Cedolare secca, torna l’ipotesi estensione alle attività commerciali

Anna Maria D’Andrea - Cedolare secca sugli affitti

Cedolare secca anche per le attività commerciali: è in corso di discussione in Senato il disegno di legge che estende la tassazione agevolata sugli affitti alle attività artigiane. Facciamo il punto delle possibili novità.

Cedolare secca, torna l'ipotesi estensione alle attività commerciali

Torna la cedolare secca per le attività commerciali? L’ipotesi è allo studio.

È in fase di discussione in Senato, presso la Commissione Industria, Commercio e Turismo, la proposta di legge che mira a tutelare le attività artigiane, intervenendo anche in materia di tassazione degli affitti.

Attualmente, la possibilità di optare per la cedolare secca si applica esclusivamente alle locazioni di immobili ad uso abitativo. Le aliquote della tassazione sostitutiva IRPEF sono due, e ammontano al 21 o al 10 per cento, secondo specifici requisiti.

Il disegno di legge all’esame del Senato, denominato “Misure per la tutela e lo sviluppo dell’artigianato nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale”, si pone l’obiettivo di replicare il modello di tassazione anche per specifiche attività commerciali del settore artigiano. Facciamo il punto delle novità previste.

Cedolare secca, torna l’ipotesi estensione alle attività commerciali

È stata introdotta per un periodo limitato e con aliquota pari al 21 per cento la cedolare secca per le attività commerciali, accessibile per i contratti stipulati fino alla fine del 2019.

La Legge di Bilancio 2020 non ha confermato la proroga della tassazione agevolata per l’affitto di negozi e botteghe, ed è da tempo che si discute sulla necessità di reintrodurre un regime agevolato di tassazione, anche alla luce delle ricadute economiche dell’emergenza Covid-19.

Un passo è stato compiuto in tal senso con la presentazione del disegno di legge a tutela dell’artigianato, all’esame della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, sostenuto da una grossa fetta di gruppi parlamentari.

È l’articolo 3 della proposta di legge a prevedere la possibilità di applicare il regime fiscale della cedolare secca, con aliquota del 10 per cento, ai canoni di locazione dei locali commerciali.

Tale possibilità sarebbe riconosciuta tuttavia esclusivamente per i locali commerciali relativi all’esercizio dell’attività di imprese artigiane e con superficie fino a 600 metri quadrati.

La cedolare secca, in alternativa al regime ordinario IRPEF di tassazione del reddito fondiario si applicherebbe anche per gli immobili di categoria catastale C/3, ossia i laboratori di arti e mestieri.

Della “vecchia” cedolare secca commerciale, la nuova proposta riprende la limitazione dimensionale relativa al locale locato ma prevede un’aliquota di tassazione ridotta. Qualora venisse approvata, la tassazione prevista per le locazioni di imprese artigiane sarebbe pari al 10 per cento, in luogo del 21 per cento previsto per i contratti stipulati fino al 2019.

Misure per la tutela e lo sviluppo dell’artigianato nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale
Disegno di legge n. 2117/2021

Cedolare secca, come funziona e quali i vantaggi rispetto alla tassazione IRPEF

La cedolare secca è uno dei regimi sostitutivi di tassazione previsti in Italia, introdotto con il fine di contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale sugli affitti. L’applicazione della tassazione sostitutiva IRPEF è opzionale, ed è il contribuente a decidere se optarvi o meno.

Quando è possibile scegliere l’applicazione della cedolare secca?

L’opzione è esercitabile esclusivamente per le unità immobiliari di categoria catastale da A1 a A11, esclusa l’A10 (uffici e studi privati), concesse in affitto a uso abitativo.

Sono due le aliquote della cedolare secca:

  • tassazione del 21 per cento sui contratti d’affitto a canone libero di immobili locati a fini abitativi;
  • tassazione ridotta del 10 per cento per i contratti d’affitto a canone concordato.

Come precedentemente riportato, per i contratti di locazione commerciale stipulati entro il 31 dicembre 2019 era possibile optare per la cedolare secca con aliquota del 21 per cento, a patto che la locazione fosse relativa ad immobili di categoria catastale C\1 e fino a 600 metri quadri di superficie, pertinenze escluse.

Ma quali sono i vantaggi previsti per chi opta per la cedolare secca? La tassazione ridotta è solo uno di questi.

Chi sceglie di pagare l’imposta sostitutiva sui redditi da locazione non è tenuto al versamento dell’imposta di registro e di bollo prevista ordinariamente, così come le addizionali IRPEF per la parte relativa al reddito dell’immobile.

Vantaggi sono previsti anche per gli inquilini: la scelta della cedolare secca comporta l’impossibilità per il locatore di chiedere l’aggiornamento del canone, inclusa la variazione ISTAT. Inoltre, ai fini dell’applicazione dell’aliquota del 10 per cento, il canone d’affitto è determinato secondo dei parametri concordati e “calmierati”.

Sono queste le regole che, in caso di approvazione della proposta di legge a tutela dell’artigianato, si applicherebbero ai nuovi contratti commerciali. Si resta in attesa di ulteriori novità e monitoreremo l’iter di discussione del provvedimento.

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