Verso la rottamazione quinquies nel 2026: con la pace fiscale lo Stato vince, lo Stato perde

Rosy D’Elia - Fisco

Si va verso la rottamazione quinquies: la discussione riparte a settembre, obiettivo Legge di Bilancio 2026. Ma quanto è utile la pace fiscale per lo Stato e per chi ha pendenze con il Fisco? I dati della Corte dei Conti

Verso la rottamazione quinquies nel 2026: con la pace fiscale lo Stato vince, lo Stato perde

Le ultimissime notizie che arrivano dal presidente della Commissione Finanze del Senato, Massimo Garavaglia, tracciano una prospettiva più certa per la rottamazione quinquies: della prossima definizione agevolata delle cartelle se ne parlerà a settembre con l’obiettivo di inserirla nella Legge di Bilancio 2026.

Si punta a una edizione tutta rinnovata del principale strumento di pace fiscale che ha attraversato i Governi degli ultimi 10 anni, tanto da non poter essere collocato precisamente in nessun punto politico. Richiesta a gran voce dai cittadini e dalle cittadine, supportata con energia, a turno, dalle forze politiche in campo.

I primi sottolineano la difficoltà a pagare, i secondi la presentano come un’opportunità per lo Stato. Non solo come una occasione imperdibile di consensi.

Ma quanto è utile, in termini economici, sia per lo Stato che per chi ha delle pendenze con il Fisco? Le risposte anche per capire se dati arrivano dalla Corte dei Conti e, in particolare, dall’audizione sul magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione e sulla proposta di una nuova rottamazione dello scorso marzo.

Rottamazione Normativa Periodi di debito coinvolti Rate previste Scadenze principali Particolarità
Prima rottamazione D.l. 193/2016 conv con legge n. 225/2016 2000 - 2016 Max 5 rate Prima rata 31 luglio 2017 - ultima rata 3 settembre 2018 Domanda entro 31
marzo 2017
Prima iniziativa di definizione agevolata
Rottamazione-bis D.l. 148/2017 conv con legge n. 172/2017 2000 - settembre 2017 Max 5 rate Prima rata 31 luglio 2018 – ultima rata 28 febbraio 2019 Domanda entro 15
maggio 2018
Permetteva di rientrare a chi era decaduto dalla prima rottamazione
Rottamazione-ter D.l. 119/2018 conv. con legge n. 136/2018 2000 - 2017 Max 18 rate (5 anni) Prima rata 31 luglio 2019 Ultima rata 30 novembre 2023 Domanda entro 30
aprile 2019 (prorogata al 31 luglio 2019)
Rateizzazione molto più lunga rispetto alle
precedenti
Rottamazione-quater Legge 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) 2000 - giugno 2022 Max 18 rate (5 anni) Prima rata 31 ottobre 2023 Ultima rata novembre 2027
Domanda entro 30 giugno 2023 Per i decaduti riammissione entro 30 aprile 2025
Inclusione dei debiti più recenti e maggior flessibilità nei pagamenti

Riepilogo elaborato dalla Corte dei Conti

Verso la rottamazione quinquies nella Legge di Bilancio 2026 tra boom di adesioni e rate non pagate

Mentre si traccia il percorso che, con tutta probabilità, poterà alla rottamazione quinquies, i dati raccolti dal 2016 al 2024 fanno emergere alcuni punti critici importanti. Oggi è in corso l’edizione quater, messa in campo dall’attuale Governo con la Legge di Bilancio 2023, che offre la possibilità di mettersi in regola senza pagare interessi e sanzioni e si pone in linea di continuità con le precedenti.

Il primo punto rilevante è che il valore dei debiti oggetto delle definizioni agevolate cresce sempre di più. Dalla prima alla quarta rottamazione il numero di cittadini e cittadine aderenti è raddoppiato, passando a 1,7 milioni di persone a circa 3 milioni, mentre la mole delle cartelle da sanare è passata da 34,5 miliardi a 97,3 miliardi.

Il secondo aspetto centrale è che il successo delle diverse rottamazioni è più teorico che pratico: a fronte di un grande interesse e di un numero di adesioni importanti, anche se minimo rispetto al numero complessivo di persone non in regola che supera i 21,8 milioni, gli incassi delle prime tre definizioni agevolate delle cartelle negli anni sono calati sempre di più e non hanno mai superato la metà di quanto previsto.

Anche la rottamazione quater viaggia con uno scarto importante tra aspettative e realtà, ma i giochi sono ancora aperti visto che si concluderà nel 2027 e periodicamente viene offerta ai contribuenti che hanno aderito nel 2023 la possibilità ritornare a pagare.

Verso la rottamazione quinquies nella Legge di Bilancio 2026: a chi conviene la pace fiscale?

Volendo sintetizzare in maniera drastica, la pace fiscale è tutto fumo e niente arrosto. Di sicuro rappresenta un grande aiuto per una parte di contribuenti che, beneficiando della riduzione degli importi da pagare, riesce a mettersi in regola o guadagna tempo sulle procedure esecutive, come segnalato più volte dalla Corte dei Conti per motivare anche la mole di rate che restano non pagate.

Quello che è certo, però, per sciogliere il nodo della riscossione bisogna progettare altre soluzioni. Le cifre, con un magazzino di carichi che ha superato quota 1,27 miliardi di euro, descrivono un sistema che non riesce a uscire dall’impasse.

“L’attuale capacità operativa di Agenzia entrate-Riscossione non appare da tempo in grado di fronteggiare il flusso annuale di posizioni creditorie”, ha segnalato, infatti, la Corte dei Conti.

Anche per lo Stato, infatti, la rottamazione delle cartelle rappresenta più un lenitivo, che una cura. Lo Stato vince, lo Stato perde.

Vince perché recupera, senza dubbio, risorse che altrimenti con molta probabilità non incasserebbe mai. Ma perde perché, nonostante gli sconti su sanzioni e interessi, riesce a recuperare sempre una parte piccolissima degli importi da riscuotere, anche se si considerano solo le previsioni di incasso fatte in base al numero di adesione. E la perdita va considerata anche in termini non immediatamente economici:

“Quanto agli effetti indiretti prodotti dalle rottamazioni, non può essere trascurato il fatto che esse possano indurre all’inadempimento successivo, alimentando il convincimento che è possibile e conveniente non pagare alle scadenze ordinarie”, si legge nell’analisi dello scorso marzo focalizzata proprio sulla questione del magazzino della riscossione e su una nuova possibile pace fiscale.

Secondo la Lega, che ha scritto la proposta di legge con le regole per una nuova rottamazione quinquies, per favorire il successo della rottamazione delle cartelle bisogna cambiare le regole dei pagamenti necessari per la definizione agevolata delle cartelle: dare più tempo, garantire rate più basse, concedere una maggiore tolleranza per i mancati pagamenti.

Tutti elementi che aumentano l’appeal per i cittadini e le cittadine che si trovano in difficoltà, ma che rendono ancora più complessa, se non impossibile, una visione chiara del valore effettivo della pace fiscale.

Rottamazione quinquiesLa proposta della Lega
Cartelle interessate Debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER, ex Equitalia) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023
Benefici Taglio integrale di sanzioni, interessi e aggio di riscossione. Il contribuente deve pagare solo la quota capitale del debito, più le spese per le procedure esecutive e di notifica
Modalità di pagamento La proposta prevede un piano di rateizzazione “light” in un massimo di 120 rate mensili di importo costante. Questo significa un piano di pagamento che può arrivare fino a 10 anni
Pagamento delle rate Le rate sono a cadenza mensile.
Decadenza dalla rottamazione A differenza delle precedenti rottamazioni (che prevedevano la decadenza dopo il mancato pagamento di una o poche rate), la proposta stabilisce che si decade dal beneficio solo in caso di mancato pagamento di 8 rate, anche non consecutive.
Effetti della domanda Cosa comporta la domanda:

  • Sospensione dei termini di prescrizione e decadenza;
  • Sospensione di precedenti dilazioni di pagamento;
  • Divieto di iscrivere nuovi fermi amministrativi o ipoteche;
  • Divieto di avviare nuove procedure esecutive o di proseguire quelle già in corso (a meno che non sia già avvenuto il primo incanto con esito positivo);
  • Il debitore non è considerato inadempiente per il rilascio del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva).
Procedura dopo la domanda L’AdER comunicherà al contribuente l’importo totale dovuto e l’ammontare delle singole rate

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