Rottamazione quinquies 2026, verso lo stop per i decaduti. Pace fiscale non per tutti

La rottamazione quinquies guarda alla Legge di Bilancio 2026, ma con l'ipotesi di escludere i decaduti da precedenti definizioni agevolate. Cambio di passo rispetto alle regole previste dalla proposta originaria

Rottamazione quinquies 2026, verso lo stop per i decaduti. Pace fiscale non per tutti

Per la rottamazione quinquies si guarda alla Legge di Bilancio 2026, ma per garantirne la sostenibilità potrebbe assumere contorni ben diversi rispetto alla proposta originaria.

Dal palco del Meeting di Rimini, è stato il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon a ribadire l’intento di portare a casa la rateizzazione lunga delle cartelle esattoriali.

La lunga gestazione della rottamazione quinquies, annunciata a inizio anno e messa nero su bianco con un progetto di legge all’esame del Senato dalla fine di febbraio, potrebbe concludersi entro il mese di dicembre in vista del varo della Manovra.

Il costo? Secondo quanto dichiarato da Durigon il 24 agosto potrebbe aggirarsi tra i 2 e i 3 miliardi. Per garantirne la sostenibilità si punta però a prevedere specifiche esclusioni e vincoli, in particolare per i “debitori seriali”. Per i decaduti da precedenti rottamazioni si va verso un cambio di passo deciso rispetto alla proposta originaria.

Rottamazione quinquies, possibile veto per i decaduti da precedenti definizioni agevolate

Nel cantiere della Manovra 2026 la rottamazione quinquies occupa un posto di spicco, insieme al taglio dell’IRPEF per il ceto medio. I contorni della nuova pace fiscale sono contenuti nel progetto di legge all’esame del Senato, per il quale entro la metà del mese di settembre si attendono le proposte emendative.

Il lavoro parlamentare continua e si incrocia con le limature allo studio del Ministero dell’Economia, necessarie per rendere sostenibile per le casse pubbliche il progetto di dilazione in 120 rate dei debiti accumulati dal 2000 al 2023. Oltre venti anni di cartelle pregresse per le quali l’obiettivo è azzerare sanzioni e interessi a carico del contribuente, consentendo di rimettersi in regola in un lasso temporale lungo e con minori rischi in caso di mancato versamento delle rate dovute.

A differenza delle precedenti forme di definizione agevolata, la rottamazione quinquies prevede un piano di rateazione più lungo e, in parallelo, porta da uno a otto il numero di rate non pagate che comportano la decadenza.

Una misura vantaggiosa che tuttavia potrebbe essere preclusa a quei contribuenti che negli anni hanno sfruttato le diverse forme di rottamazione delle cartelle esclusivamente per beneficiare degli effetti immediati di sospensione delle procedure cautelari ed esecutive, penalizzando però anche chi non è riuscito a far fronte al pagamento delle rate.

La “giravolta” della rottamazione quinquies: da opportunità per tutti a beneficio con vincoli

L’utilizzo delle rottamazioni come via per ritardare la riscossione è stato posto in evidenza dalla Corte dei Conti, nell’esaminare l’impatto delle diverse forme di definizione agevolata susseguitesi negli anni.

A fronte di un grande interesse e di un numero di adesioni importanti, gli incassi delle prime tre definizioni agevolate delle cartelle negli anni sono calati sempre di più e non hanno mai superato la metà di quanto previsto.

Ad esempio, la prima rottamazione ha portato solo al 47 per cento circa di incassi, rispetto a quelli attesi sulla base delle istanze presentate. Per la bis e per la ter la percentuale è scesa a circa il 33 per cento, e anche gli incassi della rottamazione quater tutt’ora in corso presentano una differenza importante tra aspettative e realtà.

Da questi dati deriva l’ipotesi in campo di chiudere le porte della rottamazione quinquies ai decaduti da precedenti definizioni o, quantomeno, prevedere l’obbligo di saldare le rate scadute e non pagate in tempo.

In parallelo si valuta di prevedere la possibilità di adesione solo per le cartelle di importo più elevato, con una procedura parallelo di saldo e stralcio per i micro-debiti.

Cosa prevede ad oggi la proposta di legge per i decaduti

Se è vero che la versione definitiva della rottamazione quinquies arriverà, salvo passi indietro, solo dopo il via alla Legge di Bilancio 2026, è bene evidenziare come i lavori di limatura di cui si parla nelle ultime settimane potrebbero cambiarne in misura sostanziale i contorni.

La proposta di legge presentata dalla Lega e in discussione in Senato prevede attualmente un’apertura ampia per i decaduti, disponendo in particolare la possibilità di ammissione per i debiti ammessi a precedenti misure di definizione agevolata anche in caso di inefficacia delle stesse.

Dalla prima rottamazione, fino all’edizione quater, la rateizzazione lunga nella formula originaria proposta dalla Lega nasce come misura per tutti.

Stop ai decaduti, possibile effetto boomerang

Impedire ai decaduti di beneficiare della nuova rottamazione, così come prevedere come vincolo il pagamento delle precedenti rate, potrebbe rappresentare un ostacolo importante per il successo della misura.

C’è da evidenziare ancora una volta come la rottamazione quinquies si differenzi dalle precedenti forme di definizione agevolata per via della maggior convenienza nel piano di rientro.

Prevedere una rateizzazione in 10 rate, con 120 quote di pari importo, significa in primis cancellare le maxi rate iniziali, e quindi eliminare uno degli ostacoli per i contribuenti. Stabilire come vincolo d’accesso il pagamento delle rate scadute penalizzerebbe inoltre i contribuenti in reale difficoltà economica.

Si tratta di considerazioni da fare nella scelta dell’effettivo perimetro della rottamazione quinquies, per evitare che la proposta si trasformi in un provvedimento inefficace e poco utile, anche guardando all’interesse dell’Erario di sfoltire il magazzino della Riscossione.

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