Rottamazione quinquies? Un “risultato parziale”. Taglio IRPEF, lo sguardo è già al futuro. Intervista all’On. De Palma (FI)

Una rottamazione delle cartelle parziale e diversa rispetto alle aspettative. Il taglio dell'aliquota IRPEF al 33 per cento è un primo passo, ma già si guarda al prossimo anno. L'intervista all'On. Vito De Palma (Forza Italia) sui contenuti della Legge di Bilancio 2026

Rottamazione quinquies? Un “risultato parziale”. Taglio IRPEF, lo sguardo è già al futuro. Intervista all'On. De Palma (FI)

La Legge di Bilancio 2026 bilancia risorse ed esigenze, stanzia fondi per la riduzione della pressione fiscale ma non dimentica le necessità di finanziare strumenti a sostegno delle famiglie, della sanità pubblica e del sistema imprenditoriale.

Nell’analisi dei contenuti della Manovra 2026 serve uno sguardo d’insieme, senza dimenticare da un lato gli sforzi per il finanziamento del superbonus e dall’altro gli obiettivi di riduzione del debito chiesti dall’Europa e accolti dal Governo.

Sono queste le premesse che hanno dettato le regole per la messa a punto del taglio IRPEF per il ceto medio previsto dal 2026 così come per la definizione della rottamazione quinquies delle cartelle.

Due novità importanti contenute nella Legge di Bilancio 2026 sulle quali però la forma contenuta nel disegno di legge approvato dal Governo differisce rispetto alle richieste iniziali e alle aspettative.

Ne abbiamo parlato con l’Onorevole Vito De Palma, deputato di Forza Italia e membro della Commissione Finanze della Camera. Nell’intervista rilasciata ai microfoni di Informazione Fiscale anche un focus sulla cedolare secca del 26 per cento per gli affitti brevi stipulati tramite piattaforme.

Taglio IRPEF al 33 per cento dal 2026, con la prossima Manovra scaglione fino a 60.000 euro di reddito

Porta la firma di Forza Italia il taglio dell’IRPEF per il ceto medio.

La Legge di Bilancio 2026 prevede la riduzione dell’aliquota dal 35 al 33 per cento a decorrere dal 1° gennaio, fino alla soglia di 50.000 euro ma con effetti che interesseranno i redditi fino a 200.000 euro.

È quindi questa una delle novità della Manovra che Informazione Fiscale ha avuto il piacere di approfondire con il Deputato Vito De Palma, il quale evidenzia che la riduzione della pressione fiscale è utile all’intero Paese, dalle imprese ai lavoratori dipendenti e pensionati, e consente di invertire la rotta rispetto a quella situazione che qualcuno chiamava di “decrescita infelice”.

Un intervento che “dà risposte al ceto medio”, e si inserisce in un percorso avviato dal Governo Meloni che già negli scorsi anni ha portato all’accorpamento dei primi due scaglioni guardando in particolar modo alle fasce più deboli della popolazione.

Oggi interveniamo sul ceto medio, una platea di circa 15 milioni di contribuenti a cui riserviamo appunto una riduzione della della pressione fiscale e dell’aliquota IRPEF di due punti.

Un intervento che costa 3 miliardi a regime, che risponde alle esigenze di famiglie e imprese ma che però è parziale rispetto all’ulteriore obiettivo di estendere lo scaglione a 60.000 euro.

IRPEF al 33 per cento fino a 60.000 euro, si guarda alla prossima Manovra

Quello in arrivo con la Legge di Bilancio 2026 è quindi un intervento che si inserisce in un percorso graduale, tenuto conto delle risorse a disposizione e del fatto che “ereditiamo 200 miliardi, che sono fondamentalmente cinque finanziarie, che sono il buco lasciato dal precedente Governo sul sui bonus edilizi”.

Il superbonus, che a detta dell’On. De Palma “ha regalato soldi alla ristrutturazione di castelli” e ha impegnato risorse per “rispondere a un impegno di governo fantasioso”, ha quindi inciso sulla messa a punto della Manovra e del taglio dell’IRPEF.

Ristrettezze di bilancio hanno impedito di ridurre l’aliquota intermedia e far contestualmente salire il limite di reddito del secondo scaglione fino a 60.000 euro, misura che resta tuttavia una delle priorità di Forza Italia.

L’On. De Palma guarda al futuro: se nella Manovra 2026 pare che non vi siano spazi ulteriori di intervento, “lo faremo nel prossimo anno”. L’attenzione è quindi già sulle misure economiche da predisporre con la prossima Legge di Bilancio.

Rottamazione quiquies parziale, diversa dalle aspettative

Un obiettivo centrato solo parzialmente anche per quel che riguarda la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, in versione ristretta rispetto alle aspettative iniziali.

Vale la pena evidenziare che, sebbene il tema della pace fiscale sia da sempre uno dei cavalli di battaglia della Lega, anche Forza Italia aveva presentato alla fine dello scorso anno una proposta di legge per la definizione agevolata delle cartelle, con la prima firma proprio del Deputato Vito De Palma.

Il risultato raggiunto in Legge di Bilancio 2026 è “parziale, molto parziale”, evidenza ai microfoni di Informazione Fiscale, e il motivo è legato sempre all’esigenza di tenere il quadro di bilancio in maniera chiara all’interno dei paletti comunitari e degli obiettivi di rientro fissati dal Governo.

La nuova rottamazione risponde tuttavia, anche se in parte, al tema del recupero delle cartelle, consentendo anche agli Enti locali di prevedere forme di definizione agevolata dei debiti relativi a tributi di propria competenza.

Interventi che si affiancano agli strumenti messi in campo nell’ambito della riforma fiscale, come ad esempio il concordato preventivo biennale, che a detta di De Palma consente di definire le posizioni dei contribuenti evitando il sistema complesso delle cartelle di pagamento che bloccano le imprese.

Rispondendo alla domanda sull’ipotesi che nel corso della fase di modifica alla Manovra venga esteso il perimetro dei beneficiari della rottamazione, De Palma sottolinea che da parte del Legislatore “non c’è un atteggiamento negativo sul tema, ma prudente” rispetto alle risorse in campo.

Cedolare secca al 26 per cento sugli affitti brevi, discussione aperta

Non di minore importanza è il tema dell’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi, che secondo quanto previsto dal DdL di Bilancio 2026 porterà a un rialzo dal 21 al 26 per cento dell’aliquota per i contratti tramite piattaforme.

Forza Italia è uno dei partiti di maggioranza che si è da subito detto contrario alla stretta.

Per Vito De Palma è necessario distinguere: la prima casa non va tassata, così come la seconda casa non può essere considerata una rendita finanziaria al pari di chi ha più immobili e che svolge per professione l’attività di locazione. Oltre la prima casa si entra invece in un meccanismo imprenditoriale, da tassare quindi come tale.

Sul tema delle locazioni tramite piattaforme la questione è invece più complessa e si tratta di uno degli argomenti sui quali è aperta un’interlocuzione all’interno della maggioranza.

De Palma non si sbilancia rispetto alla discussione in corso e sul tema resta quindi fondamentale attendere l’esito dei lavori parlamentari che, entro la fine dell’anno, segneranno i contorni definitivi della Legge di Bilancio 2026.

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