Comunicazione cessione del credito: nessuna remissione in bonis oltre il 4 aprile 2024

Tommaso Gavi - Irpef

Eliminata la possibilità di utilizzare la remissione in bonis per la comunicazione all'Agenzia delle Entrate relativa alla cessione del credito e dei bonus edilizi. La misura è nel nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 marzo

Comunicazione cessione del credito: nessuna remissione in bonis oltre il 4 aprile 2024

Non sarà possibile regolarizzare la mancata comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione di crediti che riguardano il superbonus e i bonus edilizi.

A prevederlo è una delle misure approvate con il decreto che ieri, 26 marzo, ha ottenuto il via libera del Consiglio dei Ministri.

L’intervento si affianca al divieto della possibilità di utilizzare la cessione del credito per i bonus relativi a interventi di efficienza energetica e alle altre novità in arrivo, con la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.

Superata la scadenza del 4 aprile 2024 non sarà più possibile regolarizzare il mancato adempimento attraverso la remissione in bonis.

Comunicazione cessione del credito: nessuna remissione in bonis oltre il 4 aprile 2024

Una volta passato il termine del 4 aprile 2024, relativo alla scadenza della comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei crediti di superbonus e bonus edilizi, non sarà più possibile provvedere alla regolarizzazione dell’adempimento.

A prevederlo è il nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 26 marzo 2024.

La misura si affianca a un altro intervento che prevede il divieto della cessione del credito, estendendo ulteriormente lo “stop” stabilito dal decreto Blocca Cessioni, e agli altri interventi messi a punto dall’Esecutivo.

Assume quindi ancora più importanza il rispetto della scadenza in calendario il prossimo 4 aprile 2024, dopo la proroga richiesta e ottenuta dalle associazioni di categoria.

Entro il termine indicato dovranno essere effettuate le comunicazioni relative agli interventi realizzati nel 2023 o alle rate annuali riferite allo scorso anno.

Con la nuova norma il governo intende “cristallizzare” la situazione e conoscere con precisione gli importi oggetti di cessioni, anche in vista della presentazione del DEF (documento di economia e finanze) entro il prossimo 10 aprile.

Nel comunicato stampa l’obiettivo della misura è sintetizzato come segue:

“acquisire, alla scadenza ordinaria del termine previsto per le suddette agevolazioni (4 aprile 2024), l’ammontare del complesso delle opzioni esercitate e delle cessioni stipulate”.

Cosa prevedeva la remissione in bonis, cancellata per il 2024

Per quest’anno non sarà prevista la remissione in bonis, l’istituto che permette la regolarizzazione dell’omesso adempimento con il pagamento di una sanzione.

Chi non rispetterà la scadenza del 4 aprile 2024 non potrà quindi provvedere alla comunicazione entro il 15 ottobre prossimo.

Il divieto viene previsto per quest’anno, a differenza di quanto stabilito per lo scorso anno.

Nel 2023, infatti, è stato possibile utilizzare la remissione in bonis e regolarizzare l’adempimento entro la scadenza del 30 novembre scorso, il termine fissato per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Tale possibilità era riservata a quanti, ad esempio, non avevano trovato un acquirente per i propri crediti ed era subordinata al pagamento di una sanzione di 250 euro.

Sanzione che, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, doveva essere corrisposta per ciascuna delle comunicazioni, riferita a una singola tipologia di intervento.

Come indicato dal sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni, nel corso dell’interrogazione a risposta immediata che si è svolta lo scorso 10 gennaio presso la Commissione Finanze della Camera, le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate relative a cessioni di bonus edilizi che hanno beneficiato della remissione in bonis sono state 156 mila.

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