Per le agevolazioni destinate alle lavoratrici e ai lavoratori impatriati si torna a una esenzione pari al 50 per cento per 5 anni: le novità arrivano dal decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale che riguarda il versante internazionale

Tornare in Italia resta vantaggioso, ma solo per alcuni e molto meno rispetto agli ultimi 4 anni: nell’ondata di novità della riforma fiscale cambiano anche le agevolazioni per le lavoratrici e i lavoratori impatriati.
Chi trasferirà la sua residenza nel nostro Paese dal prossimo anno potrà beneficiare di una riduzione dei redditi di lavoro oggetto di tassazione pari al 50 per cento e solo se rispetta i nuovi e più stringenti requisiti che richiedono, ad esempio, una elevata qualificazione o specializzazione.
L’esenzione che attualmente arriva al 70 per cento, quindi, diventa meno vantaggiosa e meno accessibile.
Le misure previste per docenti e ricercatori restano invariate, così come per il settore sportivo. E non ci saranno effetti retroattivi per coloro che saranno rientrati in Italia entro il 31 dicembre di quest’anno e potranno continuare a beneficiare dello stesso trattamento.
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Lavoratori impatriati, con le novità sulle agevolazioni si ritorna al 50 per cento per 5 anni
Le modifiche che riguardano le agevolazioni per le lavoratrici e i lavoratori impatriati sono contenute nel decreto legislativo di attuazione della riforma fiscale sul fronte della fiscalità internazionale che si appresta ad essere analizzato in Parlamento.
Oltre a un ritorno all’esenzione prevista prima delle novità del Decreto Crescita del 2019, e quindi pari al 50 per cento, si introduce anche un limite per l’applicazione dei benefici: 600.000 euro.
Entro questa soglia il reddito di lavoro dipendente, i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, i redditi di lavoro autonomo prodotti in Italia da lavoratori che trasferiscono la residenza sul territorio concorrono solo per la metà alla formazione del reddito e per una durata di 5 anni.
Attualmente la base imponibile è pari al 30 per cento e non è prevista alcuna soglia: le regole sono contenute nell’articolo 16 del decreto legislativo numero 147 del 2015 che sarà abrogato.
Stando alle notizie emerse, anche i requisiti per beneficiarne cambieranno:
- non basteranno più due anni di residenza all’estero per accedere ai benefici, ma ne serviranno tre. Così come bisognerà restare in Italia per cinque anni e non più per due;
- servirà una elevata qualificazione o specializzazione per beneficiarne;
- sarà necessario un nuovo rapporto di lavoro con un soggetto diverso da quello precedente.
Le agevolazioni saranno desinate sia alle cittadine e ai cittadini iscritti all’AIRE ma anche quelli non iscritti con residenza in un altro Stato con convezione contro le doppio imposizioni.
Agevolazioni lavoratori impatriati, con le novità della riforma fiscale si apre un periodo transitorio
Il nuovo regime di agevolazioni fiscali previsto per gli impatriati sarà operativo dal 2024 ed è previsto un regime transitorio che vedrà convivere vecchie e nuove regole.
A chiarirne i contorni è lo stesso viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, che è un po’ il padre della riforma fiscale:
“Riguardo alla norma sugli impatriati, va precisato che il regime attuale resterà applicabile fino all’entrata in vigore della nuova disciplina e quindi non prima dell’inizio dell’anno prossimo”, si legge sulla sua pagina Facebook. “Il cambio di regole non riguarderà chi avrà la residenza anagrafica nel nostro Paese entro il 31 dicembre di quest’anno”.
Le novità, quindi, entreranno in vigore dal 2024:
- i vecchi requisiti, più semplici, lasceranno posto alle nuove e più articolate regole d’accesso, con l’introduzione anche di una elevata qualificazione o specializzazione per beneficiare delle agevolazioni;
- l’esenzione passerà dal 70 al 5 per cento per una durata di 5 anni e con un limite di 600.000 euro.
Scadenza 31 dicembre 2023 per il trasferimento della residenza con l’accesso all’attuale e più vantaggioso regime delle lavoratrici e dei lavoratori impatriati delineato dal Decreto Crescita del 2019.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Lavoratori impatriati, cambiano le agevolazioni: novità su esenzione e requisiti