Riprende la discussione sulla rottamazione quinquies delle cartelle: entro il 12 settembre si attendono gli emendamenti in Commissione al Senato. Dal veto per i debitori seriali allo stop per le mini-cartelle, le novità sulla pace fiscale attesa nel 2026

Ripartono i lavori sulla rottamazione quinquies.
La Commissione Finanze e Tesoro del Senato torna a discutere la proposta di legge per la rateizzazione dei carichi fiscali pendenti. Questo quanto emerge guardando al calendario dei temi al centro della seduta convocata per oggi, 10 settembre, e che si lega alla discussione rovente sulla “pace fiscale definitiva” promessa e attesa per il 2026.
Il lavoro della 6° Commissione, presieduta dal legista Massimo Garavaglia, sarà centrale per arrivare a una cornice chiara in vista dell’avvio dei lavori relativi alla Legge di Bilancio, provvedimento che potrebbe accogliere la definizione agevolata dei carichi relativi al periodo 2000-2023.
Da sciogliere i nodi su chi potrà beneficiarne, sul possibile veto per i “debitori seriali” così come sulla soglia dei debiti ammessi. Il tutto per rispondere alla domanda centrale: quanto costerà allo Stato una rottamazione spalmata su 10 anni?
Rottamazione quinquies, riparta la discussione in Senato. Entro il 12 settembre la presentazione degli emendamenti
Chiusa l’estate, il Parlamento torna a lavoro e per la Commissione Finanze e Tesoro del Senato è tempo di riprendere la discussione sulla proposta di rottamazione quinquies.
La seduta del 10 settembre inaugura la ripartenza dell’iter di esame della proposta di rateizzazione lunga dei carichi tributari relativi al periodo dal 2000 al 2023, anche in vista del termine per la presentazione degli emendamenti fissato al 12 settembre.
Si tratta quindi di giornate decisive per capire cosa potrebbe cambiare rispetto al testo in discussione presentato dalla Lega, partito di Governo che preme sull’approdo della nuova definizione agevolata nella Manovra 2026. Quasi certo un ridimensionamento della platea dei beneficiari rispetto a quanto messo attualmente nero su bianco, con il fine di “limare” i costi di un’operazione impegnativa per lo Stato e dall’esito incerto.
È infatti un dato di fatto che le quattro edizioni di rottamazione delle cartelle previste dal 2016 ad oggi hanno portato a incassi effettivi di gran lunga più bassi rispetto a quanto preventivato, rallentando di contro le attività ordinarie di recupero da parte del Fisco.
Sebbene l’edizione quinquies in discussione preveda una via più agevolata per i pagamenti, spalmati in 10 anni e senza maxi-rate, la questione potrebbe ripresentarsi e sono quindi allo studio misure per evitare di agevolare i cosiddetti debitori seriali.
Una rottamazione quinquies con limiti: i correttivi alla “pace fiscale definitiva” attesa nel 2026
La discussione ripartita in Senato servirà in sostanza per “chiudere il cerchio” sulle limature alle quali il MEF sta già lavorando, insieme ai promotori della rottamazione quinquies, da prima dell’estate.
Quantificare le coperture, valutando attentamente il rapporto tra costi-benefici, ma anche delineare meglio il perimetro dei beneficiari della “pace fiscale definitiva” promessa dalla Lega è l’obiettivo delle prossime settimane.
Gli emendamenti attesi in settimana saranno quindi una prima bussola per valutare le possibili novità. In ballo la possibilità di escludere dalla nuova chance di regolarizzazione i debitori che già in passato hanno aderito alle diverse forme di definizione agevolata, senza però pagare il conto dovuto.
Il fine è evitare che la nuova rottamazione, che punta a portare a 8 le rate non pagate che comportano la decadenza, diventi una via per ritardare la riscossione, un modo per prendere tempo da parte di chi non è in realtà intenzionato a mettere i propri conti in ordine.
All’ipotesi di esclusione tout-court si affianca la proposta, emersa in estate, di prevedere il pagamento delle rate non saldate in passato, un ticket d’ingresso obbligatorio per poter salire sul treno dei beneficiari della nuova rottamazione.
Tra i possibili correttivi anche una soglia minima di debiti da rottamare, con il fine di puntare alla pacificazione tra Fisco e contribuenti più indebitati. Per le micro-cartelle non si esclude una nuova edizione di stralcio, in linea con le indicazioni arrivate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio negli scorsi mesi.
Obiettivo Legge di Bilancio 2026: dal Senato un lavoro preparatorio
I correttivi dovranno in ogni caso puntare a non depotenziare una misura che, in teoria, punta ad agevolare i contribuenti più in difficoltà.
Sono questi coloro che potrebbero aver rinunciato alle rottamazioni negli scorsi anni a causa della difficoltà nel pagamento delle rate. Chiudere del tutto le porte della nuova pace fiscale, così come prevedere l’obbligo di saldare il conto pregresso, avrebbe l’effetto collaterale di escludere i contribuenti realmente impossibilitati a rimettersi in pari.
Bisognerà quindi pesare con cura le vie per rendere la rottamazione quinquies più sostenibile per lo Stato, senza intaccarne l’efficacia e gli obiettivi. Il lavoro che impegnerà nelle prossime settimane la Commissione Finanze del Senato sarà quindi particolarmente impegnativo e decisivo.
La versione della proposta che uscirà fuori dopo la discussione degli emendamenti si candida ad entrare successivamente in Legge di Bilancio 2026. Questo l’obiettivo, per portare a casa una pace fiscale discussa e modellata anche dal lavoro parlamentare.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rottamazione quinquies, riparte la discussione in Senato. Come può cambiare la “pace fiscale definitiva”