Bonus baby sitter nel decreto Ristori bis, le novità: solo per autonomi e divieto di pagare parenti

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Il decreto Ristori bis introduce un nuovo bonus baby sitter di 1.000 euro per le zone rosse, per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata e alle gestioni speciali AGO. Tra le novità, il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 9 novembre 2020 stabilisce il divieto di usarlo per pagare le prestazioni rese da familiari, per evitare che i voucher si trasformino nuovamente nel bonus nonni o zii.

Bonus baby sitter nel decreto Ristori bis, le novità: solo per autonomi e divieto di pagare parenti

1.000 euro di bonus baby sitter nelle zone rosse: la novità è ufficiale, dopo la pubblicazione del decreto Ristori bis in Gazzetta Ufficiale del 9 novembre 2020.

Il testo del decreto legge n. 149 individua la platea dei beneficiari del bonus baby sitter nei lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS e alle sezioni speciali dell’AGO.

Non ne avranno diritto, quindi, i lavoratori dipendenti che, stando alle novità previste dal decreto Ristori bis, potranno invece fruire del congedo straordinario.

Alla didattica a distanza prevista nelle Regioni caratterizzate da uno scenario di massima gravità e da un livello di rischio alto, il decreto Ristori bis affianca i nuovi voucher baby sitting, con alcune novità di rilievo rispetto alla prima tornata del bonus gestito dall’INPS.

L’articolo 14, al comma 4, prevede il divieto di usarlo per pagare le prestazioni rese da familiari. Non si potrà usare il bonus baby sitter per pagare i nonni, gli zii o altri parenti.

Bonus baby sitter di 1.000 euro nel decreto Ristori bis: spetta solo agli autonomi

Sono i genitori residenti nelle zone rosse i destinatari del bonus baby sitter di 1.000 euro. Il decreto Ristori bis prevede la possibilità di usufruire dei voucher INPS per le prestazioni di baby sitting effettuate nel periodo di sospensione dell’attività didattica in presenza.

Potranno richiedere il bonus INPS ambedue i genitori, alternativamente, nelle sole ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa esser svolta in modalità agile.

Il bonus baby sitter viene però riconosciuto solo ai genitori lavoratori iscritti alla Gestione separata e alle gestioni speciali dell’AGO, i lavoratori autonomi. Non spetterà agli iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.

Restano fuori dalla possibilità di richiedere il nuovo bonus baby sitter di 1.000 euro i lavoratori dipendenti, nei confronti dei quali viene invece prevista la possibilità di accedere al congedo straordinario retribuito al 50% per tutta la durata di sospensione delle attività didattiche in presenza.

Secondo quanto previsto dal decreto Ristori bis, non si potrà beneficiare del contributo INPS nel caso in cui uno dei due genitori sia già beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, sia disoccupato o non lavoratore.

Il bonus baby sitter è riconosciuto per i figli con disabilità grave, ai sensi dell’articolo 4 comma 1 della Legge 104, iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale soggetti a chiusura.

Il bonus baby sitter non potrà essere usato per pagare nonni o parenti

Rispetto alla prima edizione del bonus baby sitter, i voucher previsti dal decreto Ristori bis presentano numerose novità.

Oltre a prevedere la possibilità di accesso esclusivamente per i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS e agli autonomi iscritti alle gestioni speciali AGO, tra le novità vi è il divieto di utilizzare i voucher riconosciuti per pagare le prestazioni rese da familiari.

Si cerca di evitare che, anche questa volta, il bonus baby sitter si trasformi nel bonus nonni o zii, considerando quanto avvenuto in relazione ai primi 600 e poi 1.000 euro riconosciuti negli scorsi mesi.

Bonus baby sitter, domanda all’INPS

Non cambia la fase operativa del bonus baby sitter.

La domanda dovrà essere presentata all’INPS, secondo le modalità che verranno stabilite. L’utilizzo dei voucher riconosciuti passa ancora una volta dal Libretto famiglia.

Sia per la presentazione della domanda che per l’uso e la gestione dei voucher riconosciuti bisognerà essere in possesso del PIN INPS (ormai in fase di dismissione e non più richiedibile) o delle credenziali SPID.

La data di avvio delle richieste verrà resa nota dall’Istituto, al quale viene affidato il compito di monitorare che le domande non sforino il tetto massimo di spesa fissato dal decreto Ristori bis. Vengono stanziati 7,5 milioni di euro per l’anno 2020.

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