Ondata di lettere dell’Agenzia delle Entrate: dai redditi agli affitti, al via i controlli sul 2020

L’Agenzia delle Entrate ha avviato i controlli sulle dichiarazioni dei redditi 2020. Numerose le lettere di compliance trasmesse ai contribuenti, che in caso di incongruenze potranno regolarizzare la propria posizione presentando una dichiarazione integrativa, con contestuale versamento della sanzione ridotta

Ondata di lettere dell'Agenzia delle Entrate: dai redditi agli affitti, al via i controlli sul 2020

Al via i controlli dell’Agenzia delle Entrate sulle dichiarazioni relative all’anno d’imposta 2020.

Numerose le lettere di compliance trasmesse dal Fisco negli ultimi giorni con il fine di invitare i contribuenti a mettersi in regola versando la sanzione ridotta grazie al ravvedimento operoso.

I dettagli sono consultabili all’interno del Cassetto Fiscale e nel mirino della fase di verifiche in corso vi sono non solo i redditi da lavoro dipendente, assimilati o lavoro autonomo per i quali risultano incongruenze, ma anche i dati degli affitti non dichiarati.

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Ondata di lettere dell’Agenzia delle Entrate: dai redditi agli affitti non dichiarati, al via i controlli sul 2020

Le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate rappresentano la fase di “dialogo” preventiva all’avvio delle ordinarie attività di accertamento e consentono ai contribuenti per i quali si riscontrano errori o omissioni dichiarative di regolarizzare la propria posizione beneficiando della riduzione della sanzione prevista.

Il potenziamento della compliance è uno degli obiettivi del Fisco e nel 2024 si prevede l’invio di un totale di 3 milioni di lettere ai contribuenti.

Una quota importante di comunicazioni è stata trasmessa nel corso dell’ultima settimana per inaugurare la stagione dei controlli sui redditi relativi all’anno d’imposta 2020. Ad anticipare la notizia è stato il quotidiano Italia Oggi, mentre al momento non vi sono dettagli particolari da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Al centro dei controlli i redditi da lavoro dipendente, assimilati e da lavoro autonomo così come quelli relativi agli affitti, dichiarati in parte o omessi.

La procedura da seguire per verificare il dettaglio dei controlli avviati e per regolarizzare eventuali omissioni non è cambiata.

La comunicazione trasmessa dall’Agenzia delle Entrate si compone di una lettera che individua l’anomalia riscontrata e specifica i redditi per i quali, sulla base dell’incrocio tra dichiarazione del contribuente e informazioni disponibili in Anagrafe Tributaria, risultano omissioni.

È accedendo al Cassetto Fiscale che sarà possibile consultare il dettaglio delle contestazioni avanzate dall’Agenzia delle Entrate, con le omissioni riscontrate e con quelli che invece sono i redditi attesi.

Due le vie a disposizione: prima dell’avvio dell’attività di accertamento, il contribuente potrà regolarizzare l’errore o l’omissione beneficiando del ravvedimento operoso sulle sanzioni. Se però si ritiene che le contestazioni del Fisco siano errate, sarà possibile comunicarlo all’Agenzia delle Entrate inviando dati ed elementi a riprova della propria correttezza.

Lettere dell’Agenzia delle Entrate, dichiarazione dei redditi precompilata e sanzione ridotta

Per alcune tipologie di reddito, nel Cassetto Fiscale sarà disponibile una dichiarazione dei redditi integrativa precompilata, con il dettaglio del quadro da rettificare relativo alle somme non dichiarate per il 2020, unitamente alle informazioni sui collegamenti telematici da utilizzare per la predisposizione e l’invio della stessa.

Questa la via da percorrere per chi opterà per la regolarizzazione delle omissioni o difformità dichiarative evidenziate dai controlli effettuati dall’Agenzia delle Entrate.

Alla maggiore imposta dovuta sulla base dei redditi aggiuntivi dichiarati con l’integrativa si aggiunge l’obbligo di versare la sanzione che, sulla base delle regole in materia di ravvedimento operoso, sarà pari al 15 per cento in luogo dell’ordinario 90 per cento previsto in caso di dichiarazione dei redditi infedele.

In caso di omessa o errata indicazione dei dati relativi ai redditi derivanti da affitti per i quali si era optato per la cedolare secca, la sanzione ordinaria aumenta, e conseguentemente è superiore l’importo dovuto in caso di applicazione del ravvedimento operoso.

Per la mancata dichiarazione del canone di locazione, la sanzione ordinaria ravvedibile ammonta al 240 per cento dell’imposta. Nel caso di dichiarazione infedele invece, la sanzione ordinaria è pari al 180 per cento.

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