Elezioni il 25 settembre: la crisi di Governo compromette il lavoro sulla Legge di Bilancio 2023

Rosy D’Elia - Fisco

Elezioni il 25 settembre: la crisi di Governo compromette il lavoro sulla Legge di Bilancio 2023. Sarà difficile arrivare a un pacchetto di misure organico per il prossimo anno nel clima politico attuale. E la ragione è dettata non solo dall'incertezza, ma anche dal calendario da rispettare.

Elezioni il 25 settembre: la crisi di Governo compromette il lavoro sulla Legge di Bilancio 2023

Si va alle elezioni il 25 settembre: il voto in autunno è una eccezione assoluta. E non è un caso. Il calendario attuale, infatti, mal si sposa con i lavori di preparazione della Legge di Bilancio 2023, compromessi dalla crisi di Governo che è stata risolta, si fa per dire, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con lo scioglimento delle Camere.

I tempi e i passaggi necessari per la definizione di un pacchetto di misure che comporrà la prossima Manovra impongono alla squadra dimissionaria di avviare la macchina organizzativa per poi lasciare il testimone alla prossima compagine.

Il risultato? Inevitabilmente la prossima Legge di Bilancio sarà disorganica e frammentata.

Elezioni 25 settembre: l’impatto della crisi di Governo sulla Legge di Bilancio 2023

Secondo il calendario dettato dalla dalla legge numero 39 del 7 aprile 2011, entro il 10 aprile di ogni anno deve essere posata la prima pietra della Manovra.

Entro i termini anche quest’anno è stato presentato in Consiglio dei Ministri il Documento di Economia e Finanza che traccia le prime direzioni che porteranno alla Legge di Bilancio del 2023.

Nel testo è stato messo in evidenza un peggioramento del quadro macroeconomico alla luce delle difficoltà legate alla guerra in Ucraina e ai prezzi dell’energia. In questa occasione viene tracciata solo una cornice: la tappa di aprile è solo la prima di un lungo percorso.

E fondamentale è quella di settembre: entro il 27 del mese deve essere presentata alle Camere la Nota di aggiornamento del DEF che comincia a tracciare in maniera più definita i confini della Legge di Bilancio.

Avere in calendario le elezioni il 25 settembre significa avere una discontinuità nei lavori preparatori.

Sergio Mattarella, con le dichiarazioni del 21 luglio 2022, non ha lasciato spazio a dubbi:

“È noto che il Governo, con lo scioglimento delle Camere e la convocazione di nuove elezioni, incontra limitazioni nella sua attività. Dispone comunque di strumenti per intervenire sulle esigenze presenti e su quelle che si presenteranno nei mesi che intercorrono tra la decisione di oggi e l’insediamento del nuovo Governo che sarà determinato dal voto degli elettori”.

Ha sottolineato che non sono concesse pause e ha definito il perimetro degli affari correnti in cui l’attuale Esecutivo dovrà operare: misure emergenziali legate alla crisi economica e sociale, attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, contrasto alla pandemia.

All’esigenze dettate dalla straordinarietà del periodo si affiancano, poi, gli impegni ordinari che non possono essere in alcun modo rimandati, come i lavori preparatori della Legge di Bilancio.

È chiaro, quindi, che la NADEF, la nota di aggiornamento al DEF, sarà una delle ultime fatiche della squadra uscente.

Il documento aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica con le informazioni disponibili per il primo e secondo trimestre dell’anno, e quindi più affidabili rispetto a quelle utilizzate per il DEF.

Con il testo si rivedono gli obiettivi programmatici, e si cominciano a delineare i contenuti del Documento Programmatico di Bilancio.

Con l’elezioni il 25 settembre, si complica il lavoro sulla Legge di Bilancio 2023

Un punto interrogativo, però, sorge proprio sul Dpb, che rappresenta il passaggio successivo da compiere verso la Manovra con una definizione più chiara delle misure da mettere in campo per l’anno successivo: entro il 15 ottobre deve essere inviata alla Commissione Europera una sintesi del progetto di bilancio per il 2023.

Verosimilmente, il prossimo Governo non sarà operativo prima della fine di ottobre. Anche questo compito, quindi, potrebbero spettare all’Esecutivo in uscita.

Lo stesso discorso vale per la presentazione del disegno di legge di Bilancio al Parlamento entro il 20 ottobre 2022.

Il testimone, quindi, passerà alla nuova compagine proprio nel momento in cui si entrerà nel vivo dei lavori.

Entro il 30 novembre dovrà arrivare il parere della Commissione sul Documento Programmatico di Bilancio con le valutazioni sulla conformità dei programmi di bilancio alle raccomandazioni europee e sulla congruità della manovra rispetto agli obiettivi programmatici indicati.

Il testo definitivo della Legge di Bilancio 2023 dovrà essere condiviso e approvato ufficialmente dal Parlamento entro la scadenza del 31 dicembre 2022.

PROGRAMMAZIONESCADENZA
Presentazione del DEF al Parlamento 10 aprile
Presentazione alle Camere della Nota di aggiornamento del DEF 27 settembre
Presentazione del Documento Programmatico di Bilancio 15 ottobre
Presentazione alle Camere del disegno di legge del bilancio dello Stato 20 ottobre
Parere dalla Commissione UE sul DPB 30 novembre
Approvazione del Parlamento della Legge di Bilancio 31 dicembre
Eventuali disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica entro il mese di gennaio

La tabella di marcia da rispettare e la data delle elezioni del 25 settembre determinano, per forza di cose, un lavoro sulla Manovra discontinuo e a più mani che può portare a un pacchetto di misure frammentato e definito in maniera frettolosa.

Non è la prima volta che ci troviamo difronte a una crisi di Governo estiva. È già accaduto in questa stessa legislatura, quando Matteo Salvini, ad agosto 2019, ha aperto la crisi. Ma la situazione oggi è ben diversa.

In quel caso non ci sono state elezioni, ma solo la formazione di un nuovo governo, il Conte bis, che si è insediato il 5 settembre e ha avuto il tempo, stretto ma comunque utile, per definire un pacchetto di misure da inserire nella Manovra.

Quest’anno la Legge di Bilancio nascerà dalle mani di due Governi: necessariamente quello attuale, dimissionario, dovrà avviare i lavori che la prossima squadra dovrà portare a termine con tempi record e con intenzioni, probabilmente, molto diverse.

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