Il progetto impossibile della flat tax: l’eredità di Silvio Berlusconi al Governo in carica

Rosy D’Elia - Imposte

La storia di Silvio Berlusconi è fatta di vittorie, ma sul fronte del Fisco non sono mancate le sconfitte e i progetti inattuati: tra questi la realizzazione della flat tax, missione impossibile che lascia in eredità al Governo in carica

Il progetto impossibile della flat tax: l'eredità di Silvio Berlusconi al Governo in carica

Dal calcio alla politica non si contano i risultati che Silvio Berlusconi, scomparso oggi 12 giugno a 86 anni, a qualsiasi costo è riuscito ad ottenere e che hanno cambiato profondamente l’Italia.

Ma anche per il Cavaliere ci sono stati campi di gioco difficili. E il Fisco è uno di questi, un terreno fatto anche di sconfitte e progetti inattuati come la flat tax che, nonostante i tentativi dal 1994 ad oggi, resta una missione impossibile in eredità al Governo in carica.

Silvio Berlusconi lascia in eredità il progetto impossibile della flat tax

Meno tasse è il leit motiv che ha accompagnato le promesse fiscali fatte agli italiani e alle italiane da Silvio Berlusconi da quando, quasi esattamente 30 anni fa, è sceso in campo proponendo il suo movimento politico per “costruire insieme un nuovo miracolo italiano”.

Appiattire la tassazione semplificando l’IRPEF è una delle strategie individuate fin da principio dal Cavaliere per ridurre la pressione fiscale.

È arrivato così in Italia il progetto di una flat tax che, dopo tre decenni, resta ancora una proposta da attuare e da discutere.

Lo scorso marzo la tassazione piatta ha trovato spazio nella riforma fiscale proposta dal Governo di cui Forza Italia fa parte, ma il traguardo dell’aliquota unica è fissato alla fine della legislatura e passa dal dibattito parlamentare. Ancora nessuna certezza, in altre parole.

Il modello di tassazione piatta sul reddito delle persone fisiche ha il valore di basarsi su un calcolo più semplice e immediato delle imposte da versare ma ha anche l’alto rischio di mettere sullo stesso piano cittadini con capacità contributive diverse, a sfavore dei meno abbienti.

Ma non è questo, o non solo, il motivo per cui l’appiattimento della tassazione non è mai diventato realtà.

L’introduzione della flat tax porta con sé un problema di coperture: ironia della sorte, il progetto di Silvio Berlusconi, che sulla ricchezza ha costruito il suo potere, non ha mai visto la luce (anche) per una questione di disponibilità economica dello Stato.

La flat tax, progetto inattuato di Silvio Berlusconi: perché è difficile realizzarla

Nel 2001 nel salotto di Bruno Vespa, Silvio Berlusconi firma il contratto con gli italiani che definisce “il più importante mai siglato”.

Tra i vari punti c’è anche la riduzione delle aliquote IRPEF al 23 e al 33 per cento. Il sistema in vigore in quel momento si basa su 5 scaglioni con la percentuale più bassa di tassazione al 18 per cento e quella più alta al 45 per cento.

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Non ha dubbi sulla possibilità di passare a una flat tax a due vie entro la fine della legislatura, nel 2006, nonostante la questione delle risorse. Ma l’appiattimento non arriverà mai.

Il sistema IRPEF, pur modificato più volte in questi anni, solo nel 2022 ha subito una riduzione degli scaglioni semplicemente da 5 a 4 con l’accorpamento delle ultime due fasce di reddito sotto la percentuale di tassazione del 43 per cento.

Nel frattempo, pur non avendo mantenuto la promessa di appiattire la tassazione, Silvio Berlusconi non l’ha dimenticata e nell’ultima campagna elettorale dello scorso agosto definisce le “tasse un male necessario da ridurre al minimo” e ripropone la flat tax al 23 per cento come un progetto di semplice applicazione, in netto contrasto con la storia che ha alle spalle.

“Quando saremo al Governo - dice- applicheremo una flat tax al 23 per cento per tutti, famiglie e imprese, per alleggerire l’oppressione fiscale, per combattere davvero l’evasione, per aumentare le entrate dello Stato”.

Al Governo la coalizione formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia arriva davvero, ma l’unico risultato raggiunto sul fronte della flat tax è l’inserimento del progressivo appiattimento dell’IRPEF nella riforma fiscale a cui sta lavorando attualmente il Parlamento, oltre al potenziamento del “vecchio” regime forfettario (basato su una flat tax al 5 o al 15 per cento sui contribuenti con ricavi inferiori ad 85.000 euro).

Ancora una volta l’occasione per realizzare la tassazione piatta c’è, ma ci sono ora come allora anche i nodi da sciogliere sulle risorse, come ha segnalato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, e sui rischi che derivano dall’applicazione di un modello fiscale del tutto inadeguato all’economia italiana, come ha segnalato la Banca d’Italia.

Il progetto c’è, ma la realizzazione ancora una volta è lontana.

D’altronde, se ci fosse stata una via d’uscita per applicare la flat tax ad ampio raggio, in qualche modo Silvio Berlusconi l’avrebbe trovata.

(Fonte della foto in evidenza: Pagina FB Forza Italia)

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