Lotta all’evasione fiscale: stato di agitazione all’Agenzia delle Entrate

Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione

Lotta all'evasione fiscale e non solo, i dipendenti dell'Agenzia delle Entrate proclamano lo stato d'agitazione. Le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Confsal-Unsa e Flp denunciano al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri il deficit di risorse finanziarie destinate al personale delle Entrate e delle Dogane e Monopoli, le difficoltà organizzative e la mancata individuazione dei nuovi direttori.

Lotta all'evasione fiscale: stato di agitazione all'Agenzia delle Entrate

Lotta all’evasione fiscale, non si parte con il piede giusto: mentre nel decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020 il governo punta al recupero di 3,2 miliardi di euro, il personale dell’Agenzia delle entrate e dell’Agenzia delle dogane e monopoli proclama lo stato di agitazione.

Le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Confsal-Unsa e Flp hanno annunciato la loro scelta di aprire le ostilità con l’esecutivo il 2 gennaio, ma l’insoddisfazione ha una storia assai lunga: basti ricordare lo sciopero dei dipendenti delle Entrate del 2 aprile dello scorso anno.

A causarla, si legge in una lettera indirizzata dai sindacati al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, le gravissime “carenze di personale, con carichi di lavoro oramai non più sostenibili, deficit di risorse finanziarie da destinare al salario accessorio accompagnato da ritardi intollerabili nell’erogazione, significative difficoltà organizzative che richiederebbero investimenti economico-finanziari nonché interventi regolamentari e contrattuali (vedi Incarichi di Responsabilità), grandi difficoltà nei rapporti convenzionali con il MEF, deficit nell’operatività del Comitato di Gestione che da mesi è bloccato, e assenza del Direttore dell’Agenzia", su cui il Governo a detta delle organizzazioni dei lavoratori avrebbe scelto di non intervenire.

Lotta all’evasione fiscale: stato di agitazione all’Agenzia delle Entrate. Risorse non sufficienti e mancate nomine dei direttori

D’altra parte il paradosso è evidente: mentre basa una parte rilevante dell’ultima manovra economica sulle risorse che dovrebbe produrre la lotta alla gigantesca evasione fiscale esistente in Italia (circa 119 miliardi di euro), il governo non riesce a rispettare i termini di legge per la nomina dei direttori di tre delle agenzie fiscali: Entrate, Dogane e Monopoli e Demanio.

In particolare, per l’Agenzia delle Entrate si prevede il rientro al vertice di Ernesto Maria Ruffini, già direttore nel periodo giugno 2017-settembre 2018. Sotto la sua direzione si era stabilito il famoso record del recupero dell’evasione di ben 20,1 miliardi di euro.

La partita delle nomine delle agenzie è prettamente di natura politica e pertanto particolarmente complessa, ma di certo l’ultima manovra ha lasciato in eredità anche una difficoltà a sanare le carenze di personale, soprattutto di profilo dirigenziale.

Dopo la storica sentenza sentenza n. 37 della Corte di Costituzionale del 2015 che ha dichiarato illegittimo l’assegnazione di incarichi di livello dirigenziale nelle agenzie fiscali senza l’utilizzo di selezioni per concorso pubblico, le Entrate hanno avuto difficoltà a reperire le necessarie risorse umane. Si è infatti ancora in attesa dei nuovi bandi.

Nel frattempo si è fatto ricorso ad assegnazioni provvisorie di incarichi retribuiti in base alle responsabilità assegnate, ma ora anche questa soluzione provvisoria sembra in forse data la limitatezza delle risorse stanziate.

Le criticità delle Dogane e Monopoli

Non meno problematica è la situazione dell’altra grande agenzia fiscale, quella che si occupa del controllo di dogane e monopoli.

Anch’essa al momento priva del vertice apicale, in un quadro contrassegnato da particolari incombenze come le vicende legate alla Brexit e al controllo dei commerci internazionali rilevanti anche per la stessa Unione Europea.

I compiti del personale dell’Agenzia sono stati enumerati dai sindacati nella loro lettera inviata al ministro Gualtieri per la proclamazione dello stato di agitazione:

"Prevengono e perseguono, nella loro qualità di ufficiali di polizia tributaria e giudiziaria, tutti i fenomeni illeciti nell’ambito dei commerci internazionali di natura penale e/o amministrativa (contraffazione e sicurezza dei prodotti, irregolare circolazione della valuta, truffe sui prodotti soggetti ad accisa, controlli - per quanto concerne i giochi - connessi alla ludopatia e alle infiltrazioni criminose, sostanze stupefacenti, ecc.) che, come Ella sa, hanno grande rilievo sulle famiglie e sulle aziende italiane".

A fronte di queste responsabilità le organizzazioni sindacali denunciano che:

"l’Agenzia si trova ad operare con organici carenti - anche per quanto riguarda l’area della dirigenza - e con insufficienti risorse per il salario accessorio del personale, ridotto da anni, tanto che, ora, è a rischio addirittura il pagamento di indennità previste da leggi".

Nel quadro di un comparto della pubblica amministrazione in subbuglio la risoluzione del nodo delle agenzie fiscali diventa davvero cruciale per il governo, in vista della prossima campagna fiscale.

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