Pensioni d'oro, da gennaio stop al contributo di solidarietà introdotto dalla Legge di Bilancio 2019 per i trattamenti superiori a 100.000 euro lordi annui. In vista della scadenza facciamo il punto su cosa cambia e per chi.
Pensioni d’oro, niente contributo di solidarietà a partire dal 1° gennaio 2022: il taglio dei trattamenti al di sopra dei 100.000 euro lordi annui ha i giorni contati.
È stata la Legge di Bilancio 2019 a prevedere una riduzione delle pensioni dirette “più consistenti” erogate dall’INPS da applicare in misura proporzionata all’importo dell’assegno, dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2023.
Tuttavia sul punto è intervenuta la Corte Costituzionale che con la sentenza n. 234 del 9 novembre 2020 ha avvicinato la scadenza fissandola al 31 dicembre di quest’anno e riducendo, quindi, da cinque a tre anni il periodo di efficacia della norma.
La Consulta ha infatti ritenuto sproporzionata la durata quinquennale della decurtazione, perché eccessiva rispetto all’ordinaria proiezione del bilancio dello Stato che, appunto, è di tre anni.
Alla luce della scadenza del contributo di solidarietà per le pensioni d’oro, quindi, facciamo il punto su cosa cambia, in termini pratici, nell’assegno pensionistico e quali sono le categorie di pensionati interessate da tale cambiamento.
Pensioni d’oro, da gennaio 2022 stop al contributo di solidarietà: cosa cambia?
Mentre ancora si sta lavorando ad una riforma strutturale del sistema pensionistico e sono molte le incertezze anche in merito agli interventi che verranno inseriti nella Legge di Bilancio 2022, a prescindere dalle novità che saranno approvate la data di scadenza del contributo di solidarietà sulle pensioni “più ricche” è uno dei pochi punti fermi.
Il prelievo sulle pensioni d’oro, applicato con un meccanismo a scaglioni in base all’entità dell’assegno, non sarà infatti più operativo dal 2022. Termine ultimo che, come anticipato, si è sostituito al 1° gennaio 2024 secondo quanto stabilito dalla Corte Costituzionale.
I trattamenti superiori ai 100.000 euro lordi, pertanto, non saranno più soggetti alla decurtazione disposta dalla Manovra del 2019 (art. 1 comma 261) e verranno corrisposti nella loro interezza.
La platea coinvolta dal prelievo, ora interessata dal riassorbimento della decurtazione nell’assegno pensionistico, è stata circoscritta dalla circolare INPS numero 62 del 7 maggio 2019 in base alle seguenti regole:
- la riduzione riguarda soltanto i trattamenti di importo annuo al di sopra dei 100.000 euro lordi;
- la riduzione riguarda esclusivamente i trattamenti diretti erogati dall’INPS con almeno una quota liquidata secondo il principio retributivo;
- la riduzione non si applica ai seguenti trattamenti:
- pensioni di invalidità a carico della gestione esclusiva, quali le pensioni di privilegio dipendenti da causa di servizio e le pensioni di inabilità ordinaria riconosciute a seguito di cessazione dal servizio per infermità non dipendente da causa di servizio, per inabilità assoluta e permanente a qualsiasi proficuo lavoro e inabilità alle mansioni e per inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa;
- trattamenti pensionistici per invalidità specifica riconosciuti a carico degli iscritti ai fondi sostitutivi;
- assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità riconosciuti ai sensi della legge n. 222/1984;
- pensioni indirette ai superstiti di assicurato e pensioni di reversibilità ai superstiti di pensionato;
- pensioni riconosciute a favore delle vittime del dovere o di azioni terroristiche.
Pensioni d’oro, stop al contributo di solidarietà: quanto aumenteranno i trattamenti?
Appurato che saranno i pensionati che ricevono più di 100.000 euro lordi l’anno a titolo esclusivamente di trattamento diretto a vedersi aumentare l’importo dell’assegno, vediamo di che misura sarà questo incremento.
Il contributo, infatti, nel 2019 è stato articolato su un prelievo progressivo in cinque fasce a partire dagli assegni superiori alla soglia stabilita - 100.000 euro - con riduzioni via via più consistenti al crescere dell’importo dell’assegno.
Per una maggiore chiarezza si riportano le riduzioni percentuali nella tabella seguente, scaglionate in base all’importo dell’assegno riconosciuto.
| Fascia di importo lordo della pensione annua | Misura della riduzione fino al 31 dicembre 2021 |
|---|---|
| Da 100.000,01 a 130.000,00 euro | 15 per cento |
| Da 130.000,01 a 200.000,00 euro | 25 per cento |
| Da 200.000,01 a 350.000,00 euro | 30 per cento |
| Da 350.000,01 a 500.000,00 euro | 35 per cento |
| Da 500.000,01 euro | 40 per cento |
Ecco, quindi, che le decurtazioni illustrate a partire dal 1° gennaio 2022 verranno soppresse e si convertiranno, in buona sostanza, nel corrispondete aumento dell’assegno riconosciuto.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni d’oro, da gennaio 2022 stop al contributo di solidarietà: cosa cambia?