Cessione del credito, bocciata la proposta ABI-ANCE ma si lavora ai casi collegati a frode

Tommaso Gavi - Imposte

Quali soluzioni per sbloccare la cessione del credito dei bonus edilizi? Dopo la bocciatura della proposta ABI-ANCE, sull'utilizzo in compensazione con i debiti fiscali raccolti con gli F24, si lavora ai casi collegati alle frodi. L'intervento potrebbe trovare spazio nella conversione del Decreto Aiuti quater

Cessione del credito, bocciata la proposta ABI-ANCE ma si lavora ai casi collegati a frode

Continua il dibattito per sbloccare la cessione del credito dei bonus edilizi, primo fra tutti il superbonus 110 per cento.

Dopo le dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giovambattista Fazzolari, che ha espresso parere negativo nei confronti della proposta di ABI e ANCE, la commissione Bilancio del Senato è al lavoro sul caso dei crediti collegati a frodi.

Da un lato è stata bocciata la proposta dell’Associazione Bancaria Italiana e l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, che suggerivano di permettere agli intermediari l’utilizzo di parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 in compensazione con i crediti ceduti dalle imprese.

Dall’altro potrebbe entrare nella legge di conversione del Decreto Aiuti quater una misura che esclude dalla responsabilità i soggetti che hanno acquistato i crediti in buona fede.

Il Governo continua a lavorare sul problema da risolvere, per sbloccare il meccanismo della cessione del credito. La soluzione sembra lontana ma potrebbero arrivare novità nei prossimi giorni.

Cessione del credito: parere negativo alla proposta ABI-ANCE ma si lavora ai crediti collegati a frodi

Ancora lontano lo sblocco del meccanismo della cessione del credito dei bonus edilizi.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Giovambattista Fazzolari, non ha accolto con favore la proposta di ABI e ANCE.

La misura bocciata, suggerita già da circa un mese, mirava a fare utilizzare in compensazione una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 dagli intermediari con i crediti dei bonus edilizi ceduti dalle imprese.

L’intervento, che avrebbe potuto trovare spazio tra gli emendamenti al Decreto Aiuti quater in fase di conversione parlamentare, viene di fatto scartato.

Di contro nella legge di conversione potrebbero rientrare nuove misure per rendere più semplice la strada dei crediti collegati a frodi.

Come anticipato dal Sole 24 Ore, la Commissione Bilancio del Senato è al lavoro su due emendamenti per proteggere dai sequestri i soggetti che hanno acquistato i crediti in buona fede.

La disposizione che sarebbe inserita sarebbe una norma interpretativa, quindi con efficacia retroattiva anche nei confronti delle operazioni che si sono già perfezionate.

L’obiettivo sarebbe quello di limitare la responsabilità per chi compra i crediti in questione ai casi in cui l’utilizzo del credito sia irregolare o in misura maggiore rispetto a quello ricevuto.

La soluzione sembra ancora lontana ma novità potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Giù lo stesso sottosegretario Fazzolari aveva chiarito che il Governo era alla ricerca di una soluzione.

Se dunque la porta di accesso sembrava chiusa anche per la proroga fino a fine anno per la presentazione delle CILAS per mantenere inalterata la maxi-detrazione al 110 per cento, resta qualche spiraglio aperto.

Si dovrà attendere la conclusione dell’iter parlamentare di conversione del Decreto Aiuti quater.

Cessione del credito: non basta l’utilizzo in detrazione in 10 anni

Un tentativo di sbrogliare la questione era già stato previsto proprio con il Decreto Aiuti quater.

Il decreto legge numero 176/2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 novembre, introduce la possibilità di utilizzare in 10 quote annuali i crediti d’imposta che derivano dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre scorso.

In merito l’Agenzia delle Entrate ha istituito il nuovo codice tributo per cessione o sconto in fattura con comunicazioni da novembre 2022.

Una misura che consente la detrazione in 10 anni per i crediti con comunicazione fino al 31 ottobre, infatti, aiuta solo in parte lo sblocco dei crediti incagliati e non basta. In primo luogo perché interessa solo una parte dei crediti maturati con i bonus edilizi.

In secondo luogo perché, nel breve termine, non risolve il problema di liquidità soprattutto dei soggetti con cantieri aperti.

Sul tema l’ANCE, nell’audizione informale dello scorso 29 novembre, sottolineava quanto di seguito riportato:

“La disposizione, seppure apprezzabile nell’intento di superare le criticità legate alla circolazione dei crediti d’imposta derivanti dai bonus fiscali, non risolve la questione dell’esaurimento della tax capacity delle banche. A tal fine è invece necessario prevedere un meccanismo “straordinario” e temporaneo di compensazione dei crediti d’imposta ad oggi fermi nei cassetti fiscali degli istituti di credito (derivanti comunque da interventi già eseguiti nel 2021 e 2022 o in corso di ultimazione), con le somme relative agli F24 della clientela, come proposto da Ance insieme ad Abi.”

Il nodo da sciogliere è quello della capienza fiscale delle banche e degli intermediari finanziari, che deve essere aumentata o liberata per consentire l’acquisto di nuovi crediti.

Sul tema una proposta è stata avanzata anche dai commercialisti. Una richiesta che si inserisce tra quelle legate alle misure contenute nel Decreto di Legge di Bilancio 2023.

La categoria ha ribadito la richiesta, già avanzata nei giorni scorsi in audizione al Senato, di una misura che:

“consenta alle banche di liberare una parte del plafond che hanno ancora disponibile per l’acquisizione dei crediti da bonus fiscali.”

Nella notizia pubblicata dal Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili il 5 dicembre 2022 viene messo in evidenza quanto di seguito riportato:

“La proposta è che i crediti d’imposta derivanti dagli interventi ammessi al superbonus relativi alle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati, possano essere riportati, ai fini del loro utilizzo in compensazione, sino al sesto periodo di imposta successivo a quello di competenza.”

Questa soluzione da un lato, di fatti, accresce la capienza fiscale dei soggetti che utilizzano i crediti in compensazione.

Dall’altro però si riferisce soltanto a una parte della totalità dei crediti da sbloccare.

Sono dunque diverse le strade percorribili per una soluzione, tra queste si dovrà attendere la conclusione dell’iter di conversione del Decreto Aiuti quater per avere l’ufficialità delle misure che saranno adottate.

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