Bonus in busta paga in arrivo a Natale o comunque entro la fine dell'anno? Dipendenti e datori di lavoro devono verificare precisi limiti per applicare l'esenzione riservata ai fringe benefit
Si avvicina dicembre: per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti non è solo tempo di tredicesima ma anche, in alcuni casi, di bonus in busta paga in vista del Natale o di un bilancio finale sull’anno che sta per concludersi.
Chi riceve delle somme dal proprio datore di lavoro deve, però, tenere conto delle regole e dei limiti previsti dalla normativa sui fringe benefit che permette di beneficiare dell’esenzione.
Superare la soglia, fissata a 1.000 o 2.000 euro, vuol dire rinunciare al trattamento di favore su tutte le somme ricevute nell’arco dell’anno.
Bonus in busta paga a Natale? Limiti e regole da rispettare
Per orientarsi tra le regole, è necessario riavvolgere il nastro per arrivare alle novità approvate con l’ultima Legge di Bilancio per il triennio 2025.-2027 sui fringe benefit, forme di retribuzione aggiuntiva che possono essere riconosciute dal datore di lavoro.
A regime l’articolo 51 del TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi, prevede una esenzione fiscale e contributiva per il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati fino a 258,23 euro. La soglia, innalzata periodicamente negli ultimi anni, è stata rivista a rialzo anche dall’ultima Manovra. È pari a 1.000 euro per la generalità dei dipendenti e a 2.000 euro per chi a figli o figlie a carico.
La soglia, in particolare, interessa anche le somme erogate o rimborsate al lavoratore dipendente dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, delle spese per la locazione dell’abitazione principale ovvero degli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale.
C’è un aspetto importante da considerare: il limite più generoso sposta l’asticella dell’esenzione più avanti, ma non cancella la regola generale che prevede una tassazione ordinaria in caso di importi superiori alla soglia stabilita.
“Il superamento del limite di 1.000 euro o 2.000 euro comporta la concorrenza dell’intero ammontare, e non soltanto della quota parte eccedente detti limiti, alla determinazione del reddito imponibile secondo le modalità ordinarie”, ha confermato l’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 4/E del 2025.
Bonus in busta paga: come verificare la soglia di esenzione dei fringe benefit
Lavoratrici e lavoratori che hanno già ricevuto nel corso dell’anno dei bonus in busta paga dai datori di lavoro devono, quindi, tenere conto di questa importante regola per non perdere i benefici anche sugli importi già ricevuti nel periodo di imposta.
Osservata speciale non è solo la fine del 2025 ma anche l’inizio del prossimo anno: secondo il principio di cassa allargato, infatti, si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori corrisposti entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono.
Bonus in busta paga: fringe benefit più generosi per i genitori
Infine, per vere piena contezza della soglia da considerare, visto che la norma prevede un trattamento diverso, più generoso, per i genitori con figli o figlie a carico bisogna tenere conto anche delle condizioni previste in questo caso. Passaggio particolarmente rilevante per chi ha già ricevuto bonus in busta paga che si avvicinano alla soglia dei 1.000 euro.
Prima di tutto è necessario avere ben chiara la definizione di figli a carico:
è una condizione che si verifica in presenza di un reddito complessivo, considerando anche le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica, non superiore a 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili. Sotto i 24 anni il limite arriva a 4.000 euro.
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate, la soglia più generosa viene riconosciuta in misura intera a ogni genitore, titolare di reddito di lavoro dipendente o assimilato, anche in presenza di un unico figlio, purché lo stesso sia fiscalmente a carico di entrambi.
Via libera agli importi più alti anche nel caso in cui il contribuente non possa beneficiare della detrazione per figli fiscalmente a carico perché percepisce l’assegno unico e universale o perché mancano i requisiti anagrafici o, ancora, perché il beneficio è riconosciuto in maniera piena solo a uno dei due.
Dal punto di vista operativo, per arrivare a 2.000 euro di bonus esenti, è necessario comunicare il codice fiscale dei figli e delle figlie a carico seguendo le istruzioni del datore di lavoro. Anche per i genitori superare questa soglia vuol dire perdere il trattamento di favore sull’intero importo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus in busta paga a Natale? I limiti da verificare