La riforma fiscale si ferma in Senato. Cosa prevedeva il testo? I 10 punti spiegati

Si ferma il cammino della riforma fiscale: il 20 settembre 2022 il Senato ha ufficializzato l'impossibilità di arrivare ad un accordo sull'approvazione della legge delega. Quali erano le novità attese? 10 i punti, dall'IRPEF al catasto.

La riforma fiscale si ferma in Senato. Cosa prevedeva il testo? I 10 punti spiegati

Il cammino della riforma fiscale si ferma in Senato.

Il 20 settembre 2022 nel corso della riunione dei capigruppo è stato ufficializzato lo stop alla discussione sulla legge delega, per la quale dopo l’approvazione da parte della Camera si attendeva il via libera del Senato.

Si conclude così l’iter travagliato dei 10 articoli del testo della legge delega sulla riforma fiscale, iniziato a gennaio dello scorso anno in Commissione Finanze di Camera e Senato e che aveva portato alla messa a punto di un testo contenente diverse novità.

I 10 articoli che avrebbero guidato la fase di attuazione della riforma fiscale fissavano principi e criteri direttivi generali per la revisione del sistema.

Dall’IRPEF al catasto, fino alle novità in materia di IRES e IVA, dopo l’approvazione della legge delega da parte di Camera e Senato il Governo avrebbe avuto 18 mesi di tempo per adottare i decreti legislativi necessari.

Quali erano quindi i pilastri della riforma fiscale? Di seguito le 10 novità spiegate punto per punto.

Riforma fiscale, i 10 punti della legge delega spiegati. L’articolo 1 detta i tempi

Dalla data di entrata in vigore del testo della legge delega, il Governo avrebbe avuto a disposizione 18 mesi di tempo per adottare uno o più decreti legislativi in materia di riforma fiscale.

Questo uno dei punti contenuti all’articolo 1 della legge delega in materia fiscale, che fissa tra le altre cose i principi e i criteri direttivi generali.

Riforma fiscale - il Dossier con le novità della legge delega
Scarica il testo della Camera che illustra le misure contenute nei 10 articoli della legge delega fiscale

La legge delega in materia di riforma fiscale è stata approvata dal Governo il 5 ottobre 2021, dopo un lungo lavoro di confronto presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato volto ad indagare punti oscuri ed inefficienze del complesso sistema fiscale italiano.

La legge delega è stata tuttavia al centro di numerosi momenti di scontro tra le forze politiche in campo, e soltanto il 15 giugno il testo è stato licenziato definitivamente in Commissione, per passare all’esame del Parlamento.

La crisi di Governo che ha portato alla caduta dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi ha tuttavia comportato lo stop alla discussione da parte del Senato, e il 20 settembre è stata ufficializzata la fine del cammino della delega fiscale.

Ripercorrerne i punti principali è tuttavia importante, anche perché il Governo che si formerà dopo le elezioni del 25 settembre potrebbe decidere di partire dal lavoro già svolto per “ristrutturare” il sistema fiscale italiano.

L’articolo 1 della delega fiscale è stato oggetto di numerosi interventi nel corso dell’ultimo round del confronto e, tra le novità, si segnalano le seguenti:

  • è stato inserito il principio once only: l’Amministrazione Fiscale non può richiedere al contribuente documenti di cui è già in possesso;
  • al Fisco è richiesto di utilizzare pienamente i dati di fatture elettroniche, corrispettivi, e far dialogare le banche dati pubbliche, per ottimizzare le procedure di contrasto all’evasione.

Al centro della riforma fiscale vi è la necessità di preservare la progressività del sistema tributario, garantendo il rispetto del principio di equità orizzontale, e tra le priorità è prevista l’eliminazione dei micro-tributi, più costosi da gestire che remunerativi sul fronte del gettito.

Razionalizzazione, invece, sul fronte delle sanzioni amministrative, da graduare in base alle violazioni commesse e con particolare attenzione alle violazioni formali o meramente formali.

Riforma fiscale - il testo della legge delega all’esame di Camera e Senato
Clicca per scaricare il testo in formato pdf

Riforma fiscale, l’articolo 2 della legge delega: la revisione dell’IRPEF, il regime forfettario e il cashback fiscale

L’articolo 2 della legge delega sulla riforma fiscale affronta il tema della revisione delle imposte sui redditi.

Nel testo è prevista, tra i principi da seguire, la progressiva revisione delle imposte sui redditi derivanti dall’impiego di capitale, con il fine di favorire l’efficiente funzionamento del mercato dei capitali e di garantire la neutralità fiscale.

Stando a quanto previsto dall’articolo 2, le imposte sui redditi da capitale dovranno essere proporzionali, con il mantenimento di un regime cedolare di tassazione e con distinzione tra redditi di capitali mobiliari e immobiliari.

Eliminato in sede di discussione alla Camera il riferimento al passaggio ad un sistema duale di tassazione, che avrebbe potuto portare allo stop ai regimi cedolari così come li conosciamo ad oggi.

Sul fronte pratico, la delega fiscale conferma inoltre il regime forfettario per le partite IVA, e in parallelo fissa i pilastri per l’introduzione di un’imposta opzionale e sostitutiva applicata ai fuoriusciti dalla flat tax, per un totale di due anni.

Una exit tax volta a rendere meno “traumatico” il passaggio al sistema di tassazione IRPEF e contrastare l’evasione.

Per le aliquote IRPEF, dopo i primi interventi della Legge di Bilancio 2022, la riforma fiscale disegna un percorso di graduale riduzione, a partire dalle quelle applicate ai contribuenti con redditi medio-bassi.

Novità anche in materia di deduzioni e detrazioni fiscali: si prevedeva l’avvio di un’operazione riordino, che tra le altre cose avrebbe portato all’avvio del cashback fiscale, ossia l’erogazione dei rimborsi prima della presentazione della dichiarazione dei redditi, con priorità per le spese di natura socio-sanitaria.

Modifiche anche sul fronte dei versamenti delle imposte sui redditi, con:

“una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto, senza maggiori oneri per la finanza pubblica.”

Riforma fiscale, l’articolo 3 della legge delega: IRES e tassazione dei redditi d’impresa

La riforma fiscale non si ferma però all’IRPEF.

L’articolo 3 della legge delega fissa principi e criteri per la revisione dell’IRES e più in generale in materia di tassazione del reddito d’impresa.

Semplificazione e razionalizzazione delle regole di tassazione sono alcuni dei criteri da perseguire e uno o più decreti delegati dovranno essere volti a ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.

Al Governo era richiesto di puntare alla revisione della disciplina delle variazioni in aumento e in diminuzione, adeguandola ai mutamenti economici e anche tenuto conto di quanto previsto dai principali Paesi europei.

Neutralità inoltre per i regimi di tassazione delle imprese, per evitare distorsioni di natura fiscale relative alla scelta delle forme organizzative e giuridiche delle attività.

Riforma fiscale, l’articolo 4 della legge delega: la razionalizzazione di IVA e accise

Spazio, poi, alle novità in materia di IVA.

L’articolo 4 della legge delega impegnava il Governo a prevedere norme volte a razionalizzare IVA e accise, in riferimento ad aliquote e basi imponibili, con il fine di semplificarne la gestione e l’applicazione, ma anche contrastare erosione ed evasione fiscale.

In linea con il Green Deal europeo, sulle imposte indirette si prevedeva la necessità di tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti, con il fine di fare del Fisco uno degli strumenti utili per la progressiva riduzione delle emissioni di gas e promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili.

Riforma fiscale, l’articolo 5 della legge delega: graduale superamento dell’IRAP

Nel solco della prosecuzione degli interventi avviati con la Legge di Bilancio 2022, la legge delega in materia di riforma fiscale prevede inoltre il graduale superamento dell’IRAP, secondo i seguenti criteri:

  • priorità alle società di persone, agli studi associati e alle società tra professionisti;
  • necessità che la riforma generi gettiti in misura equivalente per le regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario ovvero per quelle che sono sottoposte a piani di rientro, ove ciò implichi l’applicazione, anche automatica, di aliquote IRAP maggiori di quelle minime.

Si ricorda che a partire dal 2022, per effetto di quanto previsto dall’articolo 1, commi 8 e 9 della legge n. 234/2021, sono esenti IRAP i contribuenti persone fisiche che esercitano attività commerciali, nonché arti e professioni.

Un primo intervento al quale la riforma fiscale puntava ad affiancare ulteriori novità, volte a rendere possibile il graduale addio all’imposta, anche in ottica di semplificazione degli adempimenti.

Riforma fiscale, il “contestato” articolo 6 della legge delega sul catasto

È stato uno dei temi al centro del dibattito e che ha portato al naufragio della legge delega: il catasto è indubbiamente tra i punti focali della riforma fiscale.

Il motivo è stato da sempr legato al rischio che un intervento in materia di valori catastali porti ad una revisione al rialzo delle tasse sul mattone, con conseguenze anche sul fronte di benefici e agevolazioni basati sulla prova dei mezzi.

Cosa prevede l’attuale versione della legge delega?

In primis la ricerca di immobili fantasma, abusivi o accatastati in maniera irregolare.

Un primo tassello che, entro il 1° gennaio 2026, sarebbe stato affiancato dall’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati. Per ciascuna unità immobiliare, accanto alla rendita catastale, sarebbe stata predisposta un’ulteriore rendita suscettibile di periodico aggiornamento predisposta sulla base dei criteri applicati in materia di tariffe d’estimo delle unità immobiliari urbane.

Una “rendita ulteriore” che, se necessario, sarebbe stata determinata anche tenuto conto delle caratteristiche del territorio o, ad esempio, della rideterminazione delle destinazioni d’uso degli immobili.

Dai decreti per l’attuazione dei principi della delega era inoltre attesa la norma che avrebbe previsto che una quota dell’eventuale maggior gettito incassato tenuto conto delle attività di ricerca di immobili non accatastati o irregolari sarebbe stata destinata anche alla riduzione delle imposte sugli immobili.

Una riforma che quindi puntava a scovare e sanare le irregolarità, e restituire le risorse incassate alla collettività.

In ogni caso la delega prevedeva in maniera chiara che le informazioni rilevate non sarebbero state utilizzate a fini fiscali così come per la determinazione di agevolazioni e benefici sociali.

Riforma fiscale, l’articolo 7 della legge delega: dalle addizionali IRPEF alla sovraimposta

Addio alle addizionali IRPEF. L’articolo 7 della riforma fiscale prevedeva che venissero sostituite con sovraimposte, applicabili al debito d’imposta e non alla base imponibile dell’IRPEF.

Regioni e Comuni avrebbero avuto la possibilità di manovrare le aliquote, garantendo l’applicazione delle stesso livello massimo previsto ad oggi in materia di addizionali IRPEF.

Agli enti locali sarebbero inoltre arrivate risorse anche in merito alle imposte dovute dai forfettari.

Riforma fiscale, l’articolo 8 della legge delega: la revisione del sistema di riscossione

Revisione necessaria anche in materia di riscossione. Tra le novità, la delega fiscale prevedeva la necessità di rendere più efficiente il sistema nazionale, orientandone l’attività verso obiettivi di risultato e non di esecuzione del processo.

Utilizzo delle tecnologie e in parallelo nuovi modelli organizzativi puntano ad ottimizzare le attività di recupero, anche a fronte dell’elevato tasso di crediti non riscossi.

Riforma fiscale, l’articolo 9 della legge delega: codificazione delle norme tributarie

La riforma fiscale passa anche dalla sistemazione delle norme tributarie, tanto che l’articolo 9 della legge all’esame del Parlamento delegava il Governo ad adottare uno o più decreti per la codificazione delle disposizioni fiscali.

L’obiettivo era garantire certezza dei rapporti giuridici e chiarezza del diritto nel sistema tributario, compreso nell’ambito di sanzioni e giustizia.

Le disposizioni sarebbero state organizzate per settori omogenei, per garantire o migliorare la coerenza giuridica, logica e sistematica delle norme e assicurare completezza e semplicità delle norme in ogni settore.

Linguaggio semplice, inoltre, ed evitare rinvii superflui assicurando che ogni norma fosse semanticamente chiara e concettualmente autosufficiente, nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto del Contribuente.

Riforma fiscale, nell’articolo 10 della legge delega niente aumento della pressione tributaria

In chiusura, una clausola di salvaguardia per il contribuente.

L’articolo 10 della delega fiscale prevedeva che dall’attuazione delle disposizioni di cui sopra non sarebbero derivati nuovi oneri per la finanza pubblica, ma anche che non sarebbe aumentata la pressione tributaria rispetto ad oggi.

Una postilla che non escludeva tuttavia che dalla riforma fiscale potesse derivare un riequilibrio della tassazione, con il fine di ridurre differenze e sperequazioni previste dal sistema fiscale italiano.

Quel che è certo è che il cammino della riforma fiscale si è fermato bruscamente, e che ora spetterà al nuovo Governo riscrivere le regole per un sistema più equo e a portata di cittadini e imprese. Una strada che già si preannuncia particolarmente lunga (e tortuosa).

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