Regime forfettario a 100.000 euro? Nessuna nuova estensione in deroga: serve modificare la direttiva UE. La risposta del MEF in Commissione Finanze della Camera

Il regime forfettario a 100.000 euro è una via percorribile per il Governo? Nei fatti la strada si fa più in salita e non è solo una questione di “conti”.
È stato il MEF, per voce del Sottosegretario Federico Freni, a fare il punto delle ipotesi di un nuovo rialzo del tetto di ricavi e compensi per l’applicazione della flat tax.
Nel corso delle interrogazioni in Commissione Finanze della Camera del 25 giugno 2025 è stato evidenziato un aspetto importante: con l’introduzione del nuovo regime comunitario di esenzione IVA per le piccole imprese, richiedere l’innalzamento del limite in deroga non è più possibile.
Forfettario a 100.000 euro, si farà? Il MEF non chiude, ma la strada è in salita
Nella discussione che ha accompagnato l’ok alla Legge di Bilancio 2025, il Governo si è impegnato a valutare l’opportunità di richiedere alla Commissione europea di elevare la soglia per l’accesso al regime forfettario, rispetto agli 85.000 euro previsti attualmente.
Portare il forfettario a 100.000 euro è uno degli obiettivi del Governo e un tentativo in tal senso era stato fatto in fase di approvazione della Manovra. Un’ipotesi non andata a buon fine ma sulla quale resta comunque alta l’attenzione.
Ne è la prova l’interrogazione posta al Ministero dell’Economia nel corso della seduta della Commissione Finanze della Camera del 25 giugno, ma il feedback del ministero non può dirsi del tutto positivo.
Il Governo, evidenzia il Sottosegretario Federico Freni, condivide la necessità di estendere le soglie per l’accesso alla flat tax, ma la nuova disciplina unionale preclude l’innalzamento.
Il motivo è legato all’abrogazione delle disposizioni contenute nella direttiva 2006/112/CE, che negli anni hanno consentito ai diversi Stati di richiedere l’estensione dei limiti per l’applicazione della franchigia IVA, rispetto alla soglia di 5.000 euro prevista dall’articolo 285.
Dal regime forfettario al regime di franchigia, aumento dei limiti solo con modifiche alla direttiva
La direttiva (UE) 2020/285, che ha modificato la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda il regime speciale per le piccole imprese, ha introdotto dal 1° gennaio 2025 il regime transfrontaliero di franchigia, sopprimendo tra gli altri anche l’articolo 285 della direttiva IVA.
Un cambio di approccio, che dall’anno in corso consente a tutti gli Stati membri di prevedere nella propria legislazione un regime forfettario fino a 85.000 euro per le cessioni di beni e prestazioni di servizi interne, soglia che sale a 100.000 euro per le operazioni intra-UE.
Intervenire sulle soglie per l’accesso al regime forfettario non è quindi più:
“nella disponibilità dei Governi nazionali, attesa la soppressione dell’articolo 285 e l’inserimento, da parte dell’articolo 284, di un unico regime di franchigia con soglia di volume d’affari fissata a 85.000 euro.”
Nessuna nuova richiesta di deroga può quindi essere avanzata dai diversi Paesi, e il Governo si trova di fatto nell’impossibilità di agire secondo il modello adottato in precedenza per estendere sempre di più le “maglie” della flat tax.
Resta la via di “verificare in sede unionale eventuali revisioni della direttiva che consentono un innalzamento della soglia, anche in assenza di operazioni transfrontaliere”, ha specificato il MEF, ma la strada si fa sempre più in salita e difficile da percorrere.
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