Pensioni: continua la discussione sull’aumento dell’età

Francesco Rodorigo - Pensioni

La questione delle pensioni, in particolare dell'aumento dell'età pensionabile, continua ad infiammare il dibattito nel cantiere della legge di Bilancio. Cosa prevedono i nuovi emendamenti al vaglio del Senato

Pensioni: continua la discussione sull'aumento dell'età

L’aumento dell’età per la pensione a partire dal 2027 potrebbe essere congelato o addirittura eliminato per far posto ad un allentamento dei requisiti.

Queste alcune delle possibilità proposte negli emendamenti al testo della Legge di Bilancio 2026, attualmente all’esame del Senato.

Parte della maggioranza di Governo, su tutti la Lega, insiste sul tema, non solo lo stop all’aumento dell’età pensionabile ma anche la conferma di Quota 103 e Opzione Donna.

Gli emendamenti alla Manovra sono oltre 5.000 e si attendono quelli segnalati, che saranno portati in aula per la discussione. Una prima scrematura era attesa nelle ultime ore ma non arriverà prima di giovedì prossimo.

Pensioni: continua la discussione sull’aumento dell’età

Dal 2027 l’età per la pensione aumenterà a 67 anni e 1 mese d’età per poi passare a 67 anni e 3 mesi a partire dal 2028.

Questo quanto prevede attualmente il disegno di Legge di Bilancio 2026, per mitigare almeno in parte l’aumento di 3 mesi dell’età pensionabile in adeguamento alla speranza di vita.

Più volte nel corso dell’anno era stato prospettato, soprattutto da alcuni esponenti della maggioranza di Governo, un possibile stop dell’aumento. Misura che non ha trovato spazio nel testo della Manovra perché troppo dispendiosa in termini di risorse.

Per questo la scelta è ricaduta sull’aumento graduale: come detto 1 mese dal 2027 e altri 2 mesi dal 2028.

Stando così le cose, dunque, dal 2027 per andare in pensione serviranno 67 anni e un mese d’età. Stesso incremento anche per la pensione anticipata ordinaria: 42 anni e 11 mesi di contributi per gli uomini, un anno in meno per le donne.

Fino all’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2026, però, non è detta l’ultima parola. Sono oltre 5.000 gli emendamenti presentati al testo che attualmente si trova all’esame del Senato, molti dei quali provenienti dalla stessa maggioranza di Governo.

Tra questi anche quelli a tema pensioni, con la questione dello stop all’aumento sempre in primo piano, ma ci sono anche quelli che spingono per la conferma di Quota 103 e Opzione Donna.

Le proposte sono diverse, dalla sospensione dell’aumento ad una eventuale riduzione dell’età pensionabile di pari misura dal 2026 per poi incrementarla dal 2027 tornando a pari alla quota attuale.

Gli oltre 5.000 emendamenti sono una vera e propria lista dei desideri e molti saranno respinti. Una prima scrematura per individuare gli emendamenti segnalati, cioè quelli che saranno portati in aula per la discussione, era attesa per la giornata di ieri ma è stata rinviata.

Secondo le anticipazioni, la cernita sarà effettuata non prima del pomeriggio di giovedì. Prima di allora la discussione, non solo sulle pensioni, resta sospesa. Solo una volta individuati gli emendamenti si potrà intavolare una discussione più puntuale sulle possibili modifiche al testo attuale, sempre ovviamente con un occhio alle risorse a disposizione.

Cosa prevede al momento il DdL di Bilancio 2026

Ma quali sono in dettaglio le novità previste dalla Legge di Bilancio 2026 nella formulazione attuale?

Come detto, l’intervento principale riguarda la mitigazione dell’aumento dell’età pensionabile. è previsto anche uno stop ma solo per alcune specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici, cioè chi svolge mansioni gravose e usuranti.

Per quanto riguarda la pensione anticipata, la manovra non conferma Quota 103 e Opzione Donna che fino al 31 dicembre 2025 consentono l’uscita dal lavoro rispettivamente con:

  • 62 anni d’età e 41 di contributi versati;
  • 61 anni d’età e 35 anni di contributi ma solo alle lavoratrici caregiver, dipendenti o licenziate da imprese in crisi o invalide al 74 per cento.

Ad essere confermato sarebbe solamente l’anticipo pensionistico (Ape Sociale), dedicato a chi svolge mansioni gravose, invalidi civili, caregivers e disoccupati, i quali possono accedere alla prestazione dopo aver compiuto almeno 63 anni e 5 mesi d’età e maturato i requisiti contributivi richiesti.

Sarà invece riconfermato anche nel 2026 il bonus Maroni, l’incentivo al posticipo del pensionamento.

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