Non solo IRPEF e rottamazione, a settembre si torna a parlare anche di flat tax

Rosy D’Elia - Imposte

Non solo IRPEF e rottamazione, a settembre si parlerà ancora una volta anche di flat tax. Ma è davvero una priorità? La parola a lettrici e lettori di Informazione fiscale

Non solo IRPEF e rottamazione, a settembre si torna a parlare anche di flat tax

Tra i temi di attualità fiscali rimandati a settembre c’è il taglio delle aliquote IRPEF per il ceto medio, per il secondo anno consecutivo, e la rottamazione quinquies, su cui spinge la Lega, ma non solo: anche la flat tax entra nell’agenda autunnale. Lo ha confermato il viceministro Antonio Tajani ancora una volta dal palco degli Stati Generali del Mezzogiorno ieri, 3 agosto.

Appiattire la tassazione è uno degli obiettivi fissati tra anni fa dalle forze di questo Governo in campagna elettorale, ma le strade per farlo sono diverse e non tutte condivise. Ad oggi, disegnare una tassa piatta rappresenta davvero una priorità? La parola a lettrici e lettori.

Si torna a parlare di flat tax

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Non solo IRPEF e rottamazione, a settembre si torna a parlare anche di flat tax

Già nelle scorse settimane il viceministro Tajani aveva posto l’accento sul tema, riportando sotto i riflettori la proposta che Silvio Berlusconi ha avanzato più volte negli ultimi decenni e ha lasciato in eredità al Governo in carica.

Alla vigilia della pausa estiva, il segretario nazionale di Forza Italia torna sulla necessità di appiattire la tassazione dal palco degli Stati Generali del Mezzogiorno che si sono tenuti a Reggio Calabria dal 1° al 3 agosto, inserendola nella lista di priorità del prossimo autunno.

Ridurre la pressione e l’“oppressione fiscale”: da qui si dovrà ripartire a settembre. In cima all’agenda c’è sicuramente il taglio IRPEF del ceto medio, che già lo scorso anno è stato rimandato a data da destinarsi e che ora, però, non può più attendere: l’ipotesi di una riduzione della seconda aliquota dal 35 al 33 per cento e l’estensione dello scaglione è un leit motiv e una promessa ormai di vecchia data.

Ma per favorire la crescita economica utilizzando la leva fiscale, secondo Tajani, si deve lavorare a un’azione forte e determinata.

“Io credo che si possa arrivare anche una flat tax al 24 per cento. Questa è la priorità, abbassare la pressione fiscale. Lo diciamo anche per quanto riguarda i lavoratori. Io credo che si debba cominciare a riflettere sull’abbattimento della pressione fiscale per gli straordinari, per i festivi, per i premi di produzione”.

Una prospettiva, quest’ultima, che è stata messa nero su bianco anche nella legge delega per la riforma fiscale.

Flat tax per ridurre la pressione fiscale, una strada percorribile?

D’altronde la flat tax rientra nel percorso di riduzione della pressione fiscale ipotizzato dalle tre forze di Governo già nell’estate del 2022.

Nell’accordo stretto dalle forze politiche in campagna elettorale alla voce per “un Fisco equo” trovava spazio anche una estensione progressiva della flat tax prevista per le partite IVA, con il regime forfettario, a famiglie e imprese.

Ma, come insegna lo stesso panorama fiscale, ci sono tanti metodi per rendere piatta la tassazione e ora come allora il raggio delle possibilità è ampio. La stessa Lega, affezionata al tema, aveva esposto nelle scorse settimane una idea di flat tax diversa da quella avanzata da Tajani con un 15 per cento su base familiare.

La scelta è senza dubbio politica, ma non può prescindere dalle valutazioni economiche. Il taglio IRPEF al ceto medio è una priorità condivisa da tempo, eppure non è ancora diventato concreto, e allo stesso modo lla flat tax non è un progetto nuovo: la proposta che Silvio Berlusconi ha presentato più di 20 anni fa non ha mai visto la luce anche per questione di coperture.

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