Pensioni minime: nel 2026 aumento di 20 euro mensili

Francesco Rodorigo - Pensioni

Aumento in arrivo per le pensioni minime, in particolare per l'assegno sociale. La Legge di Bilancio 2026 prevede un incremento di 20 euro mensili

Pensioni minime: nel 2026 aumento di 20 euro mensili

In arrivo l’aumento di 20 euro mensili per le pensioni minime.

Spetta in particolare a tutti i pensionati e le pensionate in condizioni disagiate, che ricevono l’assegno sociale (ex pensione sociale).

Come annunciato anche dal Ministro dell’Economia in conferenza stampa è previsto un aumento dell’assegno di 20 euro al mese e un incremento di 260 euro della soglia di reddito massimo per l’accesso alla prestazione.

La generalità degli assegni pensionistici nel 2026 sarà rivalutata all’inflazione, come accade ogni anno. La percentuale di riferimento dovrebbe attestarsi sull’1,6/1,7 per cento. Si attendono dettagli in merito alle fasce di rivalutazione, che dovrebbero essere confermate senza novità.

Pensioni minime: nel 2026 aumento di 20 euro mensili

Non solo aumento graduale dell’età pensionabile: nel ricco capitolo della Legge di Bilancio 2026 dedicato alle pensioni trova spazio anche un aumento delle pensioni minime.

L’aumento riguarda in particolare il trattamento di assegno sociale (ex pensione sociale).

Gli importi quest’anno sono stati rivalutati dalla legge di Bilancio che ha disposto un aumento di 8 euro mensili. Con la prossima Manovra, approvata dal Consiglio dei Ministri e presentata in conferenza stampa venerdì scorso, l’importo dell’assegno aumenterà.

Nella prima bozza in circolazione del disegno di Legge di Bilancio si mette nero su bianco l’incremento, a partire dal 1° gennaio 2026, delle pensioni per i soggetti in condizioni disagiate. Se la novità dovesse essere confermata a conclusione dell’iter parlamentare del DdL, l’assegno aumenterà di 20 euro mensili per 13 mensilità, per un totale di 260 euro annui.

L’importo dell’assegno per il 2025 è pari a 538,69 euro.

Ad aumentare è anche il limite di reddito che consente l’accesso all’assegno sociale. Ricordiamo, infatti, che la prestazione di assistenza è concessa ai cittadini e alle cittadine con almeno 67 anni di età che si trovano in condizioni di disagio economico e che non hanno i contributi sufficienti per la pensione di vecchiaia.

Per richiederlo, inoltre, è necessario essere residenti in Italia da almeno 10 anni e rispettare soglie di reddito annuali che, per il 2025, sono pari a:

  • 7.002,97 euro per i non coniugati;
  • 14.005,94 per i coniugati.

Tali soglie saranno incrementate di 260 euro.

Rivalutazione pensioni 2026: di quanto aumentano gli assegni?

Per tutti gli altri pensionati ci sarà la rivalutazione degli importi, cioè l’adeguamento annuale all’inflazione.

L’intervento viene effettuato sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo che quest’anno, secondo le previsioni, dovrebbe risultare pari all’1,6 o all’1,7 per cento.

Dovrebbe essere confermato il meccanismo di rivalutazione attuale, per cui i valori variano in base all’importo del trattamento riconosciuto.

Lo schema è organizzato su tre fasce di reddito, secondo il quale la rivalutazione è del:

  • 100 per cento per i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90 per cento per quelli tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 75 per cento per quelli superiori a 6 volte il minimo.

Le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (603,40 per il 2025) pertanto riceveranno un aumento corrispondente al 100 per cento e dunque all’intera quota dell’indice di variazione che, come detto, dovrebbe essere pari all’1,6/1,7 per cento.

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