Controlli fiscali, le novità in Legge di Bilancio 2026

Più controlli fiscali nel 2026: dalle compensazioni fino all'accesso ai dati delle fatture elettroniche per la riscossione delle cartelle, in Legge di Bilancio trova spazio anche un nuovo pacchetto anti-evasione

Controlli fiscali, le novità in Legge di Bilancio 2026

Controlli fiscali al centro delle novità della Legge di Bilancio 2026.

Nel pacchetto Fisco della Manovra, approvata il 17 ottobre in Consiglio dei Ministri, non ci sono solo la rottamazione quinquies e il taglio dell’IRPEF, ma anche un insieme di misure per il contrasto all’evasione.

Si parte dalla stretta in materia di compensazioni per chi ha debiti con il Fisco, per arrivare ai nuovi controlli in materia di IVA e, come richiesto dalla Commissione tecnica per l’analisi del magazzino della Riscossione, all’accesso dei dati delle fatture elettroniche per l’AdER.

Controlli fiscali 2026, stop alle compensazioni per chi ha debiti superiori a 50.000 euro

Agire sulle norme per contrastare l’evasione. Stando a quanto dichiarato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa del 17 ottobre, la Manovra 2026 darà una nuova stretta alle indebite compensazioni.

Per capire esattamente cosa cambierà da gennaio del prossimo anno l’attesa è d’obbligo e in primo luogo bisognerà aspettare quantomeno il testo del Disegno di Legge di Bilancio 2026. Uno dei punti fermi in merito alle novità in materia di controlli è tuttavia rappresentato dalle novità in merito alle compensazioni per chi ha debiti con il Fisco.

Il limite che porta al blocco della possibilità di utilizzare in compensazione i crediti fiscali dovrebbe passare da 100.000 a 50.000 euro. Si tratta della norma prevista dall’articolo 37 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, che al comma 49-quinquies prevede per l’appunto l’esclusione dalla compensazione in presenza di cartelle e atti di recupero dell’Agenzia delle Entrate sopra soglia.

Un divieto che ad oggi, come detto, è previsto superato il valore di 100.000 euro e che in ogni caso non si applica in caso di somme oggetto di piani di rateazione per i quali non sia intervenuta decadenza.

Nella Legge di Bilancio 2026 più controlli su dichiarazioni IVA e fatture

Più controlli del Fisco anche sul fronte dell’IVA. La norma che, stando alle anticipazioni, troverà spazio nel testo della Legge di Bilancio 2026 prevede un iter più veloce per le verifiche dell’Agenza delle Entrate in caso di omessa presentazione della dichiarazione IVA.

L’Agenzia delle Entrate potrà incrociare i dati relativi alla precompilata IVA messa a disposizione dei contribuenti e le fatture elettroniche per procedere con i controlli automatizzati. Si salta in sostanza il passaggio preliminare dell’accertamento, con un utilizzo più capillare dei dati a disposizione delle banche dati dell’Amministrazione Finanziaria.

Cartelle, non solo pace fiscale: all’AdER l’accesso pieno ai dati delle fatture elettroniche

C’è poi il tema delle cartelle e del potenziamento degli strumenti nelle mani dell’AdER. Accanto alla nuova pace fiscale, la Legge di Bilancio 2026 accoglie una delle proposte avanzate dalla Commissione tecnica chiamata ad analizzare il magazzino della Riscossione.

L’Agenzia delle Entrate Riscossione potrà avere libero accesso ai dati delle fatture elettroniche, di modo da poter avviare procedure mirate di pignoramento dei crediti da rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi.

Una logica di “bastone e carota”, quindi, per quel che riguarda il tema delle cartelle. La pace fiscale per i carichi compresi dal 2000 al 2023, con 54 rate bimestrali spalmate su 9 anni, si affiancherà a una nuova strategia di controlli. L’obiettivo è recuperare la parte di quei 1.300 miliardi di crediti accumulati dalla Riscossione che risulta esigibile. Si tratta di 734,16 miliardi, mentre per la restante quota pari a 537,75 miliardi le prospettive di recupero si fanno sempre più remote.

Il taglio IRPEF si ferma a 50.000 euro, benefici fino a 200.000 euro

Il capitolo Fisco della Manovra 2026 è quello più attenzionato. La rottamazione quinquies è uno dei temi cardine della Legge di Bilancio, che si affianca all’atteso taglio dell’IRPEF per il ceto medio.

Dal 1° gennaio 2026 è quindi confermata la riduzione al 33 per cento dell’aliquota, pari ad oggi al 35 per cento, applicata ai titolari di redditi fino a 50.000 euro. Sfuma l’idea di estendere lo scaglione fino a 60.000 euro, ma in ogni caso i benefici che derivano dal taglio IRPEF riguarderanno anche tutti coloro che hanno un reddito più alto, fino a 200.000 euro.

Superata questa soglia ci sarà anche un meccanismo compensativo per limitare i guadagni che derivano dalla revisione del calcolo dell’imposta. L’ipotesi più plausibile è che si riproponga il taglio alle detrazioni fiscali previsto per i redditi superiori a 50.000 euro che è stato introdotto quando sono stati accorpati i primi due scaglioni proprio per limitare la platea di beneficiari e beneficiarie della novità.

Vale la pena specificare che l’iter che porterà al varo della Legge di Bilancio entro la fine dell’anno è solo alle prime battute. Sarà centrale monitorare le modifiche che saranno apportate nel corso dell’esame nelle aule di Camera e Senato per capire quale sarà effettivamente la forma del “nuovo Fisco” dal prossimo anno.

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