Rottamazione quinquies per i decaduti: chi è dentro e chi resta fuori

La rottamazione quinquies 2026 è aperta anche ai decaduti da precedenti edizioni di definizione agevolata. Attenzione però alla natura della cartella così come alle regole specifiche per gli ammessi alla rottamazione quater

Rottamazione quinquies per i decaduti: chi è dentro e chi resta fuori

La rottamazione quinquies apre le porte anche ai decaduti da precedenti forme di definizione agevolata, con dei paletti però ben chiari.

Per capire chi potrà o meno salire sul treno della pace fiscale attesa nel 2026 bisognerà in primo luogo guardare alla natura della cartella. I debiti relativi agli accertamenti non potranno essere regolarizzati a prezzo ridotto.

Non solo: particolare attenzione ai decaduti dalla rottamazione quater e nello specifico alla data “spartiacque” del 30 settembre.

Rottamazione quinquies per i decaduti: chi è dentro e chi resta fuori

Attesa nel 2026, e con poche novità rispetto ai contorni delineati dal testo del DdL di Bilancio in fase di discussione, la rottamazione quinquies tende la mano anche chi già in passato ha tentato la via della definizione agevolata per sanare la propria situazione debitoria.

Nello specifico, il comma 18 dell’articolo 23 prevede che nel perimetro della nuova pace fiscale potranno rientrarvi anche i debiti relativi a procedure di definizione agevolata rese inefficaci a causa del mancato pagamento delle rate.

La decadenza non diventa quindi una causa di esclusione dalla rottamazione quinquies in caso di adesione:

  • alla prima definizione agevolata disciplinata dall’articolo 6, comma 2, del decreto legge n. 193 del 2016;
  • alla rottamazione bis introdotta con l’articolo 1, comma 5, del decreto legge n. 148 del 2017;
  • alla rottamazione ter prevista dall’articolo 3, comma 5, del decreto legge n. 119 del 2018 e successiva riapertura;
  • al saldo e stralcio delle cartelle previsto dalla Legge di Bilancio 2019 (articolo 1, comma 189 della legge n. 145/2018);
  • alla rottamazione quater introdotta dalla Legge di Bilancio 2023 e alla successiva riapertura.

Sull’ultimo punto però sarà decisivo il momento di decadenza dal piano agevolato di rientro: la rottamazione quinquies includerà i debiti esclusi dalla quater esclusivamente in caso di inefficacia della definizione agevolata alla data del 30 settembre.

In sostanza, la facoltà di presentare domanda per la nuova e quinta edizione di pacificazione tra Fisco e contribuenti è esclusa per i debiti inclusi nella rottamazione quater per i quali alla fine di settembre risultano versate tutte le rate dovute e scadute entro la medesima data.

Stop quindi a chi perderà i vantaggi della definizione in caso di omesso versamento della rata dovuta entro il 30 novembre, con termine ultimo fissato al 9 dicembre grazie alla “tolleranza” extra.

Anche per i decaduti conta la natura del debito: la rottamazione quinquies non ammette accertamenti

Centrale, ai fini di valutare la percorribilità della via della rottamazione, sarà la natura del debito.

Nella pace fiscale delineata dalla Manovra 2026 potranno rientrare solo i titolari di debiti derivanti dall’omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività:

  • di cui agli articoli 36-bis e 36-ter del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,
  • agli articoli 54-bis e 54-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633,
  • derivanti dall’omesso versamento di contributi previdenziali dovuti all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, con esclusione di quelli richiesti a seguito di accertamento.

Una rottamazione rivolta quindi a chi ha dichiarato ma non è riuscito a versare, o a chi ha commesso errori successivamente riscontrati dal Fisco. Stop invece alle cartelle relative a dichiarazioni omesse, e quindi ai debiti affidati all’AdER con attività di accertamento.

La definizione agevolata interesserà in linea generale le cartelle affidate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, e in tal senso sarà centrale guardare alla data di affidamento all’AdER del carico.

54 rate in 9 anni: i vantaggi della rottamazione quinquies

Rispetto alle precedenti rottamazioni, l’edizione quinquies in partenza nel 2026 prevede modalità di rientro più blande.

Chi farà domanda potrà pagare le cartelle definibili in un massimo di 54 rate bimestrali di importo costante, con una rateizzazione fino a 9 anni.

Una novità rispetto alle precedenti definizioni agevolata voluta per alleggerire l’importo delle singole rate, favorendo così il rispetto delle scadenze e senza il rischio per il contribuente di trovarsi a fare i conti con maxi-rate difficili da sostenere.

Questa la caratteristica di maggior interesse per i decaduti negli scorsi anni a causa delle difficoltà ad onorare i pagamenti.

Sul punto è bene evidenziare che, in ogni caso, ciascuna rata non potrà essere inferiore a 100 euro. In sostanza, sarà il valore del debito a determinare il beneficio concedibile.

Ad esempio, per una cartella pari a 1000 euro, la rateazione non potrà superare le 10 quote e nel giro di poco meno di due anni bisognerà quindi saldare il conto dovuto.

Sul fronte dei benefici previsti, la rottamazione consentirà di pagare le somme affidate all’ADER senza sanzioni, interessi e aggio di riscossione, versando oltre al capitale gli importi maturati a titolo di rimborso per le procedure esecutive e di notificazione della cartella.

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