Dalla carta docente al bonus affitto: Manovra a metà dopo un anno

Rosy D’Elia - Fisco

Mentre si lavora alla Manovra 2026, l'attuazione del'ultima Legge di Bilancio approvata è solo a metà con ritardi per la carta del docente, il bonus affitto e altre novità

Dalla carta docente al bonus affitto: Manovra a metà dopo un anno

Dalla scuola alla casa, passando per la salute, l’ultima Manovra non ha ancora ingranato la marcia: l’attuazione della Legge di Bilancio approvata alla fine dello scorso anno è solo a metà.

Nel frattempo la carta del docente resta inaccessibile, chi non può permettersi di pagare l’affitto resta senza alcun bonus e tutela e si torna a parlare di un Piano casa che resta da definire.

Verso la Manovra 2026, ma la Legge di Bilancio approvata lo scorso anno è ancora a metà

Mentre il Parlamento è impegnato a esaminare e approvare il pacchetto di novità della Legge di Bilancio 2026, sono in totale 55 le misure dell’ultima Manovra che rimangono inapplicabili dopo 11 mesi per mancanza di un decreto attuativo.

Attuazione Legge di Bilancio 2025
Decreti da approvare 109
Decreti approvati 54
Decreti da approvare 55

Dati del Dipartimento per il Programma di Governo -18 novembre 2025

In fase di scrittura, infatti, si decide se prevedere delle norme autoapplicative e quindi pronte all’uso, o di affidare ai Ministeri il compito di definire tutti i dettagli per renderle operative.

E questo passaggio burocratico che dovrebbe essere garanzia di una traduzione pratica adeguata di quanto previsto in teoria si trasforma in un buco nero per bonus, novità, agevolazioni delle Leggi di Bilancio e non solo.

A dare contezza del fenomeno è lo stesso Dipartimento per il programma di Governo che, nell’aggiornamento del 30 settembre, registrava un record per il tasso di adozione dei decreti attuativi: con 65,3 punti percentuali, mancavano all’appello comunque ben 531 provvedimenti.

Tra questi anche i decreti attuativi della Manovra 2025 con una quota consistente che interessa l’ambito della salute di cittadini e cittadine, dove il tempo è più che mai rilevante.

Ma pur volendo restare esclusivamente nel panorama delle politiche economiche, sociali e del lavoro, gli esempi di novità che restano ferme negli ingranaggi della burocrazia abbondano.

Carta dedicata a te e non solo: novità e bonus dell’ultima Manovra sono in stand by

La Legge di Bilancio 2025 ha ridefinito il perimetro della carta del docente stabilendo la necessità di prevedere anno per anno l’importo da destinare al personale della scuola, fino al 2024 pari a 500 euro, in base al numero di beneficiari e beneficiarie.

Pur essendo un’agevolazione ormai rodata, perché esiste da anni, il provvedimento non è mai stato firmato e nel frattempo il decreto maturità, approvato in via definitiva a fine ottobre, ha introdotto ulteriori novità che rischiano di far slittare al 2026 l’approvazione del testo necessario per sbloccare i fondi.

Sempre nell’ambito scolastico, le famiglie in condizioni oggettive di impoverimento tali da compromettere il pagamento della mensa dovrebbero ricevere dei contributi per il triennio 2025-2027, ma il primo anno coperto dall’agevolazione sta per finire senza che modalità e criteri di accesso siano stati definiti.

Dalla scuola alla casa: bonus e novità dell’ultima Legge di Bilancio sono da costruire

Dalla salute alla scuola, arrivando alla casa, unità di misura di una società che funziona, i ritardi si accumulano.

Si sono riaccesi in questi giorni, con le richieste del presidente ANCI Gaetano Manfredi, i riflettori sul piano casa che, stando alle disposizioni della Manovra, il Governo avrebbe dovuto approvare con DPCM entro il 30 giugno per poi passare il testimone al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per stabilire i termini e le modalità di riparto delle risorse, 560 milioni di euro e stanziamenti a partire dal 2028.

D’altronde anche su fronti più imminenti i tempi di attesa non migliorano. Entro il 31 gennaio 2025 si sarebbe dovuto approvare il decreto per l’accesso al Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli, rifinanziato dall’ultima Manovra con 30 milioni di euro, per garantire una sorta di bonus affitto a chi si trova in difficoltà economica.

Anche in questo caso si ripropone una misura che esiste già e che dovrebbe avere già la sua ossatura, ma a 10 mesi circa dalla scadenza non ci sono novità. Il risultato è un supporto inesistente, una promessa non mantenuta, per le famiglie che si trovano in “uno stato di bisogno connesso alla perdita o alla consistente riduzione della capacità reddituale tali da non permettere o da rendere particolarmente difficoltoso il pagamento del canone di locazione”.

Sono le stesse norme a sottolineare, anche in maniera esplicita, la rilevanza dell’attesa: uno stato di bisogno che impedisce di pagare la mensa scolastica o l’affitto esiste hic et nunc, qui e ora.

Il ritardo non è semplicemente una questione burocratica, ma spesso si traduce in una mancata risposta a bisogni pratici e contingenti di cittadini e cittadine: vanifica l’efficacia stessa della misura e tradisce le aspettative.

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