La rottamazione del magazzino AdER non trova spazio nella Legge di Bilancio 2026. Lo stralcio delle cartelle esattoriali resta in standy e la proposta di cancellare 408 miliardi di debiti non è contemplata nel piano di pace fiscale inserito in Manovra
La “vera” rottamazione delle cartelle esattoriali non trova attualmente spazio nella Legge di Bilancio 2026.
Nel lavoro che impegna Governo e Parlamento non è stato tenuto conto delle attività di analisi svolte dalla Commissione tecnica, istituita nell’ambito della riforma della riscossione, che ha portato all’individuazione delle prime soluzioni per il discarico del magazzino AdER.
Il tema è centrale: dei quasi 1.300 miliardi di cartelle dormienti negli archivi dell’Agenzia, molte risultano di fatto inesigibili. Per 408 miliardi di queste la soluzione pratica proposta è di uno stralcio tout-court, ma al momento tutto tace.
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La rottamazione delle cartelle esattoriali inesigibili fuori dalla Legge di Bilancio 2026
Per inquadrare al meglio la questione è necessario fare un passo indietro, a partire dai principi dettati dalla legge delega per la riforma fiscale n. 111/2023.
L’articolo 18 ha individuato i criteri per ottimizzare le attività di riscossione e, nell’ottica di sfoltire il magazzino di 1.300 miliardi di crediti accumulati negli anni nel magazzino AdER, il decreto legislativo n. 110/2024 ha previsto un percorso ad hoc.
Se per i crediti affidati dal 1° gennaio 2025 è previsto un meccanismo di stralcio automatico in caso di mancata riscossione entro i successivi cinque anni, per il pregresso il lavoro di disamina è stato affidato a una Commissione tecnica che, supportata dall’Agenzia delle Entrate, è stata chiamata a individuare le possibili soluzioni, da attuare in un percorso per fasi:
- entro il 31 dicembre 2025, per i carichi affidati dal 2000 al 2010;
- entro il 31 dicembre 2027, per i carichi affidati dal 2011 al 2017;
- entro il 31 dicembre 2031, per i carichi affidati dal 2018 al 2024.
La Commissione presieduta da Roberto Benedetti, già presidente di sezione della Corte dei Conti, ha presentato una fotografia chiara: dei 1.272,90 miliardi di cartelle affidate ad AdER alla data del 31 gennaio 2025, 537,75 miliardi presentano un profilo di non riscuotibilità.
La soluzione? Nel complesso sono da stralciare 408 miliardi di crediti.
La Legge di Bilancio 2026 nulla prevede però in tal senso, limitandosi a prevedere per il prossimo anno una rottamazione quinquies di portata limitata e dai risultati dubbi.
Salta il primo appuntamento per lo stralcio di 70 miliardi di cartelle dal 2000 al 2010
C’è da dire che quelle avanzate dalla Commissione tecnica sono proposte, mentre dal punto di vista normativo la scelta definitiva è demandata al Legislatore.
Quel che è certo però è che il lavoro di esame ha posto un tema centrale: molte delle cartelle esattoriali che affollano il magazzino AdER sono di fatto irrecuperabili, ma si continua a temporeggiare per dare il via a quella che potrebbe apparire come una vera e propria “resa da parte dello Stato”.
Evidentemente il nodo non è stato ancora sciolto, ma il rischio di “bucare” il primo appuntamento del 31 dicembre 2025 per il discarico delle cartelle dal 2000 al 2010 è concreto.
Vale la pena ritornare sui contenuti della relazione presentata in Commissione Finanze del Senato lo scorso 14 ottobre: il primo step dovrebbe interessare circa 70 miliardi di euro (5,5 per cento del magazzino), di cui 63 miliardi riferiti a crediti valutati puntualmente come inesigibili dall’agente della riscossione e 7 miliardi riferiti a contribuenti nullatenenti.
I crediti discaricati tornerebbero nelle mani degli enti creditori, per valutare ulteriori possibili vie per il recupero.
Un lavoro in itinere che si scontra con la rottamazione quinquies prevista dalla Legge di Bilancio 2026
Sebbene il tema sembra al momento passato in secondo piano, è ipotizzabile che se ne tornerà a parlare nei prossimi mesi e in ogni caso nel corso del 2026.
Il motivo è chiaro: una vera rottamazione delle cartelle è inevitabile, in quanto impegnare l’Agenzia della Riscossione nelle attività di recupero di crediti di fatto inesigibili toglie spazio ad attività che, invece, potrebbero portare ad un esito favorevole per le casse pubbliche.
Su questo fronte però è necessario evidenziare anche le criticità rispetto alla nuova definizione agevolata in partenza dal 1° gennaio prossimo. Come sottolineato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, al momento manca un coordinamento tra la rottamazione quinquies e la riforma organica del servizio di riscossione.
La pace fiscale in avvio dal 2026 rischia di scontrarsi con la previsione di discarico del magazzino dell’AdER, che interesserebbe un totale di 27 milioni di cartelle, relative a 9 milioni di contribuenti.
La definizione agevolata prevista dalla Manovra 2026 abbraccia lo stesso periodo temporale (2000-2023, lasciando fuori solo il 2024), ma non appare coordinata con il lavoro in corso per il discarico di tutto o parte del magazzino. L’effetto? Non fornisce “i necessari incentivi all’adesione”, stando a quanto evidenziato dall’UPB.
Cortocircuito fino al 2031
L’impatto non è però solo nell’immediato, ma anche sul futuro.
Pur evidenziando nuovamente che quelle presentate dalla Commissione tecnica sono solo proposte, è evidente che l’incrocio con i tempi della rottamazione quinquies rischia di creare un cortocircuito.
Un effetto collaterale che si ripercuoterà per buona parte della durata della definizione agevolata, che per via della struttura in 54 rate bimestrali spalmate su nove anni, arriverà a compimento solo nel 2035.
Il lavoro in itinere di discarico, previsto in tre step e fino al 2031, potrebbe interessare anche le cartelle per le quali il piano di versamenti della pace fiscale 2026 sarà in stato avanzato, con il potenziale effetto di inibire la prosecuzione dei pagamenti. Un tema che sembra però sfuggito dall’attenzione del Governo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cartelle esattoriali, la vera rottamazione resta fuori dalla Legge di Bilancio 2026