Fatture elettroniche e liquidazioni IVA: controlli automatizzati e più veloci dal 2026

Fatture elettroniche, una banca dati per velocizzare i controlli del Fisco: nella Legge di Bilancio 2026 debutta una procedura di liquidazione automatica in caso di omessa presentazione della dichiarazione IVA. Per chi non paga scatta l'iscrizione a ruolo immediata

Fatture elettroniche e liquidazioni IVA: controlli automatizzati e più veloci dal 2026

Fatture elettroniche, una banca dati preziosa che la Legge di Bilancio 2026 mette a servizio del Fisco.

L’obiettivo è ottimizzare le attività di controllo e, tra le novità, debutta una procedura automatizzata di liquidazione dell’IVA in caso di dichiarazione omessa. Come? Consentendo all’Agenzia delle Entrate di calcolare l’imposta tenuto conto dei dati di fatture elettroniche, corrispettivi telematici e LIPE.

La novità è tutt’altro che marginale, e al contrario segna l’avvio di una nuova strategia per il recupero dell’IVA che, stando ai dati contenuti nella relazione tecnica allegata alla Manovra, produrrà un gettito extra stimato in 646 milioni di euro nel 2026 e nel 2027, fino ad arrivare a 964 miliardi di maggiori entrate nel 2030.

Fatture elettroniche, corrispettivi e LIPE a servizio delle liquidazioni IVA automatizzate: cosa prevede la Legge di Bilancio 2026

Non un sostituto dell’accertamento ma un servizio che punta a “giocare d’anticipo”: l’articolo 25 del testo del DdL di Bilancio 2026 trasmesso al Senato introduce una nuova modalità di liquidazione dell’imposta in caso di omessa presentazione della dichiarazione IVA o di presentazione senza i quadri necessari per il calcolo delle somme dovute.

L’Agenzia delle Entrate, anche mediante procedure automatizzate, potrà calcolare l’IVA utilizzando i dati a propria disposizione. Fatture elettroniche emesse e ricevute, corrispettivi trasmessi e informazioni desumibili dalle LIPE (le comunicazioni trimestrali di liquidazione) consentiranno di quantificare il debito fiscale del contribuente.

Una procedura che, come indicato nella relazione illustrativa alla Manovra 2026, si baserà su alcune ipotesi semplificatorie e, in particolare, nella procedura automatizzata di calcolo non si terrà conto del credito IVA precedente al periodo di liquidazione. Dall’imposta dovuta verranno sottratti solo i versamenti già effettuati dal contribuente.

Liquidazioni IVA automatizzate, 60 giorni per pagare o chiarire

Il calcolo effettuato dal Fisco per chi non ha presentato la dichiarazione IVA o l’ha presentata incompleta verrà comunicato al contribuente, che avrà 60 giorni di tempo per fornire ulteriori elementi e chiarimenti (indicando ad esempio il credito IVA pregresso), o pagare le somme dovute unitamente alle sanzioni per omesso versamento e agli interessi applicati.

Se il contribuente provvede al versamento delle somme dovute entro i 60 giorni dalla comunicazione, la sanzione è ridotta a un terzo.

In assenza di feedback entro i 60 giorni a disposizione, le somme saranno iscritte a ruolo e quindi in pratica passeranno nelle mani dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Se invece nei 60 giorni a disposizione il contribuente fornisce dati ed elementi utili a modificare l’importo richiesto, verrà inviata una nuova comunicazione con la somma aggiornata e ripartirà la conta dei 60 giorni per pagare.

Dati delle fatture elettroniche al centro anche per il recupero delle cartelle

A definire le regole specifiche per la procedura automatizzata di liquidazione dell’IVA sarà un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Quel che è certo è che dalla Legge di Bilancio 2026 è in arrivo un piano potenziato per l’utilizzo della mole di dati che transitano giornalmente sui canali del Fisco e, guardando in particolare alle fatture elettroniche, non è da meno la novità che coinvolgerà anche l’Agenzia delle Entrate Riscossione.

È in particolare l’articolo 27 del testo a prevedere l’estensione del patrimonio informativo dell’Agenzia delle Entrate, con una modifica a quanto previsto dall’articolo 1, comma 5-bis del decreto legislativo n. 127/2015 in materia di conservazione e utilizzo dei dati delle fatture elettroniche.

Si tratta della norma che ad oggi consente di memorizzare i dati delle fatture elettroniche per otto anni, ai fini dell’utilizzo da parte della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane, per l’analisi del rischio e per i controlli fiscali e non.

Sulla base di quanto previsto dalla Manovra, si dispone che dal 2026 l’Agenzia delle Entrate potrà mettere a disposizione dell’AdER i dati relativi alla somma dei corrispettivi delle fatture emesse da debitori iscritti a ruolo e loro coobbligati nei sei mesi precedenti nei confronti di un medesimo soggetto. L’obiettivo è consentire analisi mirate all’avvio di procedure esecutive presso terzi.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network