Flat tax incrementale come alternativa al concordato e regime forfettario anche per i professionisti che partecipano a società: due ordini del giorno alla Legge di Bilancio 2026 riaccendono la discussione sulle prospettive del Fisco
La Legge di Bilancio 2026 approvata in via definitiva il 30 dicembre, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale nella stessa giornata, mette il Fisco al centro della discussione.
Lo fa non solo sul fronte delle misure attese al via dal 1° gennaio, ma anche per quel che riguarda gli ordini del giorno approvati dalla Camera.
Tra gli impegni per il Governo torna in campo la flat tax incrementale, proposta come alternativa al macchinoso concordato preventivo biennale. Non solo: si torna a parlare di estensione del regime forfettario per i professionisti associati.
Flat tax incrementale in alternativa al “macchinoso” concordato preventivo biennale: l’ordine del giorno approvato con la Legge di Bilancio 2026
Sembrano delle promesse politiche messe per iscritto, considerando la loro natura non vincolante per il Governo, ma hanno il merito di riaccendere la discussione e di guardare al futuro.
Gli ordini del giorno alla Legge di Bilancio 2026 approvati dalla Camera il 29 dicembre mettono il Fisco in primo piano, ma quello relativo alla flat tax incrementale mette anche in discussione una delle “mosse” più importanti dello stesso Governo in ambito tributario.
Nel testo presentato dalla Lega, e in particolare dal Deputato Alberto Gusmeroli, si impegna il Governo a valutare la possibilità di ripristinare la flat tax incrementale per l’anno d’imposta 2026 sulle dichiarazioni 2027, come alternativa al concordato preventivo biennale.
La flat tax incrementale, introdotta nel 2023 per una sola annualità sulla differenza tra il reddito dell’anno e il più alto del triennio precedente, è stata “sacrificata” proprio per l’avvio del patto tra Agenzia delle Entrate e partite IVA.
Il concordato preventivo è però indubbiamente molto più macchinoso e complicato, si legge nel testo dell’Odg, che evidenzia tra l’altro lo scarso impatto già dal secondo anno di applicazione.
Un concordato complesso e con poche adesioni sul quale si chiede quindi un ripensamento con la riproposizione della flat tax incrementale, ritenuta al contrario una leva utile per spingere gli incrementi di reddito affiancandovi benefici fiscali.
Il tema non è nuovo, e lo stesso Gusmeroli ne aveva già parlato all’inizio dello scorso anno ai microfoni di Informazione Fiscale.
Flat tax del 15 per cento anche per i professionisti associati
Non solo flat tax incrementale. Negli ordini del giorno alla Manovra 2026 entra in campo anche la discussione sull’estensione del regime forfettario.
Il testo presentato dal Deputato Andrea de Bertoldi e approvato dalla Camera impegna il Governo a valutare l’opportunità, nel rispetto della Direttiva IVA, di agevolare le aggregazioni professionali intervenendo sulle regole di accesso al regime dell’imposta sostitutiva del 15 per cento.
In sostanza, la richiesta è di consentire a chi è già nel regime forfettario di potervi restare anche se si aggrega in una STP o associazione professionale.
Oggi il regime forfettario è precluso a chi partecipa a società o associazioni (salvo casi rari). Questo vincolo impedisce ai giovani professionisti di aggregarsi, pena il venir meno del regime fiscale di vantaggio.
L’estensione della flat tax viene presentata come un incentivo alle aggregazioni, coerente con il DDL Concorrenza 2025, in quanto favorirebbe la nascita di gruppi di lavoro tra professionisti maggiormente strutturati.
Nessun impatto inoltre sulle casse pubbliche: come sostiene l’OdG, se il professionista paga già il 15 per cento da solo, farlo pagare al 15 per cento dentro una società non cambia l’entrata per lo Stato. È la cosiddetta “neutralità fiscale”.
Resta in ogni caso da valutare la fattibilità sul fronte della normativa IVA comunitaria, principale scoglio evidenziato dallo stesso testo approvato dalla Camera.
L’unico punto fermo è che sia questa proposta che quella relativa alla flat tax incrementale riflettono una dialettica politica molto accesa all’interno della maggioranza, con il tentativo di recuperare consensi tra il popolo delle partite IVA, tartassato dalla Legge di Bilancio 2026.
Un OdG resta però nulla più che una proposta da discutere, un “impegno a valutare” e non un obbligo di legge.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Flat tax incrementale e forfettario tornano in discussione con l’ok alla Manovra 2026