Gli emendamenti alla Manovra, anche dopo la scrematura, sono una lunga lista di desideri perlopiù difficilmente realizzabili: alla maggiorazione dell'assegno unico al contributo di solidarietà
A dominare le pagine economiche di queste settimane c’è la Legge di Bilancio 2026: i lavori in corso in Parlamento sulla prossima Manovra entrano nel vivo e da maggioranza e opposizione arriva una lunga lista di desideri, perlopiù difficilmente realizzabili.
E mentre l’Esecutivo continua a lavorare sul testo a Palazzo Chigi, le proposte, anche costose o poco in linea con la posizione del Governo, sono infinite: dall’aumento dell’assegno unico alla riduzione IRPEF in base all’età.
Nel frattempo le novità IVA per il Terzo settore slittano al 2036 e il calendario riporta l’attenzione sulla scadenza del 30 novembre per il pagamento della rottamazione quater.
Gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 sono una la lista dei desideri
Negli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 c’è l’agenda politica di maggioranza e opposizione. E si sa, il dibattito supera sempre di gran lunga il confine delle possibilità: serve più spesso per portare temi e istanze al centro dell’attenzione.
Dal rinvio del secondo acconto delle imposte, in scadenza il prossimo 30 novembre, all’IVA ridotta sui prodotti per l’igiene femminile, è anche in questa ottica che vanno letti gli oltre 5.700 emendamenti e la rosa di proposte selezionate che ne derivano.
Nel pacchetto dei cosiddetti segnalati resistono il contributo di solidarietà, nonostante il veto completo della premier, il costoso aumento dell’assegno unico ma anche una drastica riduzione dell’IRPEF in base all’età da 4 miliardi di euro, e ancora un congedo di paternità paritario con 5 mesi riconosciuti anche ai neo papà.
La stabilità dei conti pubblici priorità della Manovra 2026
Le idee non mancano. Ma, tra questioni politiche e matematiche, lo spazio per i colpi di scena non c’è. In campo una Manovra piccola piccola, da 18,7 miliardi di euro, e la priorità assoluta di tenere i conti in ordine, ancora di più dopo la notizia di promozione del rating italiano a Baa2 con outlook stabile, arrivata venerdì 21 novembre da Moody’s.
“Siamo soddisfatti della promozione, la prima dopo 23 anni. Un’ulteriore conferma della ritrovata fiducia in questo governo e dunque nell’Italia”, ha dichiarato il Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, anche dall’estero quindi arriva la spinta a continuare sulla strada della cautela e l’obiettivo per il Governo più che altro è quello di preservare l’equilibrio politico.
In questa direzione saranno orientate anche le correzioni, integrazioni e modifiche alla Legge di Bilancio 2026 da apportare tramite gli emendamenti ed è in questa direzione che proseguono le riunioni di maggioranza.
I punti della Manovra 2026 al centro dell’attenzione del Governo
E mentre in Parlamento si prosegue con l’iter da seguire, anche a Palazzo Chigi si continua a lavorare sugli osservati speciali ed è previsto un nuovo vertice anche per la prossima settimana:
- gli affitti brevi: si ipotizza una marcia indietro sull’aumento della cedolare secca al 26 per cento, anche sul primo immobile, per chi si affida alle piattaforme;
- l’estensione dell’iperammortamento;
- l’articolo 18 del DDL Bilancio che limita il regime di esclusione dalla tassazione ai dividendi che derivano da partecipazioni detenute, direttamente o indirettamente tramite società controllate in misura non inferiore al 10 per cento: novità che si traduce nell’aumento di tassazione dall’1,2 al 24 per cento per chi è interessato dalla modifica.
- l’ampliamento dell’esenzione dell’ISEE sulla prima casa, che potrebbe arrivare a 200.000 euro per chi si trova nelle città metropolitane;
- l’introduzione di una tassa sull’oro: una rivalutazione di lingotti e monete che non hanno i documenti in regola con una tassazione agevolata, misura che promette un incasso di due miliardi.
Sono queste le settimane decisive per passare dalla lista dei desideri alle modifiche effettive da apportare dal Disegno di Legge di Bilancio 2026 prima di procedere con l’approvazione al Senato e alla Camera entro fine anno.
Riforma IVA Terzo settore: slitta al 2036
Nel frattempo sempre da Palazzo Chigi, dal Consiglio dei Ministri del 20 novembre, arriva la notizia tanto attesa dal Terzo settore: la riforma IVA già rimandata più volte e prevista dal 1° gennaio 2026 slitta di un decennio.
Grazie all’accordo raggiunto in sede comunitaria, la riclassificazione di alcune operazioni compiute dagli enti non commerciali, con il passaggio dall’esclusione all’esenzione o all’imponibilità, resta in stand by fino al 2036.
I soggetti interessati, quindi, avranno a disposizione un tempo molto più generoso per adeguarsi ai necessari adempimenti IVA come, ad esempio, la fatturazione elettronica.
E lo stesso Consiglio dei Ministri è stata anche l’occasione utile per fare dei passi avanti nei lavori di riforma con il via libera definitivo sul decreto correttivo IRPEF-IRES approvato in via preliminare nei mesi scorsi.
Rottamazione quater in scadenza: nessun accesso alla quinquies per chi non paga
E mentre si lavora sul futuro, il calendario accende i riflettori anche sul presente. La data del 30 novembre non è solo la data di scadenza del secondo acconto, ma anche l’appuntamento con il pagamento della rata della rottamazione quater.
La strada per mettersi in regola con il Fisco si fa stretta per chi non paga: le porte della rottamazione quinquies inserita nella Legge di Bilancio 2026, infatti, restano chiuse per coloro che perdono i benefici della definizione agevolata in questa fase. E resta come unica possibilità la rateizzazione ordinaria.
E anche le ipotesi di decadenza dopo due mancati pagamenti, che arriva proprio dai lavori della Legge di Bilancio anche per chi ha aderito alla vecchia pace fiscale, non tocca il termine imminente del 30 novembre: qualsiasi novità della Manovra entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2026 sono una lista di desideri