'iter parlamentare della legge di conversione del decreto 11/2023. Le soluzioni allo studio del Governo

Superbonus: novità allo studio su scadenze, ripristino della cessione e sblocco dei crediti incagliati

Continuano proposte e novità per sbrogliare la matassa relativa alle questioni del superbonus e della cessione del credito dei bonus edilizi.

Le proposte confluiranno negli emendamenti in Commissione Finanze della Camera alla legge di conversione del decreto numero 11 del 2023, il cosiddetto “Blocca cessioni”.

Da un lato si lavora alla proroga della scadenza del 31 marzo per villette e unifamiliari, dall’altra per prevedere il ripristino della cessione del credito a particolari condizioni.

Tra chi potrebbe continuare a beneficiare del meccanismo potrebbero rientrare le Onlus, le IAPC, ovvero le case popolari, e i contribuenti che realizzano interventi che rientrano nel sismabonus.

Misure anche in tema di edilizia libera e per facilitare la cessione dei crediti derivanti da spese sostenute nel 2022.

Infine si lavora allo sblocco dei crediti incagliati. Il Governo è alla ricerca di una soluzione, come anticipato anche dal presidente della Commissione Finanze Marco Osnato, nel corso dell’appuntamento Flashmobweb di video Backlight del 6 marzo scorso.

Tra le ipotesi più quotate c’è la proposta avanzata già nei mesi scorsi da ABI e ANCE.

Superbonus, le novità allo studio su scadenze e ripristino della cessione del credito

Una delle novità che potrebbe arrivare anche prima della conclusione dell’iter parlamentare della legge di conversione del decreto numero 11 del 2023, il decreto Blocca cessioni, è la proroga per la scadenza per le villette e le unifamiliari.

Il termine è fissato alla fine del mese, al 31 marzo 2023, e potrebbe essere rinviato al 30 giugno prossimo. Potranno beneficiare dell’eventuale proroga i contribuenti che abbiano raggiunto il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre 2022.

Non sarà invece spostato il termine per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione del credito o dello sconto in fattura per crediti relativi a spese sostenute nel 2022.

Per evitare che i contribuenti che non hanno ancora ultimato il processo perdano la detrazione, però, potrebbe essere prevista la possibilità di ceder i crediti anche senza avere già firmato un contratto con la propria banca.

In altre parole, basterebbe l’avvio dell’istruttoria per la possibilità di provvedere alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro la fine del mese.

Per il presente, invece, allo studio c’è anche la possibilità di ripristinare la cessione del credito per alcune categorie e a determinate condizioni.

Il meccanismo introdotto dall’articolo 121 del decreto Rilancio, fermato a partire dal 17 febbraio per tutti i bonus edilizi relativi a lavori per i quali non era già stata presentata la CILA o la CILAS, potrebbe essere previsto per le Onlus, le case popolari e gli interventi che rientrano nel sismabonus.

Tale possibilità potrebbe essere prevista anche nei casi di edilizia libera: in tali situazioni un cambio delle regole potrebbe prendere in considerazione il pagamento di bonifici prima del 16 febbraio, e legare la data dei pagamenti in questione all’avvio dei lavori.

La possibilità potrebbe essere prevista con un’autodichiarazione del contribuente.

Superbonus, le ipotesi per lo sblocco dei crediti incagliati

Tra le questioni da risolvere c’è anche quella dei crediti incagliati.

Per la soluzione la proposta che potrebbe essere adottata è quella avanzata negli scorsi mesi da ABI e ANCE e riproposta anche nel corso dell’audizione del 7 marzo presso la Commissione Bilancio del Senato dalla stessa Associazione nazionale costruttori edili.

Una delle possibilità al vaglio è quella di permettere alle banche di utilizzare i crediti in compensazione con F24 con parte dei debiti dei propri clienti e correntisti.

L’ANCE ha proposto di inserire tale misura nel testo della legge di conversione del decreto numero 11 del 2023.

Nel tempo necessario per mettere in piedi la possibilità, tuttavia, è stato richiesto di intervenire tramite tramite le aziende statali, per acquistare parte dei crediti fiscali.

Non sono ancora definiti i contorni degli interventi ma, come già anticipato anche dal Presidente della Commissione Finanze della Camera Marco Osnato nell’appuntamento Flashmobweb di video Backlight dello scorso 6 marzo 2023, spetterà al Governo di:

“assumersi l’onere di sbloccare questi crediti incagliati, che ammontano a circa 20-22 miliardi di euro”.

Sul tema lo stesso Presidente della Commissione Finanze ha chiarito quanto di seguito riportato:

“Oggi, permanendo la possibilità della detrazione in dichiarazione, probabilmente aggiustando con alcune possibilità di cessione del credito per incapienti, probabilmente per le onlus, vediamo se riusciremo anche per gli ex iacp.”

Sebbene non siano del tutto chiari i contorni degli interventi per favorire lo sblocco delle somme ferme nei cassetti fiscali di imprese e contribuenti, lo stesso Marco Osnato aveva già anticipato che:

“l’idea del governo è sostanzialmente quella di proporre un emendamento per consentire appunto di sbloccare questi crediti. Che sia con l’F24 o che sia con l’acquisto di aziende di Stato che sia con una realtà mista, questo poi lo studieremo.”

Resta quindi allo studio dell’Esecutivo l’ipotesi di intervenire, anche attraverso le aziende di Stato, per sbrogliare la questione.

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