Controlli superbonus: la cessione del credito nel mirino delle Entrate e della Guardia di Finanza

Tommaso Gavi - Irpef

Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza impegnati sui controlli relativi alla cessione del credito del superbonus e dei bonus edilizi. Tra gli obiettivi del 2023: la verifica del 70 per cento del valore complessivo delle comunicazioni inviate all'Amministrazione finanziaria

Controlli superbonus: la cessione del credito nel mirino delle Entrate e della Guardia di Finanza

La cessione del credito del superbonus e dei vari bonus edilizi è nel mirino dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza.

Tra gli obiettivi della convenzione tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Amministrazione Finanziaria c’è la verifica sul 70 per cento del valore dell’importo complessivo delle comunicazioni relative, appunto, a cessione del credito e sconto in fattura, inviate nell’anno in corso.

Un intervento che riguarderebbe circa 14,5 miliardi di euro.

La percentuale dovrebbe essere incrementata all’80 per cento per gli anni 2024 e 2025.

Le azioni saranno intraprese con una più stretta collaborazione con la Guardia di Finanza per attivare immediatamente la sospensione della delega di pagamento fino a 30 giorni.

Controlli superbonus: la cessione del credito nel mirino delle Entrate e della Guardia di Finanza

Sono molti e ambiziosi gli obiettivi della convenzione siglata nel mese di agosto tra l’Agenzia delle Entrate e il MEF, per il triennio 2023-2025.

Tra questi c’è l’intensificazione dei controlli sul superbonus e sui bonus edilizi: nel mirino ci sono le comunicazioni all’Amministrazione finanziaria in merito alla cessione del credito e allo sconto in fattura.

Le azioni rientrano nel più generale obiettivo di “Potenziare i controlli fiscali e presidiare l’efficacia dell’attività di riscossione”.

Oltre all’ottimizzazione dei controlli in materia tributaria, in collaborazione con la Guardia di Finanza e le altre amministrazioni estere, si intende intervenire sulla sospensione preventiva delle deleghe di pagamento con modello F24 per le compensazioni.

In tal senso si intende intervenire su due diversi aspetti:

  • l’implementazione degli indicatori di rischio in base ai quali si procede alla sospensione;
  • il valore delle somme oggetto di comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.

L’intervento sul primo aspetto è suddiviso in due, in relazione agli indicatori di rischio. Quelli che saranno individuati e resi operativi nella procedura di sospensione cresceranno nel triennio:

  • 8 nel 2023;
  • 9 nel 2024;
  • 10 nel 2025.

Gli indicatori di rischio individuati e resi operativi nella procedura di sospensione dei crediti da bonus edilizi sono invece 3 per il 2023 e non si prevede un aumento negli anni successivi.

In merito al valore delle somme che finiranno sotto la “lente del Fisco”, è crescente l’ammontare dei crediti oggetto di comunicazioni di cessione del credito e di sconto in fattura.

La percentuale cresce nel triennio come riportato nella tabella riassuntiva.

Anno Valore delle comunicazioni analizzate preventivamente dalle Entrate in rapporto al totale delle comunicazioni
2023 70 per cento
2024 80 per cento
2025 80 per cento

L’obiettivo dell’anno in corso è piuttosto ambizioso, considerando che l’ammontare dei crediti oggetto di comunicazione, aggiornato al mese di agosto, è di circa 14,5 miliardi di euro.

Una meta da raggiungere anche grazie alla collaborazione sempre più stretta tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, per favorire l’immediata sospensione delle deleghe di pagamento con F24 fino a 30 giorni, dopo il riscontro dei profili di rischio stabiliti con gli indicatori in questione.

Quali controlli sono previsti sulla cessione del credito del superbonus e degli altri bonus edilizi?

Il potenziamento dei controlli preventivi ha l’obiettivo di bloccare sul nascere i tentativi di frode, che per circa il 4 o 5 per cento hanno riguardato il superbonus mentre per la maggior parte hanno interessato il bonus facciate.

In un momento in cui i bonus edilizi sono al centro del dibattito, proprio in vista delle scelte che caratterizzeranno la prossima Legge di Bilancio 2023, l’intervento congiunto dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza rimane ancora più importante per evitare l’appropriazione indebita di risorse pubbliche.

Una stretta ai controlli messi in campo per prevenire le frodi è stata introdotta a partire dal decreto antifrodi del novembre 2021.

Con il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 1° dicembre 2021 sono stati forniti i criteri e le modalità per la sospensione prevista dall’articolo 122-bis, inserito nel decreto Rilancio.

Il controllo preventivo avviene sulla base dei seguenti criteri:

  • coerenza e regolarità dei dati indicati nelle comunicazioni e nelle opzioni con i dati presenti nell’Anagrafe tributaria o comunque in possesso dell’Amministrazione finanziaria;
  • ai dati afferenti ai crediti oggetto di cessione e ai soggetti che intervengono nelle operazioni cui detti crediti sono correlati, sulla base delle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria o comunque in possesso dell’Amministrazione finanziaria;
  • ad analoghe cessioni effettuate in precedenza dai soggetti indicati nelle comunicazioni e nelle opzioni.

In sintesi le procedure di controllo sono tre:

  • controllo alla comunicazione inviata all’Agenzia delle Entrate, successiva alla trasmissione;
  • entro cinque giorni dalla trasmissione vengono effettuate le verifiche preventive sugli indicatori di rischio predefiniti, che possono portale alla sospensione per 30 giorni delle comunicazioni che presentano profili di anomalie;
  • qualora riscontrati profili di rischio, si passa ad ulteriori controlli che possono portare all’annullamento delle comunicazioni.

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