Cessione del credito del superbonus: i tempi delle pratiche arrivano a 210 giorni

Tommaso Gavi - Irpef

L'iter di istruttoria e di contrattualizzazione della cessione del credito del superbonus arriva può arrivare a 210 giorni. Il dato sull'allungamento dei tempi emerge nel corso dell'audizione presso la Commissione Finanze della Camera di oggi, 28 febbraio 2023

Cessione del credito del superbonus: i tempi delle pratiche arrivano a 210 giorni

I tempi per le pratiche relative alla cessione del credito per interventi che rientrano nel superbonus arrivano anche a 210 giorni.

Il dato emerge nel corso dell’audizione presso la Commissione Finanze della Camera di oggi, 28 febbraio 2023.

Se la questione non interessa i nuovi interventi che, per effetto del decreto 11/2023 non avranno la possibilità di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura, l’allungarsi dei “tempi burocratici” pone seri problemi nella risoluzione della questione dei crediti incagliati e mette a rischio i cantieri aperti.

Le associazioni di categoria chiedono la proroga delle scadenze, da quella per la comunicazione dei crediti relativi alle spese sostenute nel 2022 a quella per la realizzazione degli interventi sui condomini.

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Cessione del credito del superbonus: i tempi delle pratiche arrivano a 210 giorni

Continuano le audizioni presso la Commissione Finanze della Camera sulla cessione del credito del superbonus e dei bonus edilizi, per migliorare il provvedimento in vista dell’iter della legge di conversione del decreto 11/2023.

Uno dei punti su cui sono stati chiesti riscontri dai membri della Commissione Finanze è quello dei tempi per l’istruttoria e la contrattualizzazione della cessione del credito.

In risposta al deputato De Bertoldi, Nicola Fontanarosa di Confimi Industria ha spiegato quanto di seguito riportato:

“Nella fase iniziale, parliamo del 2021 le operazioni di valutazione e contrattualizzazione delle cessioni del crediti si facevano in 60 giorni, tempi ritenuti dal sistema delle imprese accettabili. In questi ultimi tempi siamo arrivati a 210 giorni. Tempistiche insostenibili perché sfido il sistema delle imprese a realizzare praticamente l’intervento con le proprie capacità finanziarie senza avere neanche la certezza della cessione del credito.”

Il tema non è stato l’unico al centro del dibattito sullo sblocco dei crediti incagliati.

Visto l’allungamento dei tempi, e molti altri fattori che hanno portato a ritardi nei cantieri, i commercialisti hanno chiesto la proroga al 28 aprile 2023 per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate relativa alla cessione del credito del superbonus e degli altri bonus edilizi.

La richiesta è stata avanzata da Salvatore Regalbuto, tesoriere con delega all’Area Fiscalità del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.

Sul tema del superbonus lo stesso Regalbuto si era espresso nell’intervista durante l’evento “1973-2023: 50 Anni di IVA” organizzato il 24 febbraio 2023 presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma dal CNDCEC.

La scadenza è già stata oggetto di una proroga dal 16 al 31 marzo per mezzo della legge di conversione del decreto Milleproroghe, che ha ricevuto il via libera definitivo della Camera il 23 febbraio scorso.

La proposta avanzata dai commercialisti ricalcherebbe quella già attuata lo scorso anno e concederebbe tempo ulteriore a famiglie e imprese, con i crediti bloccati nei cassetti fiscali.

Parallelamente dovrebbero essere messe in campo misure per ampliare la capacità fiscale delle banche. Tra questa è stata ribadita a più voci, anche dalla stessa ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), la proposta di dare la possibilità alle banche di portare i crediti in compensazione con F24 con parte dei debiti dei propri clienti.

Proposta che al momento è la più quotata per permettere uno sblocco immediato delle somme, nel breve periodo.

Superbonus e sismabonus acquisti, la documentazione necessaria per continuare con la cessione del credito

Oltre al superbonus, modifiche al decreto del 16 febbraio 2023 sono state richieste anche in merito al sismabonus acquisti.

L’importanza dell’agevolazione è legata soprattutto allo scenario delle abitazioni italiane, più della metà delle quali sono state costruite tra il 1950 e il 1970 secondo quanto spiegato da Silvia Rovere di Assoimmobiliare, quindi prima dell’introduzione di misure strutturali per renderle antisismiche.

Per gli interventi per migliorare la sicurezza statica degli immobili è stato richiesta a più voci la modifica della documentazione necessaria per continuare a utilizzare la cessione del credito.

Viene richiesto di modificare la norma per la disapplicazione del divieto di cessione inserendo, tra i documenti necessari per continuare ad applicare lo strumento di fruizione indiretta dell’agevolazione, non il contratto preliminare di compravendita ma il titolo edilizio che autorizza all’avvio dei lavori.

Inoltre viene richiesta anche una nuova proroga per la realizzazione degli interventi, alla luce dei possibili ritardi relativi all’incertezza del quadro normativo.

Nel secondo giorno di audizione sono state suggerite molte misure. Tra queste, ad esempio:

  • la possibilità di utilizzo della detrazione in 10 anni;
  • la creazione di una piattaforma per fare incontrare la domanda e l’offerta di crediti edilizi relativi al superbonus;
  • emissione di buoni e certificati del tesoro.

Tra le numerose proposte si attende di capire quali saranno valutate positivamente dall’Esecutivo, per permettere una via d’uscita a una situazione complessa con numerosi interessi in gioco.

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