Proposta Ruffini: serve una semplificazione del TUIR

Tommaso Gavi - Imposte

Proposta Ruffini, la riforma per le partite IVA con versamenti mensili delle imposte e regime contabile di cassa puro può essere messa in pratica solo con una parallela revisione del TUIR: l'intervista a Salvatore Cuomo del 23 settembre 2020.

Proposta Ruffini: serve una semplificazione del TUIR

Proposta Ruffini, per metterla in pratica è necessario in parallelo una revisione del TUIR.

In sintesi la proposta apparrebbe irrealizzabile con la normativa tributaria vigente ma potrebbe essere messa in pratica con una semplificazione delle leggi in materia fiscale.

Questo è uno dei punti che emerge dall’intervista di Informazione Fiscale del 23 settembre 2020 a Salvatore Cuomo, tributarista, membro della Commissione Fiscalità dell’Istituto Nazionale Tributaristi e socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra professionisti.

Sono molti i temi che sono stati trattati nel corso del dialogo streaming: tra questi anche il processo di digitalizzazione del Fisco e i rinvii delle scadenze delle imposte, previsti nel decreto Agosto.

Proposta Ruffini: serve una semplificazione del TUIR

Da diverso tempo si discute della proposta Ruffini, una modifica della determinazione e del versamento dell’Irpef, che consiste nel superamento del sistema di saldo ed acconti a favore di versamenti mensili di quanto effettivamente incassato, al netto delle spese.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate suggerisce una serie di cambiamenti per le partite IVA e un sistema di versamenti delle imposte mensili con un regime contabile di cassa puro.

Nella stessa riforma sarebbe inoltre inserita la cancellazione degli ammortamenti, che sarebbero sostituiti dalla deducibilità completa dei beni strumentali.

Al momento, invece, i titolari di partita IVA devono versare:

  • entro il 30 giugno 2020: il saldo relativo all’anno precedente e il 1° acconto relativo all’anno in corso;
  • entro il 30 novembre: il 2° acconto.

Su questo tema, esprime la sua opinione Salvatore Cuomo, tributarista, membro della Commissione Fiscalità dell’Istituto Nazionale Tributaristi e socio fondatore dell’associazione NetProf - rete tra professionisti, nell’intervista del 23 settembre 2020.

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Cuomo ritiene la realizzazione della riforma piuttosto complessa:

“Io la vedo alquanto complicata se non altro perché questa ipotesi di semplificazione, chiamiamola così, si scontra con la farraginosità delle norme tributarie. Non tanto per l’IVA quanto in generale per le imposte dirette. La corretta detrazione di oneri e quant’altro, mentre bene o male, può essere in qualche modo gestibile una volta all’anno.”

Ripetere l’operazione per dodici volte all’anno potrebbe risultare complicato, soprattutto per le piccole imprese e le ditte individuali.

Inoltre, spiega ancora Salvatore Cuomo:

“Necessariamente questo dovrà rivedere, come appunto era anche ipotizzato parallelamente a questo, una revisione del Testo unico delle imposte sui redditi che cerchi in qualche modo di sfrondare tutta una serie di tanti piccoli aspetti di una singola possibilità di detrarre un costo magari da una diversa tipologia di soggetto interessato.”

Questa analisi sembra più che condivisibile, proprio perché una riforma di così ampia portata non può che avere come base una semplificazione del contesto normativo.

D’altronde a questo punto è più che evidente che la realizzazione pratica di tale proposta non può che avvenire nel medio-lungo periodo, in quanto i tempi della legislazione sono senza dubbio più lunghi rispetto a quelli di una successiva messa in opera delle modifiche.

Peraltro quest’ultima sarà tanto più rapida quanto più verrà semplificato efficacemente il quadro normativo della materia tributaria.

In altre parole la proposta Ruffini sembra essere un punto di arrivo più che un punto di partenza, che necessita, alla base, di un profondo ripensamento delle regole relative alle imposte sui redditi.

Un processo che, per ottenere risultati, ha bisogno di tempo e di un ampio confronto, quindi tutt’altro che realizzabile nell’immediato.

Tuttavia il merito di questa proposta, come sottolinea anche Salvatore Cuomo, è quello di inserire il tema nell’agenda del dibattito pubblico in una visione di medio-lungo periodo che preveda una riforma complessiva del sistema.

Proposta Ruffini e altre novità fiscali: la digitalizzazione del Fisco

La digitalizzazione del Fisco è un altro passaggio fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi riforma tributaria.

Anche in questo caso, sembra più un punto di arrivo che un punto di partenza. Il processo è in atto già da qualche anno e devono essere sottolineati i buoni risultati della dichiarazione dei redditi precompilata con il modello 730.

Ipotizzare tuttavia che lo stesso processo possa estendersi anche alle dichiarazioni IVA sembra piuttosto azzardato. In questo secondo caso la normativa sembra più complessa e i casi da tenere presente in un numero maggiore.

Non si può escludere che anche le precompilate delle dichiarazioni IVA possano funzionare ma necessitano tuttavia, anche in questo caso, di un lungo processo che parta dalla semplificazione normativa.

In breve la linea intrapresa dall’Agenzia delle Entrate farebbe ben sperare per una riforma nel medio-lungo periodo, se accompagnata da una revisione normativa.

Per la buona riuscita della riforma è necessaria una stretta collaborazione tra il legislatore e l’Agenzia delle Entrate.

I tempi della riforma quindi sono strettamente legati non solo agli aspetti tecnici ma anche alla dialettica parlamentare e al processo legislativo.

Proposta Ruffini e altre novità fiscali: i rinvii delle scadenze fiscali del decreto Agosto

Il processo legislativo, prerogativa del Parlamento, in questo periodo di emergenza è stato esercitato in maniera massiccia dal Governo attraverso la decretazione di urgenza.

Tra i vari interventi c’è il decreto Agosto, in fase di conversione, che prevede un rinvio del secondo acconto delle imposte dal 30 novembre al 30 aprile 2021, per i contribuenti che hanno avuto il requisito del calo del fatturato.

Per Salvatore Cuomo la misura può essere utile per preservare un minimo di liquidità dei contribuenti.

Parallelamente gli stessi criteri avrebbero dovuto essere applicati anche alle scadenze di Agosto, per le quali invece non è stata prevista nessuna proroga a settembre.

Sicuramente la misura non è risolutiva ma può essere un’ulteriore boccata di ossigeno, soprattutto per i contribuenti di quei settori che sono stati colpiti maggiormente dagli effetti negativi della pandemia.

In tal senso, quindi, il requisito del fatturato può essere un buon discriminante ma, parallelamente, serviranno ulteriori interventi magari di decontribuzione o comunque agevolazioni fiscali che permettano, soprattutto alle piccole e medie imprese, di recuperare liquidità.

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