Quali e quante tasse si applicano sulla tredicesima? L'importo è più basso dello stipendio o della pensione
Perché la tredicesima è più bassa dello stipendio e della pensione? Dipende dalla tassazione, intesa però in senso generale e non tanto sulle aliquote IRPEF applicate.
Nel mese di dicembre torna puntuale una domanda per tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati destinatari della tredicesima mensilità: si pagano più imposte?
La risposta è negativa, ma l’effetto del taglio rispetto all’importo della retribuzione ordinaria è dovuto al venir meno di bonus e detrazioni.
Se nelle buste paga mensili si applicano infatti una serie di agevolazioni introdotte per ridurre il “peso” di Fisco e contributi sugli stipendi, la tredicesima è esente da sconti. Una questione tornata al centro dell’attenzione anche da parte del Legislatore negli ultimi anni, sulla quale però manca al momento una soluzione.
Tredicesima: non cambia la tassazione ma si perdono bonus e sconti
La tredicesima non subisce una modalità di tassazione differente rispetto agli stipendi: sull’importo erogato a dicembre da parte dei datori di lavoro e degli enti pensionistici si applicano le aliquote ordinarie IRPEF, graduate in base al valore della retribuzione annua.
Per il 2025 l’IRPEF segue le seguenti regole:
- per i redditi fino a 28.000 euro si applica l’aliquota del 23 per cento ;
- per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro si applica l’aliquota del 35 per cento; (secondo scaglione IRPEF);
- per i redditi che superano 50.000 euro si applica l’aliquota del 43 per cento.
| Aliquote IRPEF 2025 | Scaglioni di reddito |
|---|---|
| 23 per cento | Fino a 28.000 euro |
| 35 per cento | Da 28.001 a 50.000 euro |
| 43 per cento | Da 50.001 |
Anche dal punto di vista dei contributi, la mensilità aggiuntiva di dicembre sconta le aliquote standard e, nella maggior parte dei casi, il valore è pari al 9,19 per cento.
Non sono previste quindi regole di tassazione più gravose, ma a fare la differenza è il venir meno di bonus e agevolazioni.
I bonus che si perdono con la tredicesima
Ad alleggerire il peso del Fisco sulla busta paga mensile sono le agevolazioni introdotte proprio per ridurre il cuneo fiscale che incide su stipendi e pensioni.
In particolare, sono applicate mese per mese le detrazioni per lavoro dipendente, ripartite su dodici mensilità. L’importo massimo previsto annualmente è di 1.955 euro, graduato in base al reddito.
A queste si aggiunge il beneficio aggiuntivo previsto per il taglio del cuneo fiscale, calcolato in percentuale in base al reddito.
Il bonus assume una forma diversa in base al valore della retribuzione:
- a chi non supera la soglia dei 20.000 euro viene riconosciuta una somma che non concorre alla formazione del reddito calcolata in base a diverse percentuali;
- 7,1 per cento fino a 8.500 euro;
- 5,3 per cento tra 8.500 e 15.000 euro;
- 4,8 per cento tra i 15.000 e i 20.000;
- oltre questa soglia diventa una ulteriore detrazione fiscale:
- che sarà pari a 1.000 euro tra i 20.000 e i 32.000 euro;
- per poi ridursi fino ad azzerarsi tra i 32.000 e i 40.000 euro.
Sugli stipendi mensili è poi applicato il TIR, il trattamento integrativo che può arrivare fino a 1.200 euro all’anno e che, anche in questo caso, spetta come bonus o come detrazione aggiuntiva in base al valore del reddito annuo, fino a 28.000 euro.
| Reddito lordo imponibile IRPEF lavoratrice/lavoratore | Trattamento integrativo |
|---|---|
| Da 0 a 15.000 euro | 1.200 euro, quando l’imposta lorda determinata sulla base dei redditi di lavoro dipendente e assimilati è superiore alla detrazione spettante ai sensi dell’articolo 13, comma 1, del TUIR, diminuita di 75 euro in rapporto al periodo di lavoro nell’anno |
| Da 15.000 a 28.000 euro | Importo pari alla differenza tra detrazioni fiscali ed IRPEF lorda fino ad un massimo di 1.200 euro |
| Superiore a 28.000 euro | Non viene riconosciuto il trattamento integrativo |
I dipendenti dovranno fare a meno di queste agevolazioni sulla mensilità aggiuntiva di dicembre, ed è questo il motivo della differenza tra stipendio e tredicesima.
Lo scenario è simile per i pensionati: vengono meno le detrazioni mensili, comprese quelle per i carichi di famiglia. L’effetto è quindi lo stesso, seppur limitato alla luce dell’assenza di bonus ad hoc: la tredicesima risulterà più bassa rispetto all’assegno percepito mensilmente.
Il caso dei dipendenti assunti nell’anno: tredicesima calcolata sui mesi di lavoro
C’è un’ulteriore casistica da analizzare, e riguarda i dipendenti assunti in corso d’anno. In questo caso però oltre alle regole fiscali è necessario un focus sulle modalità di calcolo della tredicesima.
Il calcolo dell’importo viene effettuato sulla base della retribuzione lorda in busta paga ma sulla base dei mesi lavorati nell’anno.
La formula per il calcolo della tredicesima mensilità è la seguente:
Retribuzione lorda mensile x numero di mesi lavorati / 12
Chi quindi ha iniziato a lavorare in corso d’anno percepirà un importo calibrato in base ai mesi effettivi di lavoro e, di conseguenza, riceverà meno rispetto allo stipendio ordinario.
In riferimento ai singoli mesi di lavoro, questi verranno conteggiati nel calcolo della tredicesima soltanto quando il rapporto di lavoro si è svolto per almeno 15 giorni nel mese. In caso di giorni lavorati non superiori a 14 il mese non verrà considerato nel computo.
L’idea di una flat tax sulla tredicesima: si guarda al futuro
Cambia la categoria di appartenenza ma non gli effetti fiscali: la tredicesima risulterà più bassa rispetto alla retribuzione ordinaria.
Il tema della tassazione, intesa non come aliquote applicate bensì come impatto complessivo del venir meno di bonus e agevolazioni, è tornato al centro dell’attenzione politica negli ultimi anni.
Per effetto dei principi dettati dalla riforma fiscale, dal 2023 si parla quindi della possibile via della detassazione della mensilità extra natalizia, con il fine di mettere più soldi in tasca a cittadini e cittadine.
L’intenzione di “appesantire” la tredicesima c’è, e lo scorso anno è stato previsto il cosiddetto bonus Natale di 100 euro nelle more dell’introduzione di un regime fiscale sostitutivo.
Nei mesi che hanno preceduto la stesura della Legge di Bilancio 2026 si è a lungo parlato dell’ipotesi di una flat tax del 5 o del 10 per cento, che tuttavia non ha trovato conferme. Allo stato attuale quindi nulla cambia: le regoli fiscali in campo continuano a rendere più basso il valore della tredicesima rispetto allo stipendio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La tredicesima è più tassata? Facciamo chiarezza