Busta paga di novembre più bassa? È l’effetto del secondo acconto

Il secondo acconto di IRPEF e cedolare secca taglia la busta paga di novembre 2025. Interessati i lavoratori dipendenti con dichiarazione dei redditi a debito e si paga in un'unica soluzione, senza rateizzazione

Busta paga di novembre più bassa? È l'effetto del secondo acconto

Busta paga di novembre “a servizio” del Fisco.

È tempo di pagare il secondo acconto delle imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi 2025 e per i titolari di redditi da lavoro dipendente questo significa dover rinunciare a una quota dello stipendio.

Le somme addebitate sulle retribuzioni saranno versate all’Agenzia delle Entrate dal datore di lavoro, che in qualità di sostituto d’imposta procederà quindi al riversamento degli importi dovuti a titolo di secondo acconto dell’IRPEF o della cedolare secca, tenuto conto delle risultanze del modello 730.

Dall’IRPEF alla cedolare secca, il secondo acconto delle imposte riduce la busta paga di novembre

Non si tratta di un effetto nuovo e inatteso, ma di una diretta conseguenza delle attività di conguaglio fiscale legate alla dichiarazione dei redditi 2025 effettuate dal datore di lavoro in favore dei propri dipendenti. Al pari delle procedure di rimborso, anche gli addebiti dell’IRPEF così come della cedolare secca avvengono direttamente sulle retribuzioni in presenza di un sostituto d’imposta.

Per circoscrivere quindi il perimetro dei dipendenti interessati dall’addebito in busta paga della seconda quota di acconto, è bene ricordare che l’acconto IRPEF è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute già operate ed eccedenze supera i 51,65 euro.

L’importo dovuto è pari al 100 per cento dell’imposta dichiarata nell’anno e si paga in una o due rate, sulla base della somma da versare:

  • se è inferiore a 257,52 euro, si versa entro il 30 novembre (termine che per il 2025 slitta al 1° dicembre, cadendo di sabato);
  • se supera i 257,52 euro, si paga in due rate: la prima entro il 30 giugno e la seconda entro il 30 novembre (1° dicembre 2025).

Anche i dipendenti, che di base subiscono mensilmente l’applicazione di ritenute IRPEF sullo stipendio, possono trovarsi a dover far fronte a situazioni di debito in fase di dichiarazione dei redditi.

È il caso tipico di chi ha ricevuto nell’anno redditi da più datori di lavoro (più CU), non conguagliati, o di chi è chiamato a restituire il trattamento integrativo o ad esempio le detrazioni erogate per figli e familiari.

L’obbligo di dover pagare l’acconto interessa poi chi ha locato immobili optando per il regime della cedolare secca. Se nel modello 730 è stato scelto di versare la somma con conguaglio in busta paga, il datore di lavoro opererà una trattenuta pari al valore complessivamente dovuto.

Per evitare l’addebito dell’acconto in busta paga paga c’era tempo fino al 10 ottobre

Non vi sono vie per evitare l’addebito in busta paga del secondo acconto. Il datore di lavoro, in qualità di sostituto d’imposta, è infatti chiamato ad agire per conto dell’Erario nella riscossione delle imposte dovute dal sostituito, che è per l’appunto il lavoratore.

L’unica chance era prevista fino al 10 ottobre inviando una specifica comunicazione al datore di lavoro. Ogni anno infatti è possibile richiedere la riduzione o l’annullamento del secondo acconto, in caso di situazioni che comportano un mutamento della propria situazione effettiva, rispetto alla fotografia scattata nel modello 730.

Si tratta ed esempio dei lavoratori che hanno visto ridursi il reddito nel corso dell’anno, ad esempio in caso di passaggio da un full-time a un part-time, o dei casi di risoluzione anticipata del contratto d’affitto con cedolare secca.

Una maxi-trattenuta che riduce lo stipendio

Al netto delle ipotesi di cui sopra, il secondo acconto inciderà sullo stipendio del mese di novembre, e l’impatto sarà rilevante per chi è chiamato a versare una quota cospicua di secondo acconto anche considerando l’impossibilità di versare le somme dovute a rate.

Se infatti per il primo acconto di giugno è stato possibile spalmare il totale dovuto su più retribuzioni, per il secondo acconto di novembre il versamento dovrà avvenire in un’unica soluzione, con l’effetto di una maxi-trattenuta che taglierà lo stipendio del mese.

Un primo banco di prova con i “conti di fine anno”, prima delle operazioni di conguaglio che caratterizzano come sempre il mese di dicembre per aziende e dipendenti.

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