Bonus casa e superbonus, detrazione in dichiarazione dei redditi 2024 a rischio per i redditi bassi

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Bonus casa e superbonus, dopo la scadenza del 4 aprile per la cessione del credito l'unica via per fruire delle agevolazioni sulle spese sostenute è la detrazione in dichiarazione dei redditi. Rimborso a rischio per chi ha redditi bassi

Bonus casa e superbonus, detrazione in dichiarazione dei redditi 2024 a rischio per i redditi bassi

Giro di boa per i bonus casa e per il superbonus.

Superata la scadenza del 4 aprile per la comunicazione di cessione del credito, per chi non ha individuato per tempo un cessionario intenzionato all’acquisizione delle somme maturate partono i calcoli per capire se si potrà o meno fruire della detrazione in dichiarazione dei redditi 2024.

La questione è tutt’altro che secondaria, e anche alla luce delle nuove restrizioni previste dal decreto legge n. 39/2024 sono i titolari di redditi bassi a dover considerare se sarà effettivamente possibile beneficiare del rimborso IRPEF.

In caso di incapienza, ossia di imposta inferiore rispetto alla detrazione spettante, la rata annuale fruibile nel 2024 andrà di fatto persa e non potrà essere recuperata negli anni successivi.

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Bonus casa e superbonus, detrazione in dichiarazione dei redditi 2024 a rischio per i redditi bassi

Sono state diverse le sollecitazioni al Governo in merito ad interventi per superare la questione degli incapienti che, a fronte delle difficoltà per la cessione del credito, rischiano di perdere i bonus casa teoricamente spettanti.

La risposta dell’Esecutivo alle problematiche relative alla monetizzazione del superbonus e dei bonus edilizi è stata tuttavia tutt’altro che in linea con le aspettative.

Come noto, il decreto legge n. 39/2024 chiude definitivamente la “stagione del superbonus” e, oltre ad introdurre nuove limitazioni per il futuro, sbarra le porte anche a chi ha già effettuato lavori agevolabili.

Dopo il 4 aprile viene meno la possibilità di correre ai ripari mediante la remissione in bonis, istituto che fino allo scorso anno ha consentito di avere a disposizione “tempi supplementari”, fino alla scadenza della dichiarazione dei redditi, per cedere il credito maturato.

Una chance che in molti casi ha consentito di superare le difficoltà riscontrate proprio nell’individuare soggetti intenzionati all’acquisto dei crediti d’imposta maturati dai contribuenti, alla luce delle continue modifiche in corsa alle regole di riferimento.

La necessità dell’Esecutivo di mantenere i conti in ordine, in vista del varo del DEF, non ammette più deroghe e il blocco definitivo della cessione del credito rischia di creare una nuova stagione di esodati dal superbonus.

Difficile utilizzare i bonus edilizi in detrazione in caso di redditi bassi

Rischia di rientrare nella platea di chi non potrà di fatto utilizzare i bonus spettanti sulle spese sostenute chi è titolare di redditi medio-bassi e che, pertanto, non ha un’imposta sufficiente ad assorbire integralmente le detrazioni spettanti.

Il superbonus, così come l’ecobonus o ad esempio il bonus ristrutturazione, vengono ripartiti in più rate e, in particolare, il rimborso spettante viene spalmato in 10 anni a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento delle spese.

Supponiamo quindi il caso di un contribuente che nel corso del 2023 ha sostenuto un totale di spese agevolabili con il bonus ristrutturazione pari a 90.000 euro. La detrazione complessiva spettante sarà pari a 45.000 euro, che verrà ripartita in dieci rate annuali pari a 4.500 euro.

In assenza di cessione del credito perfezionata entro il 4 aprile, nella dichiarazione dei redditi 2024 si andrà ad utilizzare la prima delle rate spettanti, a patto che questa possa essere assorbita dall’IRPEF a debito dovuta.

Cessione del credito ancora possibile per le singole rate di detrazione: prepararsi per tempo al 2025

Ed è qui che sorge il problema principale della struttura dei bonus edilizi: se non si è titolari di un’IRPEF sufficiente, viene di fatto meno la possibilità di accedervi.

Il nuovo stop del Governo al meccanismo della cessione del credito, dopo le misure già introdotte a febbraio dello scorso anno, risulta quindi penalizzante soprattutto per i titolari di redditi bassi o per chi, ad esempio, già fruisce di una quota importante di detrazioni in dichiarazione dei redditi.

Arrivati quindi ormai a ridosso dell’avvio della stagione dichiarativa, è tempo di fare i conti e capire se si potrà o meno fruire di un beneficio spettante solo in via teorica.

Chi si troverà a dover rinunciare, in tutto o in parte, alla rata di rimborso IRPEF nel 2024, potrà in ogni caso correre ai ripari in anticipo per la prossima annualità: resta in ogni caso possibile cedere le ulteriori rate spettanti, ed è questa la soluzione più idonea per chi presume di non avere grosse variazioni reddituali per l’anno in corso.

Alla luce dell’estrema variabilità delle regole che fanno da base al meccanismo della cessione del credito, il consiglio è quindi quello di muoversi per tempo e prepararsi, con estremo anticipo, agli “impatti” dei bonus edilizi sul fronte della dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025.

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