Superbonus 2024: novità e scadenze

Tommaso Gavi - Irpef

Quali sono le novità del superbonus 2024? Il punto sulle regole per l'anno in corso: dai beneficiari alle scadenze, passando per i contributi a fondo perduto e i casi in cui si può ancora scegliere la cessione del credito

Superbonus 2024: novità e scadenze

Sono diverse le novità previste per l’anno in corso per il superbonus 2024. L’agevolazione edilizia introdotta dal decreto Rilancio, ormai giunta alle battute finali, è stata modificata dal decreto del governo approvato lo scorso 29 dicembre.

In linea generale prosegue al 70 per cento per i condomini mentre si ferma per le abitazioni unifamiliari e le villette.

Tra gli interventi stabiliti alla fine dell’anno c’è l’introduzione di un contributo a fondo perduto per coprire la riduzione dell’agevolazione, nel rispetto di determinati requisiti reddituali e di avanzamento dei lavori.

Per gli interventi realizzati entro il 31 dicembre scorso, inoltre, è stata prevista una misura di salvaguardia per garantire la detrazione.

Una guida all’agevolazione per l’anno in corso, con un focus su chi potrà continuare a beneficiare dell’agevolazione e a utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura.

Il punto su beneficiari, novità e scadenze.

Superbonus 2024: le principali novità

Dal 1° gennaio il superbonus ha cambiato profondamente volto. La scadenza del 31 dicembre 2023 è stata una data spartiacque per l’agevolazione introdotta dal decreto Rilancio.

Mentre per le spese sostenute nel 2023 l’agevolazione è stata riconosciuta nella misura del 90 o del 110 per cento, il superbonus 2024 si presenta notevolmente ridimensionato.

In linea generale è prevista una riduzione dell’agevolazione al 70 per cento per i condomini (scenderà al 65 per cento per l’anno 2025). Per le villette e le unifamiliari non sarà invece più possibile accedere al superbonus: con la fine dello scorso anno è terminata anche l’agevolazione.

Novità sono arrivate nella parte finale dell’anno con il decreto legge numero 212 del 29 dicembre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal 30 dicembre scorso.

Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri non prevede modifiche soltanto al superbonus ma anche al bonus barriere.

Tra le novità più rilevanti c’è la misura di salvaguardia per riconoscere il credito d’imposta in misura più alta per i lavori realizzati e asseverati entro il 31 dicembre 2023. Vengono in altre parole escluse le azioni di recupero in caso di mancata ultimazione degli interventi.

L’agevolazione viene riconosciuta in forma piena anche nel caso in cui non venga realizzato il doppio salto di classe energetica, previsto tra i requisiti per l’accesso al superbonus.

Viene inoltre esteso il divieto all’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi su edifici di zone sismiche 1, 2 e 3, compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana e per le quali non è stato richiesto il relativo titolo abilitativo, prima del 30 dicembre scorso.

Infine è stato introdotto un contributo a fondo perduto per i soggetti con reddito inferiore a 15.000 euro, i cui interventi abbiano raggiunto almeno uno stato di avanzamento del 60 per cento alla fine dello scorso anno.

Superbonus 2024: a chi spetta il contributo a fondo perduto

Per tutelare i soggetti che hanno già iniziato i lavori di superbonus nei condomini, e non sono riusciti a concluderli entro la scadenza del 31 dicembre dello scorso anno, il decreto 212/2023 ha introdotto un contributo a fondo perduto per coprire la riduzione dell’agevolazione.

Il contributo spetterà nel rispetto di determinati requisiti di reddito e di avanzamento dei lavori.

In linea generale le condizioni per l’accesso al contributo a fondo perduto sono le seguenti:

  • deve essere raggiunto uno stato di avanzamento di almeno il 60 per cento, verificato al 31 dicembre 2023;
  • i soggetti beneficiari devono percepire redditi inferiori a 15.000 euro;
  • le spese devono essere sostenute tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024.

L’ammontare del contributo a fondo perduto superbonus 2024 non è ancora stato definito ma senza dubbio non sarà superiore alla differenza tra la misura dell’agevolazione riconosciuta per le spese del 2023 e la misura riconosciuta per quelle sostenute nel periodo indicato del 2024.

Per l’attuazione della norma è infatti necessario un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che dovrà essere adottato entro 60 giorni a partire dal 30 dicembre 2023 e che stabilirà i criteri e le modalità di erogazione del nuovo contributo.

Ancora non è quindi possibile stabilire se coprirà le spese in misura piena. In linea di massima, inoltre, i soggetti dovranno presentare un’apposita istanza entro la scadenza prevista.

Per ulteriori dettagli si dovrà però attendere un apposito provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Superbonus 2024: chi può ancora scegliere la cessione del credito

Il decreto 11/2023, il cosiddetto decreto Cessioni, ha previsto il divieto generalizzato all’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi relativi al superbonus e agli altri bonus edilizi.

Eccezioni alla regola sono state previste nel corso dell’iter parlamentare della legge di conversione, e riguardano i seguenti soggetti:

  • enti del Terzo settore, ONLUS e cooperative;
  • edilizia popolare, IACP;
  • sismabonus cratere;
  • edilizia libera, con bonifici precedenti al 17 febbraio scorso o con autodichiarazione di entrambe le parti.

A riguardo occorre precisare che il DL 212/2023 ha esteso il divieto anche agli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici in alle zone sismiche 1-2-3.

Potranno continuare ad utilizzare la cessione del credito solo i soggetti che realizzano interventi compresi in piani di recupero di patrimoni edilizi o riqualificazione urbana e per le quali sia stato richiesto il titolo abilitativo prima del 30 dicembre scorso.

Oltre ai soggetti prima indicati potranno quindi continuare a utilizzare la cessione del credito gli interventi per i quali era già stata presentata la CILA, comunicazione di inizio lavori asseverata, prima del 17 febbraio 2023.

Il numero dei contribuenti che potranno continuare ad utilizzare le opzioni di fruizione indiretta delle agevolazioni previste dall’articolo 121 del decreto Rilancio è quindi decisamente limitato.

Tali soggetti dovranno comunque rispettare gli adempimenti e le scadenze previste in calendario nel 2024.

Superbonus 2024: le scadenze in calendario

Il calendario delle scadenze del superbonus 2024 è decisamente meno fitto di quello dello scorso anno.

La prima data da tenere in considerazione è quella del 16 marzo 2024, ovvero il termine relativo alle comunicazioni all’Agenzia delle Entrate delle opzioni per le spese sostenute nel 2023.

A differenza dello scorso anno non sono state previste proroghe per la scadenza.

Il termine riguarda esclusivamente i soggetti che hanno optato e possono continuare ad utilizzare la cessione del credito o lo sconto in fattura. Dovrà segnare la data in agenda chi ha scelto di cedere la singola annualità del credito.

Il secondo termine da prendere in considerazione è quello del 31 dicembre 2024.

Entro la fine dell’anno in corso dovranno concludere i lavori i condomini che intendono beneficiare della detrazione al 70 per cento.

Per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2025, infatti, l’agevolazione verrà ulteriormente ridotta e passerà al 65 per cento.

A tali scadenze se ne aggiungono altre due, relative al contributo a fondo perduto per il superbonus 2024.

La prima è quella del 31 ottobre 2024, data entro la quale devono essere sostenute le spese per i soggetti che intendono beneficiare del contributo a fondo perduto.

La seconda deve ancora essere stabilita: si tratta della scadenza per l’invio delle domande per tale contributo. In merito si dovrà attendere il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, successivo all’emanazione del decreto del MEF che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro 60 giorni a partire dal 30 dicembre scorso.

Superbonus 2024: a chi spetta al 110 per cento

Rispetto alla generalità dei contribuenti, ci sono alcune categorie di soggetti che potranno continuare a beneficiare del superbonus anche oltre la scadenza del 31 dicembre 2023 e nella misura del 110 per cento.

Come già anticipato, per gli interventi in condominio si potrà continuare a beneficiare dell’agevolazione ma in forma progressivamente ridotta.

Ci sono invece alcune eccezioni di soggetti che possono continuare a fruire del bonus edilizio in forma piena.

Si tratta degli interventi di riparazione o ricostruzione a seguito di eventi sismici e dei lavori in cui i soggetti sono enti del Terzo settore che esercitano servizi socio-sanitari e assistenziali.

Superbonus: i costi della misura per lo Stato

Stando agli ultimi dati disponibili, pubblicati dall’ENEA e aggiornati al 30 novembre scorso, il totale degli investimenti ammessi al superbonus ha sfiorato i 97 miliardi di euro.

La fetta più grande degli investimenti riguarda gli interventi nei condomini, che hanno superato i 58 miliardi di euro.

Più ridotti, invece, gli investimenti in edifici unifamiliari e unità unifamiliari funzionalmente indipendenti, in cui gli importi ammontano rispettivamente a 27 e 11 miliardi di euro.

I dati relativi agli importi complessivi del superbonus e dei bonus edilizi sui conti pubblici non sono ancora consolidati.

Alcune stime sono state tuttavia fornite dalla Banca d’Italia, nel corso dell’audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato del 9 ottobre scorso.

I crediti maturati per le agevolazioni edilizie fino al 2022 si attestano a 90 miliardi di euro. Per l’anno 2023, invece, la stima del governo si soffermava a 40 miliardi di euro.

Importi che hanno un riflesso sui conti pubblici: nella stessa audizione citata la Corte dei Conti ha messo in evidenza che il maggior tiraggio del superbonus nel 2023, che è passato dallo 0,7 all’1,8 per cento del PIL, farà salire il debito dello 0,1 per cento nel 2023 e dello 0,3 per cento per ciascuno dei tre anni successivi.

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