Concordato preventivo biennale, stop alla flat tax a 85.000 euro. Il Viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, conferma il correttivo a sfavore per il biennio 2025-2026. Fuori i forfettari

Concordato meno vantaggioso: la flat tax si fermerà alla soglia di 85.000 euro.
In videocollegamento al Festival del Lavoro, in corso a Genova, il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo conferma uno dei correttivi più “sfavorevoli” per le partite IVA intenzionate ad aderire al patto con il Fisco.
La possibilità di tassare gli incrementi di reddito con la flat tax dal 10 al 12 per cento sarà limitata. Superata la soglia di 85.000 euro si passerà ad un’aliquota più gravosa.
Viene meno uno dei (pochi) benefici tangibili previsti per il biennio 2025-2026. Confermato inoltre lo stop per i forfettari.
Concordato, è confermato: la flat tax si ferma a 85.000 euro
Un intervento che anticipa una scelta importante, una di quelle che potrebbe segnare il destino del concordato preventivo per il biennio 2025-2026.
Nel videocollegamento alla seconda giornata del Festival del Lavoro, in corso a Genova, il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo conferma che il decreto legislativo correttivo, approvato in esame preliminare lo scorso 13 marzo, non sarà di fatto “stravolto”.
Al netto delle ipotesi che circolano nelle ultime ore, relative all’ipotesi di un tetto all’incremento di reddito così come alla riedizione del ravvedimento speciale, la flat tax per chi aderirà al patto con il Fisco sarà limitata alla soglia di 85.000 euro.
Nonostante le richieste avanzate dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato, superata questa soglia di differenza tra il reddito concordato e quello dell’annualità precedente, scatterà una tassazione pari al 43 per cento dell’IRPEF e al 24 per cento sul fronte dell’IRES.
Un nuovo disincentivo, nei fatti, all’adesione al concordato preventivo biennale.
Concordato senza forfettari per il biennio 2025-2026
Stop alla flat tax per gli incrementi di reddito più corposi ma anche alla finestra per i forfettari.
Anche su questo fronte non ci sarà un passo indietro nel decreto correttivo atteso ormai a breve sul tavolo del Governo per il via libera definitivo.
Le partite IVA che applicano il regime della flat tax non avranno una seconda chance. Per il momento l’esperienza (sperimentale) del patto con il Fisco si ferma all’annualità 2024.
Un concordato che quindi si ridimensiona, non solo sul fronte delle partite IVA destinatarie ma anche per quel che riguarda i vantaggi effettivi.
Il tutto, ovviamente, ferma restando la possibilità di nuovi colpi di scena, per risollevare le sorti di uno strumento che per il momento presenta più ombre che luci.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concordato, è confermato: la flat tax si ferma a 85.000 euro