IVA pannolini e seggiolini al 10 e al 22 per cento: le novità nel DDL di Bilancio 2024

Tommaso Gavi - IVA

Per pannolini e seggiolini l'IVA passerà rispettivamente al 10 e al 22 per cento dal 1° gennaio 2024. Lo prevede il testo del DDL di Bilancio inviato al Senato. L'effetto: un doppio aumento dei prezzi

IVA pannolini e seggiolini al 10 e al 22 per cento: le novità nel DDL di Bilancio 2024

L’IVA sui pannolini passerà dal 5 al 10 per cento mentre quella sui seggiolini arriverà al 22 per cento a partire dal prossimo 1° gennaio 2024, qualora venisse confermata la misura inserita nel testo del disegno di Legge di Bilancio inviato alla Senato.

Anche aliquota agevolata del 5 per cento prevista per il latte in polvere per i neonati o per i bambini della prima infanzia passerà al 10 per cento, così come quella da applicare agli assorbenti e alle coppette mestruali. I pannolini sono stati inseriti nello stesso elenco, a differenza dei seggiolini per le auto che sono invece esclusi e torneranno con l’aliquota ordinaria.

La scelta era già stata anticipata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa del 16 ottobre. Il taglio dell’IVA sarebbe stato assorbito dagli aumenti di prezzo.

Fa discutere tuttavia l’aumento delle imposte su tali beni che possono essere considerati essenziali, soprattutto se il Governo intende incentivare la natalità.

Per l’ufficialità si dovrà attendere il termine dell’iter parlamentare della Manovra.

IVA pannolini e seggiolini al 10 e al 22 per cento: le novità nel DDL di Bilancio 2024

Sono diversi i beni che possono essere considerati di prima necessità e che subiranno modifiche sull’IVA da applicare agli acquisti.

Passerà dal 5 al 10 per cento l’aliquota da applicare ad assorbenti e coppette mestruali.

Lo stesso accadrà per “latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto” e per i pannolini.

L’aumento più netto, tuttavia, interesserà i seggiolini, la cui aliquota IVA passerà dal 5 al 22 per cento (stando a quanto previsto nel testo del disegno di Legge di Bilancio 2024 inviato al Senato).

Mentre sono state ufficializzate le scelte dell’Esecutivo, poste a punto di partenza per l’iter della Manovra 2024, per l’ufficialità sulle modifiche a partire dal 1° gennaio prossimo si dovrà attendere l’approvazione parlamentare della Legge di Bilancio 2024.

Si tratterebbe di scelte ben precise proprio per la formulazione della norma.

Ad anticiparle, in effetti, era già stata la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa del 16 ottobre scorso, a margine della riunione dell’Esecutivo che aveva approvato il testo del DDL di Bilancio (testo che appunto non è ancora stato trasmesso e che sembrerebbe essere stato oggetto di modifiche):

“non confermiamo il taglio dell’IVA sui prodotti della prima infanzia perché purtroppo il taglio dell’IVA è stato nella stragrande maggioranza dei casi assorbito da aumenti di prezzo e quindi non penso che valga la pena di rinnovare questa misura”

Con il pretesto di una presunta speculazione sui prezzi da parte dei venditori dei beni si decide di eliminare l’aliquota agevolata, con un doppio rincaro dei prezzi.

Se infatti i prezzi aumentano a causa dell’inflazione, anche mantenendo la stessa aliquota si verificano maggiori incassi dell’imposta indiretta da parte dello Stato.

Con l’aumento dell’aliquota l’effetto è ulteriormente maggiorato, a discapito di chi acquista i prodotti che subiranno quindi un doppio aumento di prezzo.

Il risultato sarebbe quindi quello del noto modo di dire “gettare il bambino con l’acqua sporca.”

Una scelta, quella dell’eliminazione dell’IVA agevolata su prodotti di prima necessità, che appare in contrasto con le altre misure inserite nel disegno di legge per favorire la natalità:

IVA pannolini e seggiolini al 10 e al 22 per cento: cosa prevede la norma (testo in bozza)

A confermare che si tratta di una precisa scelta, e non di una dimenticanza, è la formulazione della norma.

Si interviene, infatti, sulla tabella A allegata al decreto IVA.

In particolare vengono vengono eliminati dall’elenco della parte II-bis, che indica i beni con aliquota al 5 per cento, i numeri 1-quinquies) e 1-sexies).

Si tratta dei seguenti beni:

  • prodotti assorbenti;
  • tamponi per la protezione dell’igiene femminile;
  • coppette mestruali;
  • latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto;
  • preparazioni alimentari di farine, semole, semolini, amidi, fecole o estratti di malto per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini, condizionate per la vendita al minuto;
  • pannolini per bambini;
  • seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli.

A nota di colore si può aggiungere che nello stesso elenco, al numero 1-quater), sono presenti i tartufi freschi e refrigerati.

Tornando alla modifica normativa buona parte dell’elenco dei prodotti indicati in precedenza viene inserito nella parte III della tabella A allegata al decreto IVA, quella relativa ai beni e servizi soggetti all’aliquota del 10 per cento.

Nello specifico vengono reinseriti tra i prodotti con IVA al 10 per cento:

  • latte in polvere o liquido per l’alimentazione dei lattanti o dei bambini nella prima infanzia, condizionato per la vendita al minuto;
  • estratti di malto;
  • preparazioni per l’alimentazione dei fanciulli, per usi dietetici o di cucina, a base di farine, semolini, amidi, fecole o estratti di malto, anche addizionate di cacao in misura inferiore al 50 per cento in peso;
  • prodotti assorbenti;
  • tamponi destinati alla protezione dell’igiene femminile;
  • coppette mestruali;
  • pannolini.

Assenti, invece, come già sottolineato, i seggiolini per le auto per i quali si tornerà ad applicare l’aliquota IVA ordinaria del 22 per cento.

Il percorso della prossima Legge di Bilancio 2024 è ancora lungo. Il testo del disegno di legge di Bilancio è stato presentato al Senato. Per l’approvazione sarà necessaria la conclusione dell’iter.

Ci sono quindi i margini per provvedere a ulteriori modifiche per evitare che venga approvata una norma che elimina l’IVA agevolata su una serie di prodotti che è difficile non ritenere “essenziali”.

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