Il 770 e l’eufemismo di un ottobre di ordinaria amministrazione

Salvatore Cuomo - Modello 770

CU autonomi, modello 770, comunicazione aiuti di Stato e per non farsi mancare nulla ancora avvisi bonari, segnalazione di incongruenze IVA 2019 e la consueta difficoltà di comunicare con gli uffici. Il solito mese di ordinaria follia.

Il 770 e l'eufemismo di un ottobre di ordinaria amministrazione

Siamo ad inizio ottobre e guardare il calendario delle scadenze di fine mese già mette ansia.

Il tutto senza dimenticare altri astrusi adempimenti in dirittura di arrivo, almeno come ora concepiti, quali uno per tutti la comunicazione alle CCIAA del titolare effettivo, a cui si aggiunge il lungo elenco di mail di clienti che segnalano la notifica di avvisi bonari e di compliance IVA relativi all’anno di imposta 2019, queste ultime per lo più inutili dovute essenzialmente alla presenza di fatture non transitate per il SDI perché ricevute da soggetti non obbligati alla fatturazione elettronica quali su tutte le ASD.

Eppure la soluzione ci sarebbe ma non è sempre efficace: CIVIS.

Il 770 e l’eufemismo di un ottobre di ordinaria amministrazione

Una ennesima ondata di avvisi bonari per incongruenze riguardo il modello Redditi 2020 presentato per l’anno di imposta 2019 ed ancora una volta contribuenti e professionisti si trovano alle prese con il come interloquire efficacemente con gli uffici per chiarire eventuali mancati agganci tra il modello presentato ed i versamenti effettuati.

Già nel mese di novembre dello scorso anno trattai il tema CIVIS con particolare riferimento ad una serie di Avvisi bonari relativi ai modelli 770 notificati per delle incongruenze sui versamenti e come allora ancora oggi ad un anno da allora la situazione è la stessa:

  • il call center che spesso rinvia l’utente agli sportelli;
  • difficoltà per fissare gli appuntamenti agli sportelli in tempo con la scadenza;
  • lunghe attese per poi sentirsi chiedere dall’addetto “perché non si è affidato a CIVIS?”.

Dalla seconda metà dello scorso anno con il riavvio delle notifiche di cartelle ed avvisi bonari sono tornate a crescere le necessità degli utenti di confrontarsi con gli uffici per chiarimenti ed eventuali possibili contestazioni degli addebiti.

E a ogni campagna di notifiche ecco il ripetersi di questo incomprensibile “calvario”.

Affidarsi a CIVIS sarebbe certo la via più semplice, ma per diversi casi non è possibile.

CIVIS, uno strumento utile ma che non basta

Da diversi anni ormai l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione dei contribuenti e dei consulenti intermediari fiscali abilitati strumenti informatici per fissare appuntamenti, per prenotare i ticket di attesa per il giorno stesso o anche strumenti di comunicazione remota quale è appunto CIVIS.

In particolare questo canale di comunicazione avrebbe l’obiettivo di alleggerire i carichi di lavoro dei front desk degli uffici locali dell’Agenzia e in diverse situazioni si è rilevato molto utile, come ad esempio per correggere gli errori di compilazione dei modelli F24.

Va ricordato che anche se non come negli anni scorsi siamo ancora alle prese con una pandemia mondiale, che proprio in questi primi giorni di ottobre sembra stia vivendo una fase di recrudescenza con i contagi di nuovo in aumento, sintomo di una ennesima ondata alle porte e di una malattia non ancora definitivamente debellata.

Tenuto conto di questo non secondario aspetto sanitario a cui va aggiunta la crisi ucraina ed i risvolti sui costi di energia ed inflazione, la scelta ottimale per intervenire in caso di ricezione di avvisi, cartelle e compliance potrebbe essere proprio quella di utilizzare CIVIS.

Purtroppo, da quanto mi risulta, avendo avuto anche questa volta riscontro da diverse segnalazioni di colleghi alle prese con casi analoghi e da quanto ho avuto modo di riscontrare personalmente seguendo alcune pratiche di studio, non è possibile risolvere molte di queste usufruendo del solo strumento CIVIS.

Un piccolo passo per la semplificazione: potenziare CIVIS

Ancora oggi questo canale incomprensibilmente non consente di allegare alcun file, se non in casi ben identificati quali, ad esempio, per presentare documentazione richiesta a seguito di controlli formali 36/ter od anche nel caso delle compliance IVA, qui stranamente facendo seguito ad una parallela comunicazione con l’ufficio per mezzo di altri strumenti quale l’accesso diretto ad uno sportello od una comunicazione via PEC.

Una mancata implementazione dello strumento che comporta un costo per la comunità eppure basterebbe veramente poco, ossia l’implementazione dei protocolli utilizzati dal personale impiegato in CIVIS così da non sentirsi nelle mani del fato per trovarsi con un funzionario dietro al terminale che con il suo comportamento proattivo risolva con un paio di click il proprio caso.

Una condizione questa che, a leggere le diverse testimonianze sui social di contribuenti ed utenti professionali, sembra riproporsi anche quest’anno a macchia di leopardo e che comporterà ancora aumento di traffico cittadino, ore sottratte alla propria attività produttiva, stampa di documentazione cartacea da presentare allo sportello, potenziali contatti a rischio Covid, il tempo di lavoro del dipendente pubblico interessato sottratto ad altre mansioni e conseguente rallentamento di altre forse più importanti pratiche.

Moltiplicate il caso per tutte le situazioni analoghe e provate a calcolare gli effetti negativi considerando anche altri temi non tributari comunque centrali per il nostro futuro quali traffico, riduzione PIL, inquinamento, rischio sanitario, ed i conseguenti effetti sui conti pubblici.

Non è necessario attendere utopiche Riforme Fiscali o quant’altro ma una azione di piccoli passi di ordine pratico per semplificare la vita quotidiana di contribuenti ed imprese e così riavvicinare il cittadino alle Istituzioni.

Basta poco.

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