La crisi di Governo blocca la riforma fiscale: cosa entra e cosa no negli affari correnti

In soffitta la riforma fiscale: con la crisi di Governo si blocca in Senato la legge delega, approvata dalla Camera il 22 giugno 2022. Nel perimetro degli affari correnti rientreranno i provvedimenti utili per l'attuazione del PNRR, ma anche l'emanazione di decreti legge per affrontare le emergenze.

La crisi di Governo blocca la riforma fiscale: cosa entra e cosa no negli affari correnti

La riforma fiscale non si farà, almeno non nel breve termine: la crisi di Governo manda in soffitta il disegno di legge delega, approvato dalla Camera il 22 giugno 2022 e sul quale si attendeva il via libera da parte del Senato.

Partito l’11 novembre 2020, con la delibera dell’indagine conoscitiva da parte delle Commissioni finanze di Camera e Senato, il lavoro sulla riforma del sistema tributario finisce nel cassetto in attesa delle elezioni e della formazione del nuovo Governo.

Divisiva e contestata, la riforma fiscale non rientrerà infatti nel perimetro degli affari correnti delineato dalla circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 21 luglio 2022, con la quale vengono fissate le linee guida che caratterizzeranno le ultime settimane del Governo Draghi.

L’Esecutivo potrà lavorare a provvedimenti urgenti, tra cui il decreto Aiuti bis, così come sarà impegnato nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR. Si lavorerà alle misure non rinviabili, ma per l’attesa riforma fiscale bisognerà attendere.

La crisi di Governo blocca la riforma fiscale: cosa entra e cosa no negli affari correnti

La circolare inviata a ministri, viceministri e sottosegretari il 21 luglio 2022 delinea in maniera precisa i confini dell’azione del Governo Draghi, nelle settimane che precederanno le elezioni del 25 settembre.

Tra le misure che potranno essere adottate resta fuori la riforma fiscale, e il disegno di legge delega è destinato di fatto a decadere ad ormai un passo dal via libera definitivo.

Il via libera della Camera dello scorso 22 giugno aveva di fatto chiuso un lungo e complicato lavoro di messa a punto e mediazione politica sulla revisione del sistema fiscale, partito l’11 novembre 2020 con l’avvio dell’indagine conoscitiva da parte delle Commissioni finanze.

Dal Senato si attendeva ormai a breve l’approvazione definitiva dei 10 articoli del provvedimento ma alla luce della situazione attuale a decidere sul futuro del Fisco italiano sarà il nuovo Governo, con tempi destinati inevitabilmente ad allungarsi.

Dall’IRPEF alla contestata riforma del catasto, fino al cashback fiscale e al nuovo regime forfettario, rimane per il momento in standby il progetto che a partire dai prossimi mesi si proponeva di rendere più competitivo il sistema tributario italiano.

Questo perché la riforma fiscale, seppur inserita nella cornice del PNRR, non è tra le azioni caratterizzanti del Piano italiano e la sua approvazione non appare quindi vincolante per il Governo.

Si tratta altresì di uno dei “progetti di accompagnamento” all’attuazione del Recovery Plan, utile per realizzare gli obiettivi di equità sociale e miglioramento della competitività del sistema produttivo previsti dalle Raccomandazioni dell’Europa all’Italia.

Un intervento necessario ma non vincolante, quindi, per l’ottenimento dei fondi previsti, che resta quindi fuori dal perimetro degli affari correnti sui quali sarà impegnato il Governo Draghi.

Sul destino del disegno di legge delega sono in ogni caso attesi aggiornamenti la prossima settimana: martedì 26 luglio l’Ufficio di Presidenza dei rappresentanti dei Gruppi parlamentari della Commissione Finanze del Senato discuterà sulla programmazione dei lavori in corso, tra i quali figura per l’appunto l’Atto 2651 sulla riforma fiscale.

Dal decreto Aiuti bis al PNRR (senza riforma fiscale): cosa farà il Governo Draghi fino alle elezioni

In attesa di aggiornamenti ufficiali circa il destino della legge delega sulla riforma fiscale, il Presidente Draghi con la circolare del 21 luglio 2022 ha fornito importanti dettagli sulle attività di fine legislatura.

Il documento aiuta a capire quali saranno gli affari correnti sui quali si concentrerà l’attenzione nelle prossime settimane: verranno attuate le leggi già approvate dal Parlamento, così come saranno adottati i decreti emergenziali quali, ad esempio, il decreto Aiuti bis.

Non si ferma il PNRR, e nella circolare è infatti evidenziato che il Governo rimarrà impegnato nell’attuazione legislativa, regolamentare e amministrativa del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano degli investimenti complementari.

A livello normativo non saranno emanati nuovi disegni di legge ad esclusione di quelli imposti da obblighi internazionali e comunitari, così come non verranno adottati regolamenti governativi o ministeriali esclusi dall’ambito di cui sopra e quelli di fatto già definiti.

Focus poi sui lavori parlamentari e, tra le altre cose, tra gli affari correnti rientrerà la conversione in legge di decreti adottati negli ultimi mesi, tra cui il decreto Semplificazioni.

Sul fronte fiscale, al netto degli interventi residuali del Governo Draghi, le ultime novità sono quindi attese dalla conversione in legge del decreto n. 73/2022.

Un ultimo capitolo sul fronte delle annunciate e necessarie riforme, ma per una “riscrittura organica” del complesso Fisco italiano bisognerà attendere. Ancora.

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