Per chi rientra dall'estero l'attività di ricerca nel campo dell'Intelligenza Artificiale si traduce in uno sconto IRPEF: novità per i requisiti di accesso alle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli

Dal 10 ottobre l’attività di ricerca nell’ambito delle tecnologie di Intelligenza Artificiale si traduce in una riduzione dell’IRPEF.
Tra le novità della legge sull’IA, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 25 settembre, c’è anche il potenziamento delle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli.
Il pacchetto di misure destinate a regolare l’utilizzo, lo sviluppo e la diffusione del pensiero algoritmico guarda anche al Fisco.
Si allarga il canale di accesso al cosiddetto regime impatriati destinato a chi trasferisce la residenza dopo un periodo all’estero.
Anche l’Intelligenza Artificiale potrà ridurre l’IRPEF: novità in arrivo per il regime impatriati
Dall’IA arriva l’opportunità di allargare il raggio di azione del nuovo regime impatriati che è entrato in vigore il 1° gennaio 2024 ed è stato disegnato nell’ambito dei lavori di riforma fiscale con un perimetro molto più ristretto rispetto al passato.
Tra le novità che hanno reso meno ampio il raggio di azione delle agevolazioni fiscali, che permettono di ottenere una riduzione dell’IRPEF abbattendo la base imponibile del 50 per cento, c’è anche l’inserimento dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione.
Ed è proprio su questo punto che la legge sull’IA, n. 132 del 2025, intende intervenire, con una nuova strada di accesso alla riduzione dell’IRPEF per chi trasferisce la residenza in Italia.
Le agevolazioni fiscali saranno accessibili anche per tutte e tutti coloro che hanno svolto un’attività di ricerca anche applicata nell’ambito delle tecnologie di Intelligenza Artificiale.
Secondo la relazione tecnica, si tratta più che altro di una precisazione, dal momento che ci si aspetta che coloro che svolgono ricerca nell’ambito dell’IA abbiano comunque un’elevata qualifica o specializzazione.
Fisco e IA: l’attività di ricerca sull’Intelligenza Artificiale riduce l’IRPEF
In ogni caso, come per tutte le altre lavoratrici e tutti gli altri lavoratori, chi svolge attività di ricerca nell’ambito dell’IA dovrà rispettare le altre condizioni previste per l’accesso al regime impatriati per ottenere lo sconto IRPEF:
- impegnarsi a restare in Italia per almeno quattro anni;
- non aver avuto la residenza in Italia nei tre anni precedenti al trasferimento, periodo che arriva a 6 o 7 anni se si continua l’attività con lo stesso datore di lavoro che si aveva all’estero;
- prestare l’attività lavorativa per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio dello Stato.
In presenza delle caratteristiche appena descritte, è possibile escludere dalla formazione del reddito il 50 per cento dei redditi di lavoro dipendente e assimilati e dei redditi di lavoro autonomo, che derivano dall’esercizio di arti e professioni e che sono prodotti in Italia, entro il limite annuo di 600.000 euro.
Le agevolazioni fiscali sono applicabili per un periodo di 5 anni e la riduzione della base imponibile su cui calcolare l’IRPEF dovuta è ancora più importante in presenza di figli o figlie: si considera solo il 40 per cento del totale.
Inoltre, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, docenti, ricercatori e ricercatrici non dovranno più scegliere tra le due strade tracciate dalle agevolazioni fiscali per il rientro dei cervelli.
In presenza dei requisiti previsti dalle due diverse normative, potranno beneficiare dei due diversi sconti IRPEF parallelamente: una riduzione del 50 per cento per i redditi di lavoro autonomo fino al limite di 600.000 euro e una pari al 90 per cento per le somme percepite per le attività di docenza e ricerca.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Regime impatriati: anche la ricerca sull’Intelligenza Artificiale si traduce in uno sconto IRPEF