Non solo pace fiscale: per il recupero dei debiti contenuti nelle 173 milioni di cartelle nelle mani dell'AdER, torna in campo la proposta di consentire il pieno accesso ai dati dei conti correnti e delle fatture elettroniche. Ad avanzarla la Commissione tecnica incaricata di analizzare il magazzino della Riscossione

Una pace fiscale affiancata da un potenziamento delle attività ordinarie per il recupero delle cartelle.
Nel pieno della discussione sulla Legge di Bilancio 2026, torna in campo il tema della necessità di migliorare le attività di riscossione e di tentare di recuperare i 1.300 miliardi circa di debiti che affollano il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Come? Consentendo il pieno accesso ai dati dell’Anagrafe Tributaria, come quelli sui conti correnti, così come ai dati delle fatture elettroniche. Queste due delle linee guida tracciate dalla Commissione per il riordino della riscossione e presentate in Commissione Finanze e Tesoro del Senato il 14 ottobre.
Cartelle, non solo pace fiscale: torna in discussione l’accesso a conti correnti e fatture elettroniche
Insediatasi alla fine dello scorso anno dopo il varo del decreto legislativo n. 110/2024, con il fine di individuare possibili soluzioni per smobilizzare il magazzino dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, la Commissione tecnica presieduta dal Presidente a riposo della Corte dei Conti, Roberto Benedetti, ha presentato un primo set di possibili interventi.
L’obiettivo è recuperare gli ormai quasi 1.300 miliardi di crediti stratificatisi negli anni (dal 2000 al 2024), o quantomeno la quota che risulta ad oggi ancora esigibile.
Secondo i dati presentati il 14 ottobre in Commissione Finanze e Tesoro del Senato, nel calderone dei crediti da riscuotere vi è una quota importante di somme non riscuotibili: si tratta di 537,75 miliardi, formalmente o sostanzialmente inesigibili.
La restante parte, pari a 734,16 miliardi, è quella alla quale bisogna puntare. In che modo? Il lavoro di snellimento dei carichi in essere, suddividendo quindi quelli stralciabili da quelli “aggredibili”, deve affiancarsi a un cambio di paradigma.
Nell’audizione del 14 ottobre è tornata al centro dell’attenzione la proposta di una più capillare condivisione dei dati fiscali dei contribuenti.
La Commissione ha infatti messo nero su bianco la necessità di consentire all’AdER di accedere a tutti i dati utili per la riscossione coattiva contenuti nell’Anagrafe tributaria e nell’archivio dei conti correnti. Ad oggi l’AdER può accedervi solo in modalità puntuale, e solo ad alcuni dei dati relativi ai rapporti finanziari.
La Commissione tecnica chiede quindi che, al fine di aumentare l’efficacia dell’attività di riscossione e la tempestività dell’azione di recupero, venga concesso di conoscere non solo la presenza di un conto corrente, ma anche la sua consistenza. Il motivo? Rendere più efficace l’attività di recupero.
Stessa considerazione anche sul fronte dei dati delle fatture elettroniche, che permetterebbero all’AdER di avviare procedure mirate di pignoramento dei crediti da rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi.
Cartelle, 408 miliardi di crediti da stralciare, il 32 per cento del magazzino AdER
Le proposte della Commissione per il riordino della riscossione presieduta dal Presidente Benedetti sono tecniche e non politiche.
L’idea di un’ampia condivisione dei dati contenuti nelle fatture elettroniche, ma ancor di più di quelli relativi alle disponibilità economiche dei conti correnti, non sembra accogliere ampio favore all’interno del Governo e in particolare da parte del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
C’è però da dire nelle scorse settimane, in parallelo alla nuova pace fiscale attesa con la Manovra 2026, lo stesso Titolare del MEF ha parlato di “un po’ di guerra” per chi al contrario non vorrà salire sul treno della definizione agevolata. Cosa significhi nella pratica non è chiaro, anche se è plausibile ipotizzare alla messa a punto di un nuovo pacchetto di misure per il contrasto all’evasione con la Legge di Bilancio.
Il tema è centrale, anche perché l’obiettivo di fondo è evitare che la situazione di impasse che caratterizza ad oggi il magazzino della Riscossione si ripeta anche per il futuro. E per farlo è necessario rendere più efficiente il lavoro dell’AdER, riflettendo in primi sulla politica di recupero fiscale di natura coattiva, sul potenziamento dell’organico, guardando a figure con competenze specialistiche e come detto ragionando sull’interoperabilità dei dati.
Da rivedere anche il sistema generale di notifica delle cartelle e di tutti gli adempimenti propedeutici all’avvio delle procedure di recupero coattivo, una serie di passaggi che ritardano i tempi effettivi delle attività di recupero.
L’effetto? Al ritardo corrisponde quasi sempre una maggiore difficoltà di riscossione. Lo provano i 388 miliardi di crediti ormai non più esigibili, relativi a persone decedute, imprese fallite o cancellate dal Registro delle Imprese, ma ancor di più quelli prescritti.
A questi si affiancano ulteriori 70 miliardi con remote prospettive di riscossione, relativi al periodo dal 2000 al 2010.
Si tratta quindi in totale di 408 miliardi di euro di debiti che potrebbero essere discaricati, pari al 32 per cento del magazzino totale dell’AdER. Una riflessione sulle modalità di recupero coattivo è quindi non più rinviabile, per dare il via all’ampio e complessivo di ridisegno dei principali elementi nodali che caratterizzano le procedure richiesto dalla Commissione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cartelle, non solo pace fiscale: torna in discussione l’accesso a conti correnti e fatture per l’AdER